Uno strumento di comunicazione fondamentale che può guidarci nell’acquisto: l’etichetta è la vera guida all’acquisto consapevole
C’è uno strumento fondamentale che può aiutarci nelle scelte di noi acquirenti: è l’etichetta. Vale per qualunque cosa compriamo e dovrebbe essere fondamentale per prendere decisioni consapevoli, perché ci dà molte informazioni: dagli ingredienti, o materiali impiegati, alla scadenza, dal valore nutrizionale all’origine del prodotto.
A ben vedere è uno strumento di comunicazione essenziale anche per il produttore, per differenziarsi dalla concorrenza e costruire la propria identità. Se il criterio di trasparenza ed esaustività vale in generale, a maggior ragione è importante quando si parla di alimenti, perché la frase coniata dal filosofo tedesco Ludwig Feuerbach “siamo quello che mangiamo”, per indicare il profondo legame tra cibo, salute fisica e mentale, è sicuramente vera e importante, ma non completa.
Regole delle etichette
Quando compriamo un cibo incidiamo anche su molti altri fattori, dall’ambiente alla giustizia sociale. Per questo che le etichette dovrebbero essere molto più chiare e immediate di quanto non lo siano ora. Alcune informazioni sono obbligatorie e regolamentate per legge, mentre altre sono facoltative o complementari. Tante più indicazioni sono presenti sull’etichetta e tanto migliore sarà la valutazione che si può fare su quel determinato prodotto.
Anche se purtroppo a volte vengono usati termini e frasi che non hanno un reale valore informativo, ma sono spesso legati a una questione di puro marketing, e in questo periodo storico abbondano quelle legate alla sostenibilità e alla salute. Sicuramente ci vuole uno sforzo anche da parte nostra per conoscere meglio alcune regole dell’etichetta e delle informazioni a scaffale.
Ad esempio per poter paragonare prodotti che sembrano simili è fondamentale sapere che gli ingredienti vengono elencati in ordine decrescente di quantità e che l’indicazione del prezzo per unità di misura (ad esempio al chilo) è obbligatoria (ed è quella che dobbiamo guardare). O, ancora, quando sull’etichetta di un formaggio leggo “latte” devo sapere che è vaccino e che non è crudo.
Da consumarsi entro…
Una particolare attenzione va posta sulla differenza tra l’indicazione “da consumare entro” e “da consumarsi preferibilmente entro”. Queste due formule sono importanti non solo per la salute, ma anche per evitare una delle più grandi piaghe del nostro secolo che è lo spreco alimentare. La data di scadenza perentoria rappresenta il limite oltre il quale un prodotto alimentare non può più essere consumato perché può comportare rischi per la salute (obbligatoria sugli alimenti, altamente deperibili, come carne fresca, pesce, salse fresche, latte fresco).
L’altra indicazione, “da consumarsi preferibilmente entro”, invece, segnala il periodo entro cui il prodotto mantiene le proprie caratteristiche organolettiche ottimali, senza però che il consumo oltre tale data comporti pericoli per la salute. In un percorso verso un’etichetta più chiara, oltre ad avere indicazioni uniformi e facilmente visibili (a volte trovare la data di scadenza è un’impresa enigmistica), deve fornire maggiori informazioni per restituire il giusto valore al cibo, e queste devono riguardare tutta la filiera del prodotto.
L’etichetta narrante
In questa direzione va anche la proposta di Slow Food dell’Etichetta narrante. Una nuova etichetta che affianca l’etichetta obbligatoria e che, accanto alle indicazioni previste dalla legge, fornisce informazioni sui produttori, sulle varietà vegetali e sui territori dove sono coltivate, sulle razze animali allevate, sulle tecniche di coltivazione, di allevamento e di lavorazione, sul benessere animale. Questo perché qualsiasi approccio solo tecnico non tiene conto di ciò che sta alle spalle di un prodotto (l’origine, la storia, la tecnica di trasformazione) e non consente al consumatore di capire se un cibo è prodotto nel rispetto dell’ambiente e della giustizia sociale.
Oltre che su numerosi Presìdi Slow Food, questa etichetta compare, da pochi giorni, su alcuni tipi di pasta prodotti da Afeltra, che fanno parte del progetto Eataly alla Radice con il quale si “intende promuovere e valorizzare in modo strutturato e trasparente le caratteristiche di qualità, tracciabilità e identità che contraddistinguono” i prodotti. Il cibo gioca nella nostra società un ruolo sempre più importante e centrale e noi acquirenti, che siamo la lobby più numerosa (e purtroppo la meno potente), dobbiamo cercare di andare oltre al prezzo per scoprire il suo vero valore per la nostra salute, per quella dell’ambiente e di chi lavora. Cerchiamo di conoscere meglio quanto già le etichette ci dicono e chiediamo informazioni sempre più puntuali e chiare.






































