Contenuti digitali per bambini, impariamo a scegliere 

da | 16 Giu, 2021 | Lifestyle, Pillar, Tech

Orientarsi tra l’offerta e non affidarsi alla scelta casuale di web e TV è una sfida alla quale i genitori non possono sottrarsi

Gli schermi e i contenuti digitali da questi trasmessi sono ormai entrati nella quotidianità di tante famiglie – in Italia la media è di sette dispositivi per nucleo – e coinvolgono i piccoli già da prima dei 3 anni. Ma come vengono scelti i contenuti digitali con i quali i bimbi interagiscono?

Alcuni sulla base di una precisa funzione educativa, ma la maggior parte di questi per puro intrattenimento, caratteristica che porta a pensare che tutti i contenuti siano simili, affidandoci spesso alla scelta casuale di un algoritmo o programmazione TV.

Ma quali sono le caratteristiche importanti di una app, un sito web, gioco digitale o cartone animato che i genitori dovrebbero imparare valutare?

Ne parliamo con Silvia Carbotti, docente ed esperta in tecnologie dell’istruzione e dell’apprendimento e autrice, insieme a Barbara Bruschi, del libro “Per imparare c’è un’app”.

Coinvolgere e stimolare 

Anche se il tempo di esposizione allo schermo è ridotto, se si predilige un tipo di esperienza educativa non si sbaglia di sicuro. “Un contenuto digitale dovrebbe essere in grado di coinvolgere attivamente il piccolo spettatore/utente, oppure portarlo a formulare idee e cercare soluzioni ai problemi” spiega Silvia Carbotti.

“Un esempio conosciuto è rappresentato dagli tutti quei contenuti e quelle attività mediate da una tecnologia che avvicinano i bambini al coding e allo sviluppo del cosiddetto pensiero computazionale. Esistono anche altre tipologie di app o attività educative che creano un coinvolgimento attivo attraverso la costruzione di storie o produzione di contenuti creativi (ad esempio musicali o artistici).

Ma attenzione, ciò non significa che il contenuto digitale debba essere noioso, anzi, diventa educativo e interessante solo se divertente”.

Costruire “significati”

Il coinvolgimento attivo sembra una caratteristica più specifica di app o e giochi, e più distante, per esempio, da contenuti come video e cartoni animati che prevedono una visione e un approccio più passivo.

“In realtà è possibile creare dei contenuti video interattivi, e la TV stessa si è cercato di immaginarla sempre più in questa direzione.

Ciò detto esistono cartoni animati, per esempio, che seppure non permettono ai bambini di interagire direttamente, favoriscono la riflessione su una particolare tematica e l’apprendimento di conoscenze e abilità.

Può trattarsi anche di storie con significati impliciti importanti che stimolano la riflessione, portano conoscenza, creano collegamenti con altre informazioni apprese precedentemente oppure approfondiscono nuovi mondi attraverso i personaggi o ambientazioni specifiche”.

Interazione e obiettivi

L’apprendimento, quando si basa su interattività con una macchina e interazione tra individui, ha certamente un valore aggiunto. Chi produce contenuti digitali per i più piccoli ha immaginato delle soluzioni che permettessero al contempo di relazionarsi allo schermo ma anche ad altri individui, siano essi coetanei o bambini e genitori. 

“Oggi esistono, ad esempio, app multi-touch”, spiega Silvia Carbotti “che permettono a due bambini di toccare lo stesso schermo. Tuttavia, è importante che il gioco o l’attività proponga uno, o al massimo due, obiettivi sul quale concentrarsi. 

Se il contenuto, come il classico cartone animato, non permette un’interazione esplicita, l’adulto può facilitare ugualmente questo tipo di esperienza attraverso domande oppure favorendo il dialogo e commentando ambienti, personaggi e vicende”. 

contenuti digitali

Qualche accorgimento utile

Quali sono ‘le insidie’ alle quali i genitori dovrebbero prestare attenzione?

“Prima di tutto il design deve essere gradevole e divertente, ma attenzione ai colori sgargianti e affaticanti e alla musica e jingle a volume elevato. 

Anche il marketing può essere considerato un’insidia; se vogliamo evitare il problema meglio investire in app a pagamento o tv on demand senza pubblicità. 

Se invece questo aspetto non ci infastidisce è ugualmente necessario fare attenzione ai suggerimenti per gli acquisti, che devono sempre essere adatti all’età. 

Meglio evitare inoltre siti e app che con un clic permettono di passare velocemente e involontariamente a contenuti per adulti oppure quelli in cui la navigazione è confusa o poco chiara. 

Infine, è bene fare attenzione agli stereotipi di genere e agli stereotipi in generale. Se lo schermo si divide in due, ovvero i classici rosa e azzurro, con attività e proposte diverse per maschi e femmine, allora meglio passare ad altro”.

Informarsi, scegliere

Il mondo delle app, dei videogiochi e dei cartoni ha ormai un’offerta vastissima. Come orientarsi? 

“Per quanto riguarda la scelta delle app consiglio vivamente di non affidarsi semplicemente agli store (Google Play o Apple Store), in quanto i meccanismi di ricerca disponibili non sempre ci permettono di reperire contenuti di nostro interesse.

Meglio informarsi e cercare recensioni su siti specializzati. Tra questi, uno dei più completi  è certamente Common Sense of Media, un sito indipendente che recensisce app, giochi, film e cartoni, ma che purtroppo esiste soltanto in lingua inglese. In Italia non esiste un servizio corrispondente, ma possiamo cercare valide recensioni su Milkbook.it o Mamamo.it che consigliano i migliori contenuti digitali per bambini. Per orientarsi tra i videogiochi, invece, consiglierei di affidarsi al codice PEGI, presente su tutte le scatole: si tratta di un metodo di classificazione europeo usato per classificare i videogiochi attraverso cinque categorie di età e otto descrizioni di contenuto”. 

Investire in un’app

Anche ai genitori meno favorevoli agli schermi è capitato, in casa o in viaggio, di ricorrere a siti web come YouTube alla ricerca di un urgente e breve momento di intrattenimento per i propri figli.

“È importante, anche se il tempo è limitato, non lasciare che il bambino navighi liberamente ma scegliere sempre insieme i contenuti.

Per i video brevi consiglio di installare YouTube kids, una versione ‘filtrata’ e personalizzata di YouTube realizzata appositamente per i bambini e per le famiglie. Permette, infatti, di creare un account sulla base dell’età, selezionare le preferenze ed escludere i contenuti che non ci piacciono. Si può anche eliminare la pubblicità con un upgrade dai costi davvero accessibili. 

In generale, esistono app molto valide, educative e divertenti che però non sono gratuite. Credo fermamente che, così come si scelgono con cura e si acquistano libri educativi o albi illustrati, i genitori dovrebbero spendere un paio di euro per app educative e di qualità, invece di scegliere la gratuità e lasciare al web la selezione di contenuti che non sempre corrispondono alle esigenze del bambino”.

La nave di Clo e altri siti web

Silvia Carbotti ha creato nel 2003 il sito La Nave di Clo, quando ancora i siti pensati per i bambini erano pochi e i contenuti digitali per l’infanzia appartenevano solo a siti fruibili dagli adulti. “L’idea è nata partendo dalla ricerca e dalla rappresentazione concreta di quello che un sito doveva avere per i bambini: dalla grafica alle attività interattive, dalle fiabe ai giochi”.

La nave di Clo nel 2010 ha ricevuto il riconoscimento World Summit Youth Award dalle Nazioni Unite e nel 2011 il premio Adiconsum e Save the Children come miglior portale italiano per bambini da 6 a 12 anni. 

Altri siti in italiano apprezzati da genitori e insegnanti: ilgufoboo.com, giochibambini.it, maestraagnese.it, www.bartolomeo/education e https://nosycrow.com per le fiabe interattive in inglese.

app bambini

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