Pavimento pelvico: guida all’uso

da | 13 Giu, 2023 | Lifestyle, Pillar, Salute e Benessere

Dallo stato di salute del nostro pavimento pelvico dipende il benessere fisico, psicologico e sessuale, come ci ha raccontato l’ostetrica specializzata Laura Coda 

Pavimento pelvico o, anche, “questo sconosciuto”. Così potremmo definire questa parte del corpo che, invece, svolge funzioni importantissime per il nostro corpo, durante la gravidanza e il parto, ma non solo.

Dal suo stato di salute dipende il benessere fisico delle donne, ma anche quello psicologico e sessuale. Prendersene cura – e intervenire in caso di disfunzioni – significa riappropriarsi della propria libertà di muoversi e di avere una vita sociale e di coppia serena e soddisfacente, come ci ha raccontato Laura Coda, ostetrica specializzata nella valutazione e riabilitazione, protagonista di una delle nostre dirette Instagram, , dalla quale abbiamo tratto questa guida con tutto quello che è bene sapere sul pavimento pelvico.

Che cos’è il pavimento pelvico

Il pavimento pelvico è l’area genito-urinaria-anale che nella parte bassa del corpo, come una “amaca”, accoglie, abbraccia e chiude il tronco e il bacino. Formato da tessuto muscolare e legamenti, svolge funzioni importantissime: sostiene direttamente il peso degli organi, della vescica, dell’utero, dell’intestino, della vagina e dell’uretra, ci permette di urinare e svuotare correttamente l’intestino, ma anche di avere una soddisfacente vita sessuale.

Durante la gravidanza, poi, aiuta a sostenere il peso del bambino. Si tratta di un’area delicata perché si attiva ed è sensibile a ciò che accade nei “piani alti” del corpo, ad esempio quando solleviamo un peso o prendiamo in braccio un bambino, o quando c’è un aumento di pressione intra-addominale, come quando corriamo, tossiamo, starnutiamo o ci soffiamo il naso. Perché “funzioni bene”, soprattutto in gravidanza, ma non solo, è fondamentale che il pavimento pelvico sia elastico.

Cosa può succedere al pavimento pelvico 

Nel corso della vita, i muscoli del pavimento pelvico possono infatti subire delle alterazioni, anche importanti. Può verificarsi, per esempio, un ipotono: i muscoli diventano deboli e ciò può determinare l’insorgere di sintomi debilitanti sia a livello fisico che sociale e psicologico, come l’incontinenza urinaria e ano-rettale (o entrambe), la perdita involontaria di gas o feci e di sensibilità durante il rapporto sessuale, ad esempio dopo il parto.

Ma si può anche verificare una ipertonicità: la muscolatura del pavimento pelvico diventa, cioè, più rigida e corta determinando dolore e bruciore durante i rapporti sessuali, sia a livello superficiale che più profondo, fino al collo dell’utero, o causare stitichezza. A livello strutturale, infine, ci può essere un “abbassamento” di questa parte del corpo, che può causare uno o più prolassi, molto fastidiosi.

Molteplici cause

Le cause di queste alterazioni sono svariate, a partire dalla gravidanza e del parto, che procura una sovradistensione naturale dei muscoli. Ma a incidere sul buon funzionamento del pavimento pelvico possono essere anche la carenza fisiologica degli ormoni femminili durante la menopausa, le alterazioni ormonali causate da patologie come l’obesità o l’anoressia, gli effetti degli interventi chirurgici alla pelvi, come nel caso di quello al femore o terapie mediche che possono causare ipertono o infiammazione come radioterapia e chemioterapia.

O, ancora, il dolore pelvico cronico dato da patologie ginecologiche come l’endometriosi o da quelle colon-proctologiche come le fistole anali, le ragadi o le emorroidi o le patologie urologiche. Il pavimento pelvico si può alterare anche quando c’è una forte pressione intra-addominale, come accade alle donne che fanno lavori fisicamente pesanti, o se si starnutisce spesso in caso di allergia o quando si fa sport troppo a ridosso del parto. 

Come intervenire con la riabilitazione 

Prendersi cura del pavimento pelvico con la riabilitazione è fondamentale. Come abbiamo visto, i sintomi che le disfunzioni possono provocare intaccano la libertà della donna a 360°: creano dolore, imbarazzo e senso di inadeguatezza, con riflessi sul benessere psicologico, la vita di coppia e anche  sul lavoro, se diventano talmente gravi da impedire di stare sedute o compiere determinanti movimenti.

Fare riabilitazione significa, dunque, restituire alla donna la possibilità di una vita sociale e sessuale serena. Senza considerare che i sintomi possono diventare “pericolosi” anche da un altro punto di vista: molte sono le donne che per imbarazzo o per dolore smettono di fare i controlli periodici dal ginecologico o il pap-test, importantissimo per la prevenzione del tumore al collo dell’utero.

Ma a chi ci si può rivolgere? È importante fare riferimento ai professionisti “giusti”. Ovvero, ostetriche, medici, fisioterapisti o infermieri professionali che abbiano conseguito la specializzazione nel trattamento del pavimento pelvico e che operano negli ambulatori degli ospedali, nei consultori o negli studi privati specializzati. 

Come funzionano la valutazione e la riabilitazione del pavimento pelvico

Il primo step è l’anamnesi da parte del professionista, che ascolta la donna, la visita e fa una valutazione complessiva e personale della situazione. È bene sottolineare che la riabilitazione del pavimento pelvico è un insieme di tecniche, presidi, strumenti ed esercizi – da svolgere sia in ambulatorio che a casa – che coinvolgono il corpo, ma anche la mente e la parte emotiva delle persone e viene sempre studiata ad personam, anche con il coinvolgimento di altri specialisti, se necessario, come l’osteopata, il ginecologo, il proctologo, il nutrizionista, lo psicologo, lo psichiatra o il sessuologo. 

E in gravidanza?

La gravidanza e il parto rappresentando due momenti di forte “stress” per il pavimento pelvico. Per questo, può essere utile fare una valutazione del suo stato già durante la gravidanza e, seguendo le indicazioni di un professionista, fare esercizi di automassaggio o di contrazione e rilassamento che servono sia a aumentare la percezione che il tono del pavimento pelvico. Dopo il parto, trascorsi i 40 giorni del puerperio che servono al corpo per riassestarsi, è fondamentale fare una nuova valutazione per capire se e come è necessario intervenire con la riabilitazione, senza rimandare. 

Prevenire, ovvero informare

In generale, il primo modo per prendersi cura del pavimento pelvico è parlarne con i professionisti competenti e imparare ad ascoltarsi superando i molti tabù che ancora esistono a livello culturale, sociale e religioso intorno a questa area del corpo “nascosta” e spesso considerata “sporca”, oltre che poco conosciuta (anche perché scarsamente rappresentata a livello celebrale e quindi più difficile da attivare volontariamente), ma dalla quale, come abbiamo visto, dipende molto del benessere psico-fisico delle donne.

Se volete riascoltare la diretta, la trovate qui: www.instagram.com/giovanigenitori/

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