Lapponia in famiglia, un viaggio tra magia e aurore boreali

Uno straordinario viaggio in famiglia nel Paese di Babbo Natale, tra grandi distese bianche, stupefacenti aurore boreali e atmosfere che scaldano il cuore: la Lapponia è il sogno di tutte le bambine e tutti i bambini

Mi spiace ma non posso farvi partire”. Silenzio. Riavvolgiamo: siamo pronti per partire, destinazione Polo Nord. Nostra figlia Ginevra è euforica. Ha raccontato alle sue compagne di asilo che avrebbe presto visto Babbo Natale, e gli avrebbe consegnato personalmente la letterina.

La preparazione dei bagagli è stata abbastanza insolita perché a casa di Babbo Natale pare che farà parecchio freddo. Ma tanto tanto!

Arriviamo all’aeroporto con le valigie piene di indumenti caldi e le teste colme di sogni. Seguiamo un gruppetto di persone dirette come noi in Lapponia: si notano perché immancabilmente vestite in tenuta da sci. Superiamo i controlli di routine e a una decina di passi dal gate abbiamo il gelo cala su di noi, ma troppo presto: la carta di identità di Ginevra è scaduta e non ce ne eravamo accorti. Non si può partire. Siamo costretti a tornare a casa. 

Partenza numero due

Le nostre valigie ci aspettavano solitarie sul rullo, tristi quasi quanto noi. Avevamo perso tutte le prenotazioni: volo, appartamento, auto noleggiata, escursioni! Un bel guaio! Ginevra dal canto suo cercava di consolarci e di vedere il lato positivo della vicenda, cosa per noi molto difficile.

Torniamo a casa e iniziamo con il  riprenotare tutto per la settimana dopo:  casa, auto, volo. Questa volta ci facciamo trovare preparati anche con i documenti e finalmente si parte!

Quando atterriamo e si apre il portellone dell’aereo a darci il benvenuto nelle terre di Babbo Natale è una ventata a -25°. Ora il viaggio può iniziare davvero e fin dai primi istanti è ricolmo di magia. In giro per l’aeroporto vagano elfi e folletti, si incrociano slitte, pacchetti. La felicità di Ginevra è incontenibile.

Calore e gioia in mezzo al gelo

Ritiriamo l’auto e ci dirigiamo verso la nostra casa in Lapponia attraversando per qualche chilometro una strada completamente bianca immersa in un paesaggio incredibile. Intorno a noi il tempo non esiste. Tutto è fermo, bianco, immobile, ghiacciato.

Arriviamo al nostro villaggio: una decina di casette, tutte in legno e colorate di rosso e di blu. La nostra host è una gentilissima signora lappone che ci accoglie con un calore del tutto inaspettato in mezzo a quel gelo.
Il camino, la sauna alimentata a legna, le calze di lana pesanti per stare in casa, le finestre addobbate: ci sentiamo avvolti in una coccola che ci riscalda il cuore.

Il giorno seguente, prima di dirigerci al villaggio di Babbo Natale di Rovaniemi, dedichiamo la mattinata alla perlustrazione del villaggio a bordo dei nostri slittini, mezzo di trasporto molto utilizzato non solo dai bambini ma da persone di ogni età. Ci godiamo le tre ore di luce all’aperto prima di raggiungere il Santa Claus VIllage.

Lungo la strada completamente ghiacciata ci imbattiamo qua e là in gruppi di renne che pascolano pacifiche ai bordi della strada. Una manciata di case ogni 15-20 km ci ricorda che non siamo sulla luna, ma semplicemente in una terra così remota da lasciarci sbalorditi.

Lapponia con bambini

L’incontro con Babbo Natale

Entrare nel villaggio di Babbo Natale significa ripercorrere a ritroso un viaggio che conduce a quel momento, la notte della vigilia, quando si era bambini e con gli occhi chiusi si cercava di far passare il tempo a doppia velocità immaginando tutto l’entourage di Babbo Natale trafelato nella preparazione della notte più importante dell’anno.

Folletti che vanno di qua e di là confezionando regali, giocattoli, slitte trainate da renne, tantissima neve e squisite cioccolate calde con biscotti alla cannella. E poi lui. Un omone gigantesco con un completo rosso ci aspetta seduto nella sua grande sedia a dondolo nel suo soggiorno. La foltissima barba bianca non riesce a nascondere il suo grande sorriso. Ginevra, con la bocca spalancata dallo stupore, lo saluta con la manina e lui tira fuori un pacchetto per lei, un libro, proprio una delle cose che avevamo scritto nella letterina. Ma allora è magico davvero!

A conoscere le renne

Il giorno seguente, con le stelline ancora negli occhi, siamo invitati dalla nostra host a visitare la fattoria di famiglia che alleva ben 200 renne. La figlia ci racconta delle abitudini di questi animali, chiamandoli per nome. “Questa è una delle mie, mentre quella laggiù con la macchia bianca sul muso è di mia mamma e quella piccina lì è nata da due settimane ed è di mio papà”.

Ci ha spiegato come riesce a riconoscerle ma naturalmente per noi è un superpotere, uno dei tanti che hanno le persone di quassù. Cominciano a scendere dal cielo dei fiocchi di neve giganti e noi riscaldati da una pesante coperta di pelo ci lasciamo cullare dalla slitta trainata da due renne che attraversano il bosco e ci portano verso la conclusione di un’altra giornata bellissima.

La sera (anche se qui è buio già dalle tre di pomeriggio) decidiamo di goderci un po’ il tepore del braciere che abbiamo di fronte a casa nostra. Cena a base di salsicce arrostite nella speranza di vedere spuntare qualche traccia di aurora boreale nel cielo. Accendo il fuoco, torno dentro ad avvisare le ragazze che è tutto pronto. Quando riapro la porta di casa per uscire è magia. Uno squarcio azzurro e verde fosforescente divide il cielo a metà. Una sfumatura viva, che si muove e ondeggia. Non abbiamo mai visto niente del genere. Un regalo davvero pazzesco.

Festa nel villaggio

Prima del nostro ritorno, la nostra host ci invita a una festa del villaggio. Proprio quel giorno tutti gli abitanti della piccola comunità si ritrovano in una sala comune per passare del tempo insieme, portando ognuno quel che ha preparato da condividere con gli altri. Sentiamo quanto è profondo il senso di comunità per chi vive in una terra tanto magica quanto ostile.

Se fossimo partiti “la prima volta” forse non avremmo visto l’aurora boreale, non avremmo soggiornato nella stessa casetta accogliente, non avremmo conosciuto le stesse persone. A volte il momento giusto sa farsi aspettare e bisogna pazientare per poterne godere appieno. È stato un viaggio dal sapore di fiaba, che ci ha portati lontani non solo nello spazio ma anche nel tempo.

E come ogni viaggio che si rispetti, anche questo si è concluso senza un addio ma con un grande arrivederci.

Di Enrico Rivara

FInlandia Babbo Natale

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