Cloro, fluoro e alogeni

da | 18 Lug, 2013 | Lifestyle

Il cloro è probabilmente una delle cause principali della vendita di acque minerali. Non il cloro in sé, naturalmente, elemento della classe degli alogeni, ma l’utilizzo che ne viene fatto per la potabilizzazione degli acquedotti. La presenza del cloro nell’acqua del rubinetto, se da un lato garantisce (o quasi) l’assenza di agenti patogeni, dall’altro conferisce all’acqua odore e sapore non particolarmente gradevoli. In realtà la clorazione dell’acqua viene effettuata attraverso un sale di cloro, l’Ipoclorito di Sodio (NaClO). La soluzione di ipoclorito di sodio utilizzata in questi casi ha un nome commerciale ben conosciuto: è la candeggina o varechina o via dicendo, per le soluzioni più concentrate, o l’Amuchina, il nome commerciale delle soluzioni più blande. Come si può immaginare anche la disinfezione delle tettarelle, della biancheria molto sporca e delle piscine viene effettuata con la stessa sostanza.
È limitante tuttavia restringere gli usi del cloro (e degli altri alogeni: fluoro, bromo e iodio, mentre l’ultimo, l’astato, è instabile) alla semplice disinfezione delle acque. Vediamo qualche esempio.
Uno dei materiali plastici più comuni, il PVC, polivinilcloruro, è composto da carbonio, idrogeno e cloro: ogni due atomi di carbonio ce ne sono tre di idrogeno e uno di cloro, come nel monomero di partenza. Il fluoro è altrettanto famoso quanto il suo fratellino più pesante. Ciascuno di noi, o almeno dei nostri figli, ha preso almeno una volta nella vita le pastigliette al fluoro “che fanno bene ai denti”. Se poi abbiamo in casa delle pentole antiaderenti anche qui c’è del fluoro: Teflon è il nome commerciale del poli-Tetrafluoretilene, un polimero composto unicamente da atomi di carbonio e fluoro.
Chi non ricorda i Cfc (CloroFluoroCarburi)? Divennero famosi alcuni anni fa, quando vennero ritirati dal commercio perché sospettati di far crescere il “buco nell’ozono”. Venivano utilizzati come propellenti per le bombolette spray e come fluido refrigerante nei frigoriferi (sia quelli di casa sia quelli degli impianti commerciali e industriali). I Cfc sono (o forse erano?) una classe di composti chimici con carbonio, fluoro e cloro.
Lo iodio nei nostri ricordi è legato sostanzialmente al mare, al gozzo e alla tintura. Nel mare lo iodio è presente in quantità e così nei pesci e in particolare nei molluschi: se vostro figlio è particolarmente agitato la prima volta che lo portate al mare (a noi succede) la causa si potrebbe cercare nell’azione dello iodio sul metabolismo; ugualmente se vi vengono le palpitazioni dopo un bel piatto di seppie (che personalmente cerco di evitare a cena proprio per questo). Lo iodio è anche presente negli ormoni della tiroide: assumendone troppo poco la tiroide ingrossa. La tintura, infine, è una soluzione idroalcolica di iodio: è un notevole disinfettante e viene utilizzato anche per le acque.

[Ugo Finardi – Chimico, ricercatore CNR]

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