Gioco in autonomia: importante per la crescita

da | 17 Feb, 2023 | Lifestyle

L’età giusta, gli spazi, i giochi, la solitudine o la compagnia: come favorire il gioco in autonomia? 

Ci sono bambini e bambine più richiedenti, altri/e che mostrano un’autonomia e indipendenza da maggiore età fin dai primi mesi di vita. Ma per tutti e tutte arriva un momento in cui il gioco in autonomia diventa indispensabile, non solo per la sopravvivenza di mamma e papà, ma anche, e soprattutto, per la crescita, per favorire la fantasia, l’esplorazione e la sana noia.

Ma come favorire il gioco autonomo? Ecco cinque consigli di proposte, organizzazione e gestione del gioco libero e in autonomia dei più piccoli.

L’età giusta per il gioco in autonomia

Il bambino inizia a giocare in modo autonomo all’incirca intorno ai 7 mesi, per periodi piuttosto brevi ovviamente. In questa fase esplorativa della vita usa gli oggetti per toccarli, assaggiarli, sbatterli e suonarli. Ma lo fa da solo, completamente assorbito da quello che sta scoprendo e osservando. Dai 12 mesi il bambino è in costante movimento, e cerca di spaziare nel mondo in modo indipendente. A questa età acquisisce la consapevolezza di essere un individuo ed è la fase del gioco imitativo (riproduce quello che vede fare ai grandi). Dai 24 ai 36 mesi è il tempo del gioco simbolico.

Utilizzando giochi o oggetti di uso comune i bambini e le bambine possono passare ore a inventare storie di fantasia, anche costruendo delle vere e proprie pieces teatrali, portando alla luce tutto il vissuto e le emozioni o preoccupazioni. Dopo i 2 anni si inizia a costruire e avere ordine e competenza per creare. A quest’età la motricità è sicura per il gioco libero all’aria aperta e si è disponibili a giocare e condividere con altri compagni.

Organizzare gli spazi

Per stimolare i bambini a giocare da soli e in autonomia è indispensabile una buona e pensata organizzazione degli spazi. Per i più piccoli allestiamo un angolo del gioco, in cui proponiamo qualche alternativa (ma non troppe!). Per esempio, per i piccolissimi, già da quando iniziano a stare seduti, intorno ai 6 mesi, possiamo predisporre un tappetone morbido, con un cuscino per l’allattamento che li aiuti a non cadere e rotolare.

Quello sarà il luogo ideale per il gioco, magari vicino a noi, di modo che ci possano vedere in qualunque momento e noi controllare loro. Man mano lo spazio dedicato al gioco in autonomia diventa più vasto e i bambini più grandi saranno in grado di scegliere i giochi da soli, a seconda del momento. Facilitiamoli. Lasciamo i giochi ad altezza bambini, che siano visibili e magari ben organizzati in scatoloni con una foto sul lato in vista ad indicare il contenuto. Questo li aiuta anche per il riordino.

Scegliere i giochi giusti

Anche la scelta dei giochi è indispensabile a facilitare il gioco in autonomia. Va fatta tenendo bene a mente l’età dei bambini e le loro competenze manuali. Per i piccolissimi l’ideale è un bel cestino dei tesori da scoprire senza timore. Dentro ci possiamo mettere oggetti di uso comune, a seconda dell’età: mestoli in legno, campanelli, spugne, pettini, coperchi… oggetti che loro sono soliti vedere e che non abbiano parti piccoli ingeribili.

Lo stesso vale per il pannello sensoriale, su cui possiamo appendere lucchetti, specchi, finti interruttori, zip. Per facilitare il tatto, si possono pensare anche tappeti sensoriali, con materiali diversi da tastare con mani e piedini. Ai più grandicelli possiamo lasciare le costruzioni di legno o di plastica a seconda dei gusti, oppure un puzzle, da scegliere in base all’età e alle competenze. Bellissime e senza tempo anche le paste da modellare, che tengono i bambini occupati per molto tempo.

La cesta dei travestimenti è anche una bellissima opportunità per il gioco di ruolo, specialmente se c’è più di un bambino. Sarà bellissimo osservare le dinamiche che ripropongono dal mondo dei grandi e sarà un grande sfogo creativo per loro e la loro piccola grande personalità. Man mano che si cresce i giochi diventano più complessi: ci sono le costruzioni più piccole e fini, ci sono i giochi di carte e di società. Evitiamo di accumulare troppi giocattoli nelle camerette. Meglio pochi, ma buoni e selezionati. 

Invitare gli amichetti

Senz’altro per i figli unici può essere più faticoso trascorrere del tempo da soli, anche se tutto dipende molto dal carattere. In ogni caso, può essere una buona idea invitare uno o due amichetti, per lasciare che si organizzino in un proprio gioco, senza essere troppo interventisti o invasivi. Fino ai 3 anni i bambini non sono propensi a condividere il gioco e le proprie cose.

È il tempo del “mio” e gestire la relazione tra due o più potrebbe essere più snervante che piacevole. Hanno bisogno di socialità, ma vanno accompagnati. Quindi per il gioco autonomo in compagnia è meglio aspettare l’età giusta. Osserviamo le dinamiche, specialmente ai primi incontri, per poi riorganizzare senza preoccupazione le volte successive. È importante, certamente, dare poche regole ai bambini, definirle in modo chiaro e magari condiviso. 

Zero sensi di colpa

Questo è un punto molto importante: desiderare che il nostro bambino giochi un po’ da solo non ci rende genitori meno bravi o crudeli. Anzi. Intanto è assolutamente umano e comprensibile aver bisogno di un tempo di pace per lavarsi i denti, per andare in bagno, per chiamare un’amica, per pensare alla cena o per stare con il secondogenito. Ma non solo.

È ormai assodato che il gioco in autonomia e la noia siano assolutamente indispensabili per la crescita e lo sviluppo psico-emotivo dei bambini. Attraverso il gioco libero e non guidato i bambini possono esprimere la loro personalità, anche i loro timori. Nella noia trovano terra fertile per inventare, creare, stupirsi e stupire. Quindi, in fondo in fondo, nel lasciarli giocare da soli facciamo loro un grande bene.

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