Mai buttare il termometro rotto

da | 30 Set, 2013 | Lifestyle

Ricordate gli scandali del pesce al mercurio o l’amalgama usato dai dentisti per le otturazioni? Tra poco il mercurio potrebbe scomparire dalla cronaca. L’Unione Europea sta studiando provvedimenti per mettere al bando i termometri con questo strano (e certamente non salutare) elemento chimico, tanto quelli per uso medico quanto quelli che teniamo sul balcone o nel salotto di casa. Il mercurio è un metallo altamente inquinante, secondo solo al plutonio per grado di tossicità. Se non è trattato coi dovuti riguardi è molto pericoloso. Le sue caratteristiche sono decisamente speciali: a temperatura ambiente è liquido (congela, o meglio fonde, a -38,83 gradi centigradi) ma, come abbiamo detto, è un metallo, anche se ciò va contro la nostra percezione, che vuole i metalli robusti, duttili e malleabili ma sostanzialmente “solidi”. La sua unicità di metallo liquido è alla base di molti utilizzi. L’“argento vivo” (o argento liquido, hydrargyrum, come lo chiamavano gli antichi romani, da cui il simbolo chimico Hg) serve come elemento di contatto elettrico in particolari applicazioni o come mezzo per misurare la temperatura. Proprio il fatto che sia un metallo fa sì che, al variare della temperatura, vari il suo volume. E proprio il fatto che sia liquido permette di incapsularlo dentro contenitori, come quelli dei termometri, formati da un bulbo e da una astina capillare, entro cui il mercurio (o un’altra sostanza colorata capace di galleggiarci sopra) scorre in su e in giù al variare della temperatura ambientale. I più recenti termometri digitali non contengono mercurio, ma funzionano con una piccola termocoppia inserita nella punta e un circuitino che ne interpreta i segnali. Data la sua tossicità, quando un termometro (di quelli classici, naturalmente) si rompe, occorre agire con cautela. Innanzi tutto non toccare il mercurio per nessun motivo, ma maneggiarlo servendosi di guanti e oggetti in plastica. Non usate l’aspirapolvere, altrimenti sarà più difficile smaltirlo! Una volta raccolte le goccioline color argento, è bene chiuderle in un contenitore in plastica o vetro, possibilmente a doppia chiusura. I programmi di smaltimento del mercurio sono attivi solo in poche città italiane: l’opzione migliore è etichettare bene la bottiglia spiegando cosa contiene e gettarla nelle apposite cassette di raccolta dei medicinali scaduti che si trovano nelle farmacie. Una precauzione importante riguarda gli oggetti in metalli preziosi: anelli e braccialetti d’oro e d’argento devono essere tolti prima di iniziare a operare. Il mercurio infatti forma una lega con questi metalli, chiamata “amalgama”, da cui i preziosi gioielli possono essere separati solo con difficoltà (e certamente non in ambiente domestico). Se qualcuno avesse un anello d’oro da buttare e un termometro rotto, può provare l’ebbrezza di avvicinare i due metalli per vedere lo straordinario metallo liquido “mangiare” letteralmente l’oro. Non c’è bisogno di aggiungere che, se decidete di provare, lo fate a vostro rischio e pericolo!

[Ugo Finardi – Chimico, ricercatore CNR]

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