Lo Short Track

da | 20 Gen, 2016 | Salute e Benessere

“Quando si pattina su ghiaccio sottile, la salvezza sta nella velocità”. Sembra proprio che, già agli inizi dell’800, il filosofo, scrittore e poeta statunitense Ralph Waldo Emerson avesse trovato, senza saperlo, la definizione perfetta dello sport su ghiaccio più adrenalinico del ventesimo secolo, lo Short Track. Una disciplina ancora di nicchia, ma che vede l’Italia eccellere a livello europeo e mondiale. “Piemonte e Lombardia sfornano i migliori atleti della Nazionale. Le Olimpiadi di Sochi lo hanno confermato” racconta con orgoglio Angelo Anedda, responsabile comunicazione e stampa dell’Ice Team Torino. Per Short Track, letteralmente “pista corta”, si intende il pattinaggio su ghiaccio basato sulla velocità. Le gare si svolgono con un numero di atleti, solitamente da 4 a 6, che pattinano contemporaneamente su una pista al coperto di poco più di 100 metri. Le distanze ufficiali sono inizialmente di 222 e 300 metri per i bambini esordienti, per poi passare ai 500, 1.000, 1.500 metri individuali femminili o maschili e ai 3.000 riservati solo agli uomini. Si aggiungono, infine, le staffette su distanze di 3.000 metri per le gare femminili e di 5.000 per quelle maschili. “La velocità può fare giustamente paura se si configura come l’elemento caratterizzante dello sport dei figli, ma in realtà – precisa Angelo – per raggiungerla ci vanno anni. Bisogna lavorare duro e crescere fisicamente. I rischi dello short track sono gli stessi della maggior parte delle altre discipline sportive. Tutti i pattinatori sono dotati di tuta che protegge da eventuali tagli e casco, la pista dove si gareggia è interamente protetta da cuscini alti 140 centimetri e spessi 40, che in caso di caduta, o meglio, di scivolata evitano il contatto con la balaustra proteggendo l’atleta”.

Uno sport per tutti, tutto l’anno
Sebbene sia uno sport tipicamente invernale è possibile praticarlo fino al mese di luglio ed è, inoltre, propedeutico per altre discipline come l’atletica leggera o la bicicletta. “I nostri agonisti – dice Angelo – oltre agli allenamenti sul ghiaccio svolgono attività ‘a secco’ come la corsa e la tonificazione muscolare”.

Quando, quanto e perché iniziare? Le amicizie nascono sul ghiaccio, anche per i genitori. “L’età ideale è 5 anni, ma bambini e bambine possono cominciare a indossare i pattini e familiarizzare con il ghiaccio anche un anno prima. Per il primo mese è consigliabile praticare almeno una volta alla settimana e se poi piace, si passa a due o tre allenamenti settimanali, in funzione dei progressi e dei desideri del bambino. Le tante amicizie che nascono praticando questo sport portano inesorabilmente a intensificare. Mio figlio ha iniziato 2 anni e mezzo fa. Dopo tre mesi, alla prima gara, era già legatissimo ad alcuni colleghi di altre società sportive. Continuano a sentirsi nonostante le distanze, con lo stesso desiderio di rivedersi. L’ambiente è pulito e la competizione è solo in pista. Ma c’è di più! Da papà, ammetto che a socializzare maggiormente siamo proprio noi genitori: si creano legami che continuano anche fuori dal contesto Short Track. Ti senti parte di una grande famiglia”.

Lentamente veloce
La prima e importante lezione dello Short Track è che non si impara velocemente a essere veloci. Si ha tutto il tempo per conoscere se stessi, capire la fatica e imparare a gestire il proprio corpo nello spazio di frazioni di secondo. “Si acquisisce sicurezza, un buon controllo mentale, l’attenzione aumenta e si ha una maggior capacità nelle reazioni”. Dal punto di vista fisico la pratica di questa disciplina implica un notevole sviluppo muscolare. “Gambe toniche e muscolose, glutei sodi. Si usano gli addominali, la schiena e le braccia. Tutto il corpo è in movimento e rimane teso per tutto il tempo d’esercizio”. Un risultato allettante anche per i genitori.

[Tatiana Zarik]

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