Il magico potere di un abbraccio

Le coccole riducono lo stress e favoriscono il riposo. E funziona anche per gli adulti!

È soprattutto nei momenti di crisi e nelle situazioni difficili che serve: un abbraccio di mamma e papà fa tanto, tanto bene. Un effetto benefico che è confermato dalle ricerche scientifiche: ricevere le coccole fa sentire meno il dolore, riduce lo stress e favorisce il riposo, migliorando lo sviluppo neuro-comportamentale di bambini e adulti.

Il metodo holding

Nasce negli anni Settanta negli Stati Uniti il “Metodo Holding”, dagli studi della psicoterapeuta Martha Welch.

Il contatto fisico con la mamma e con il papà serve ai più piccoli per superare il trauma della nascita, ma anche i bambini più grandi traggono benefici dalle coccole. Quando? Quando sono in crisi, ovviamente.

L’abbraccio serve a gestire i capricci, le gelosie, le reazioni aggressive o gli eccessi d’ira, perché è un gesto contenitivo, sia sul piano fisico che su quello emotivo.

“Holding” è un abbraccio “imposto”, l’ultima cosa che il piccolo vuole o si aspetta, almeno inizialmente. Poi si rilassa e cede alla coccola.

L’accoglienza di un abbraccio

L’abbraccio accoglie, mette in pace. È un gesto di fiducia, che rassicura chi lo riceve ma anche chi lo dona. Molte volte i bambini e le bambine non sanno riconoscere, gestire e verbalizzare le emozioni, le difficoltà che provano. Il contenimento fisico dell’adulto che li ama, li nutre e li accudisce è rassicurante. Quando ti abbraccio tutto va a posto, non c’è da avere paura. Non si è soli, si è al sicuro e si è liberi di sentire quelle emozioni così forti.

Meno dolore con una coccola

Secondo una ricerca dell’Istituto di ricerca Burlo Garofolo di Trieste afferma che le bambine e i bambini abbracciati dalla mamma (o dal papà) soffrono meno. I ricercatori hanno sottoposto 80 neonati a un prelievo di sangue sul tallone, con quattro diverse forme di sollievo dal dolore: acqua zuccherata o latte materno da un biberon, acqua zuccherata in braccio alla mamma e allattamento al seno.

Oltre alle espressioni del viso, sono stati misurati i cambiamenti del livello di ossigeno nel cervello, per comprendere quali aree vengono attivate dal dolore. Stare in braccio a mamma si è dimostrato il miglior analgesico.


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