Diritti dei bambini vs social network: le novità

Family influencer e sharenting, cresce l’urgenza di tutelare i bambini online, in particolare sui social, tra libertà digitale, sfruttamento economico e diritto all’infanzia

Negli ultimi anni, il tema dei diritti dei minori sui social network è diventato centrale nel dibattito pubblico. La crescente popolarità dei family influencer – genitori che condividono quotidianamente la vita dei propri figli online – e lo sharenting dei genitori comuni ha sollevato interrogativi etici e giuridici: fino a che punto è lecito trasformare l’infanzia in contenuto digitale e soprattutto trarne dei guadagni?

I family influencer: quali rischi

Quello dei family influencer, è un fenomeno in forte espansione: molti profili accumulano migliaia di follower e contratti pubblicitari grazie alla presenza dei bambini nei video e nelle foto. Tuttavia, dietro la patina di spontaneità si nasconde spesso una vera e propria attività economica, dove i minori diventano protagonisti inconsapevoli di strategie di marketing.

Gli esperti sottolineano diversi rischi e punti critici, tra cui:

  • Sfruttamento economico: i bambini non hanno voce in capitolo sui guadagni generati dalla loro immagine.
  • Privacy e sicurezza: la diffusione di foto e video può esporre i minori a rischi di violazione della sfera privata e a fenomeni come il cyberbullismo.
  • Benessere psicologico: crescere sotto i riflettori digitali può influenzare lo sviluppo emotivo e la percezione di sé.
  • Assenza di leggi e regole chiare: in Italia, come in molti altri Paesi, manca una normativa specifica che regoli l’uso dell’immagine dei minori sui social.

Le novità nel dibattito

Le ultime ricerche evidenziano che, nonostante la crescente attenzione, le regole sono ancora poche e frammentarie. Alcuni Paesi – come la Francia, che nel 2020 ha approvato una legge che disciplina l’attività dei minori sui social network – hanno introdotto leggi che obbligano i genitori a destinare una parte dei guadagni dei contenuti ai figli, ma in Italia il tema è ancora in discussione. In generale, le associazioni per i diritti dell’infanzia chiedono una maggiore trasparenza sui contratti pubblicitari che coinvolgono minori e limiti chiari alla pubblicazione di contenuti che riguardano la vita privata dei bambini.

Infine, emerge la necessità di realizzare campagne di sensibilizzazione rivolte alle famiglie, per promuovere un uso consapevole dei social. Il dibattito non riguarda solo la protezione, ma anche il diritto dei minori a partecipare alla vita sociale e digitale. Alcuni sostengono che vietare del tutto la presenza dei bambini online sarebbe eccessivo, mentre altri ritengono che la priorità debba essere la tutela assoluta dei diritti fondamentali, come il diritto alla riservatezza e a un’infanzia libera da pressioni economiche.

In generale, si è rivelato urgente prendere una decisione su come regolamentare il rapporto tra infanzia e social network. Trovare un giusto equilibrio tra libertà di espressione, opportunità digitali e protezione dei più piccoli è ovviamente una grande sfida, per nulla facile. Senza regole chiare, il rischio è che i bambini diventino strumenti di profitto, sia attivamente sia passivamente, perdendo di vista il loro diritto primario: crescere in un ambiente sicuro e rispettoso.







Pubblicità
Pubblicità

I più letti

I più letti

100 cose da fare con i bambini

Si chiama “toddler bucket list” e serve tantissimo quando c’è tempo libero e manca l’ispirazione. Una lista di cose da fare con i bambini a casa e all’aperto