Arriva un nuovo papà

da | 1 Set, 2013 | Lifestyle

Mio figlio Marco ha sei anni. Mi sono separata tre anni fa e da allora Marco vede regolarmente il papà, anche se non siamo in buoni rapporti. Da un anno frequento un uomo, con il quale sto progettando una nuova unione. Mi piacerebbe farli incontrare, magari approfittando delle vacanze, ma ho molti timori rispetto a come possa reagire il bambino.

Lea

L’ingresso di un nuovo adulto nello scenario familiare, in seguito alla separazione dei genitori, non rappresenta un evento necessariamente negativo, come accade nelle fiabe con matrigne e patrigni malvagi. Per un bambino di questa età vedere che la mamma ha un nuovo fidanzato, qualcuno che si occupa di lei, può rappresentare una risorsa preziosa. Ciò non significa che sia semplice. Entrano in gioco molte emozioni (dei bambini e degli adulti) e si richiede cautela da parte del genitore per rispettare i sentimenti dei bambini. Cosa può mettere a disagio Marco? Cosa potrebbe temere? In che modo possiamo rassicurarlo? Le variabili sono tante e ogni storia familiare ha le sue peculiarità. Provo a considerarne alcune. Se Marco ha avuto il tempo e il modo di affrontare la separazione e di adattarsi a questo cambiamento, avrà le energie per affrontarne un altro, altrimenti tutto sarà più faticoso e difficile. Tre anni non sono pochi, ma conta molto cosa è accaduto in questo tempo. Se, per esempio, la conflittualità tra i genitori coinvolge i bambini, li pone nella situazione di forte stress in cui non riescono mai a sentirsi alleati d’entrambi i genitori. Spesso tocca ai bambini annunciare che “mamma si è fidanzata”. Se il contesto è già sufficientemente sereno e l’ingresso di questa persona rappresenta qualcosa di cui si può parlare, allora Marco sarà facilitato. Per un bambino non c’è cosa più angosciante di dover tenere un segreto nei confronti dell’altro genitore o di dover affrontare argomenti di cui i genitori non riescono a parlare. Marco si sentirà al sicuro se ha ben chiaro che non sono a rischio né l’affetto di mamma né quello di papà nei suoi confronti; solo così potrà aprire la porta a questo nuovo legame affettivo. Se invece Marco avesse la sensazione che quell’uomo potrebbe prendere il posto di papà, gli farà una guerra spietata sin dall’inizio; così come è importante, se trascorrerete una breve vacanza insieme, mantenere momenti solo per voi, senza la presenza del nuovo fidanzato: questo rassicurerà Marco che non perderà il suo rapporto speciale con te. È importante che tu dica a te stessa che cosa temi, perché i tuoi timori di mamma (per esempio che Marco non sia contento) potrebbero non farti sentire le sue emozioni. Se nei primi contatti ci fossero anche problemi, non significa che non possa nascere una bella amicizia tra lui e il tuo nuovo compagno, ma è importante che Marco sappia sempre di poter esprimere con te qualsiasi “emozione negativa”, affinché non abbia la sensazione di dover subire passivamente la tua scelta e ti senta sua alleata rispetto alle difficoltà.

 

 

Quando porto mio figlio Sergio di tre anni ai giardinetti, mi trovo spesso in imbarazzo di fronte ai piccoli litigi con i suoi coetanei (il posto sullo scivolo, la sabbia addosso all’altro…) perché le altre mamme si aspettano che io intervenga, come fanno loro, anche senza essere ascoltate dai figli, giusto per “ buona educazione”. Io riprendo Sergio solo quando fa qualcosa di veramente sbagliato e intervengo se vedo un pericolo. 

Eleonora

Sergio è nel periodo in cui i bambini cominciano a giocare con i coetanei, ma sono ancora molto centrati sui propri bisogni: la relazione, quindi, è spesso conflittuale. Certamente all’età di Sergio i bambini non si gestiscono in modo indipendente e necessitano di una vigilanza. Un bambino a tre anni ha bisogno di fare esperienza in un contesto protetto, ma in cui non vi sia sempre costantemente la mediazione dell’adulto. Le occasioni di scontro offerte dai giochi ai giardinetti sono una buona palestra per acquisire poco alla volta le strategie per affrontare i conflitti e gestire l’aggressività. La fatica è spesso del genitore nel trattenersi dal proteggere il suo “cucciolo inesperto”, che può trovarsi in difficoltà di fronte a uno spintone o a una palettata di sabbia. Trasformare “i litigi” tra bambini in conflitti tra adulti li priva di preziose occasioni di crescita, che di per sé richiedono un po’ di fatica e qualche frustrazione. Perciò fai bene a intervenire solo in caso di reale necessità. Se ti senti a disagio con le altre mamme, alla prima occasione metti in chiaro le tue ragioni, sorridendo e accettando comunque che una mamma più apprensiva possa avere un comportamento diverso.

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