Carriera alias: sul registro voglio il nome che mi sento addosso

da | 10 Set, 2021 | Lifestyle

Carriera Alias è una procedura che permette di sostituire sul registro il nome anagrafico con quello di elezione scelto dalla persona trans. In Italia qualcosa si muove, ma non ci sono linee guida e quasi sempre è richiesto il certificato medico

“Perché volete che i nostri bambini vivano male a scuola?”

È questa la domanda che apre uno dei comunicati diffusi da GenderLens, il collettivo di genitori di bambini e bambine gender creative e giovani persone trans.

Quando un ragazzo o una ragazza non si ritrovano nel genere assegnato loro alla nascita devono affrontare moltissime rigidità.

Una di queste è quel nome scritto nero su bianco sul registro in cui proprio non ci si riconosce.

La Carriera Alias è una procedura che consente di modificare il nome anagrafico con quello scelto dalla persona in trans.

Carriera alias: di cosa si tratta

“La Carriera Alias – si legge tra gli approfondimenti di GenderLens – è un accordo di riservatezza tra la scuola, la famiglia e la/lo studente che chiede di essere riconosciuto in un genere diverso da quello assegnato alla nascita.

Si tratta di una procedura di semplice applicazione, che offre la possibilità di modificare nel registro elettronico e nei documenti interni alla scuola il nome anagrafico con quello di elezione scelto dalla persona trans, mettendola così al riparo dal dover fare continui e forzati coming out”.

È sufficiente poi che la scuola ripristini il nome anagrafico nelle comunicazioni ufficiali sporadiche con il MIUR; si tratta davvero di una semplice operazione.

In Italia i primi passi

Nel novembre 2020 l’Istituto pubblico superiore Cerboni dell’Isola d’Elba ha inserito nel Regolamento Scolastico la possibilità di attivare la Carriera Alias per studenti trans, anche minori, che ne fanno richiesta.

Fino a quel momento la procedura era formalizzata solo nelle università, all’interno dello Statuto di Ateneo.

Altre scuole si sono allineate alla scelta dell’istituto toscano, ma a oggi l’attivazione della Carriera Alias dipende unicamente dalla volontà e sensibilità della dirigenza scolastica.

“In Italia mancano delle Linee Guida specifiche nazionali – spiega Betta Ferrari di GenderLens- a cui le scuole di ogni ordine e grado possano fare riferimento per redigere appositi protocolli unificati.

La Spagna, per esempio, lo fa da tempo in accordo con il Ministero dell’Istruzione”.

Il caso del Lazio

Ha fatto molto discutere, nel maggio 2021, l’Ufficio Scolastico del Lazio che ha accolto e trasmesso le “Linee guida per la scuola: strategie di intervento e promozione del benessere dei bambini e degli adolescenti con varianza di genere” redatto dal Servizio per l’Adeguamento tra Identità Fisica e Identità Psichica (SAIFIP) dell’Azienda Ospedaliera San Camillo Forlanini.

Il documento definisce cos’è la varianza di genere (“l’esperienza di quei minori che non si sentono a loro agio nel genere assegnato alla nascita sulla base del loro sesso biologico”) e quali sono le prassi ottimali per garantire loro un percorso scolastico sereno.

Inoltre predisposizione di un corso di formazione per il personale della scuola ed è accompagnato da una ricca bibliografia scientifica.

Un’iniziativa che avrebbe dovuto essere d’esempio per altre regioni e che avrebbe dovuto scuotere a livello politico.

Perché è importante

Giovani e giovanissimi spesso cominciano la transizione sociale verso il genere esperito durante gli anni della scuola.

Il tasso di abbandono scolastico di giovani studenti trans è altissimo – commenta Betta – e la scuola ha il dovere di prevenire che questo accada.

Bisogna garantire il rispetto dei diritti primari della persona, benessere e sicurezza, in tutta la comunità scolastica”.

Secondo alcuni dati riportati sul sito, tra studenti trans l’abbandono scolastico è stimato al 34% e quello dei tentati suicidi al 40%, contro l’1,6% nazionale.

Da uno studio del 2020 effettuato con adolescenti utenti del SAIFIP è emerso che il 68% di loro sono stati vittime di bullismo.

L’incidenza del fenomeno è nettamente maggiore nei maschi assegnati alla nascita (85%) rispetto alle femmine anagrafiche (61%).

Nello stesso studio è emerso che il periodo delle scuole medie è quello nel quale c’è una maggiore incidenza di episodi di bullismo nei confronti di adolescenti trans. 

Il certificato medico: ma la varianza di genere non è malattia

Purtroppo, spesso l’attivazione della Carriera Alias viene subordinata alla presentazione di una certificazione medica che dimostri che la/lo studente stia effettuando un percorso psicologico o medico.

“Come GenderLens ci dissociamo da questo tipo di richiesta e ci battiamo affinché nelle scuole la Carriera Alias sia attivata senza dover presentare certificazione medica.

Essere trans, in tutte le diverse esperienze, non è una malattia, infatti l’OMS nel 2018 ha rimosso la transessualità dall’elenco delle malattie mentali.

Inoltre, la certificazione dà validità a quelle persone che dimostrano di effettuare una transizione binaria (dal genere maschile verso quello femminile o viceversa), escludendo le altre esperienze della varianza di genere.

Bisogna poi considerare che non tutte le persone trans hanno la necessità di ricorrere a medici o specialiste/i della salute.

Oltre a questo, sappiamo che ci sono giovani persone ostacolate dalle stesse famiglie ad intraprendere percorsi di sostegno in centri dedicati e che quindi non possono richiedere la Carriera Alias.

Va ricordato anche che i centri di riferimento per le giovani persone trans sono pochissimi sul territorio.

Affermare il proprio genere – conclude Betta – è un diritto umano fondamentale e queste persone vanno riconosciute.

Sempre più scuole si trovano a gestire minori transgender con l’obiettivo di attuare buone prassi affinchè il percorso scolastico si svolga nel modo più sereno possibile.

Può essere una occasione di conoscenza per tutta la comunità della scuola”.

Intanto partiamo dal riconoscere quel nome da scrivere nero su bianco e da pronunciare a chiara voce durante l’appello della mattina. 

Per info: www.genderlens.org

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