Vietare i cellulari e scuola è una regola già presente in molti istituti ma non facile da far rispettare: servono dialogo, educazione e responsabilità
A partire dal 20 dicembre 2022, il ministro Valditara ha proposto di dare più credibilità a un divieto già presente in molte scuole (ma non da tutti rispettato), ovvero quello di non utilizzare il cellulare in classe durante l’ora di lezione.
Una misura, sostiene il ministro, presa per “tutelare l’interesse delle studentesse e degli studenti, che stanno in classe per imparare».
L’uso di cellulari e tablet resta quindi consentito su autorizzazione del docente, ed evitato in altri momenti, in quanto ritenuto elemento di distrazione propria e degli altri.
La circolare in realtà non introduce alcuna sanzione disciplinare vera e propria, ma richiama a un senso di responsabilità.
A tale senso di responsabilità in realtà fanno appello i docenti già da diversi anni: con più o meno successo a seconda dei contesti o dei singoli casi.
I rischi del divieto
Gli insegnanti che ogni giorno recitano il mantra “i cellulari nello zaino, per favore” gioiscono, ma la domanda nasce spontanea: come fare? Basta una regola che non prevede nessuna sanzione a eliminare un’abitudine consolidata?
Per molti docenti ed educatori, inserire il divieto di utilizzo del telefono nel regolamento non è sempre utile per ottenere quello che si chiede.
Il divieto può anche esser controproducente: un giusto approccio potrebbe essere quello di passare attraverso il dialogo educativo, e puntare sull’educazione all’uso dei media e a un’utilizzo più critico, sia a casa sia a scuola.
Cosa ne pensano gli studenti
Pochi giorni dopo la diffusione della circolare, un sondaggio di Skuola.net ha raccolto l’opinione degli studenti: contro le previsioni, sembra che la maggioranza, due studenti su tre, sia favorevole a rendere ufficiale una regole che fino ad oggi era inserita nei regolamenti di istituto.
Decisamente meno favorevoli però quando viene avanti l’ipotesi di consegnare il cellulare all’ingresso dell’istituto.
Proposta interessante arriva dai ragazzi: il 30% degli intervistato suggerisce infatti un percorso di educazione all’uso dello smartphone.
Nel resto d’Europa
Tra i paesi che hanno adottato regole più rigorose c’è il Regno Unito, dove il 98% vieta l’uso dei telefoni cellulari durante l’intera giornata scolastica, che vengono depositati in appositi armadietti, fino ai 18 anni. La decisione era stata influenzata da uno studio che dimostrava che la dipendenza dal telefono riduce in media il rendimento scolastico del 8%.
In Francia, primo paese a limitarne l’uso, il divieto è già in vigore ma fino ai 15 anni di età, e anche in Norvegia, in Spagna e Germania, si cerca di limitarne l’utilizzo: inutile dire che sono stati riscontrati miglioramenti nell’apprendimento.
I telefoni sono ormai indispensabili nella nostra vita quotidiana e lo sono stati in particolare durante la pandemia, anche per la scuola.
Eppure, a differenza di tablet e altri dispositivi più adatti alla didattica, i cellulari non sono considerati un aiuto per l’apprendimento ma solo fonte di distrazione a causa di messaggi e notifiche.