Guida pratica all’autosvezzamento

da | 4 Mag, 2021 | da non perdere, Lifestyle, Salute e Benessere, Tutto food

Tutto quello che c’è da sapere per vivere con serenità e consapevolezza la scelta dell’ autosvezzamento e la scoperta del cibo da parte dei bambini 

È uno dei momenti più delicati della crescita di un bambino. Tra vecchie credenze e nuove indicazioni scientifiche, lo svezzamento continua a suscitare ansie e preoccupazioni nei genitori. Con Carla Tomasini, pediatra e autrice del libro Lo svezzamento è vostro“, sfatiamo alcuni dei miti sull’autosvezzamento, ovvero su quella modalità di approccio al cibo solido che si basa sulla condivisione con il bambino del cibo dei genitori.

Uniche regole: usare il buon senso e offrire ai più piccoli cibi sani. 

Meglio aspettare i sei mesi: VERO

Il momento giusto per iniziare con l’alimentazione complementare, qualunque sia il tipo di approccio scelto, è quando il bambino è pronto per riceverla. L’Oms raccomanda di dare solo latte, materno o formulato, fino ai 6 mesi e da qui in poi iniziare lo svezzamento, salvo precise indicazioni del pediatra.

Ci sono bambini più precoci, incuriositi dal cibo di mamma e papà già a 5 mesi, altri che invece iniziano più tardi.

Ciò non è un problema: il latte può restare l’unico o l’alimento prevalente ben oltre i 6 mesi. È sempre il bambino a far capire quando è il “momento giusto”: accade quando inizia a mostrare interesse verso il cibo dei genitori.

Ci sono anche altri segnali che aiutano a riconoscere questo momento come il riuscire a stare seduto da solo e la perdita del riflesso di estrusione (se il lattante spinge la lingua fuori quando viene avvicinato il cucchiaino è un chiaro segno che ancora non è pronto).

La dentizione, pur essendo un segno di maturità dell’apparato gastrointestinale, invece, non è fondamentale: la prima masticazione avviene per lo più con le gengive.

La prima pappa è la merenda: FALSO 

Il principio alla base dell’autosvezzamento è assecondare la scoperta del cibo secondo i tempi e le capacità del bambino.

Non è detto che questo avvenga con un timing di pasti e portate definito a priori. La condivisione di quello che c’è in tavola per i grandi, offerto ai bambini nelle giuste consistenze, favorisce, anche attraverso la manipolazione, la graduale scoperta dei sapori, portando a poco a poco il bambino a compiere pasti completi. 

Con l’autosvezzamento c’è il rischio che il bambino non mangi abbastanza: FALSO 

Calcolare al grammo quanto mangia un bambino in svezzamento è inutile, oltre che impossibile. E ancora di più se si sceglie l’autosvezzamento.

Esiste una capacità innata del bambino di autoregolarsi: ciò significa che ogni piccolo sa adattarsi e regolare da solo la quantità di cibo di cui ha bisogno per crescere. Compito del genitore è, piuttosto, controllare la qualità del cibo.

Per questo, più che sulle grammature dei singoli pasti è consigliabile concentrarsi sulla scelta di cibi e preparazioni sane. Può essere utile imparare a riconoscere i segnali di fame e sazietà che manifestano i bebè, dal pianto al portarsi cose e manine alla bocca quando hanno fame all’agitazione e al girare la testa dall’altra parte quando, invece, non vogliono più mangiare.

Per essere sicuri che tutto proceda per il meglio esistono i bilanci di salute del pediatra in cui vengono valutati lo stato di salute generale e la curva di crescita.

Con le prime pappe stop al latte: FALSO

Allattamento materno o formulato e cibo solido possono coesistere anche per diversi mesi, in base alle esigenze del singolo bambino. Con i primi assaggi, il cibo non potrà sostituire la poppata: a poco a poco, il bambino, e voi con lui, imparerà a gestire i due momenti, diminuendo la quantità di latte a favore di quella di cibo solido.

Bisogna, inoltre, considerare che l’allattamento non è solamente nutrizione, ma anche coccola e consolazione: il bambino potrà continuare a chiederlo non “per fame”, ma per voglia di contatto e intimità con la mamma. Non a caso, l’Oms consiglia l’allattamento anche dopo l’anno, se la mamma e il bambino lo desiderano. 

pediatra carla

Il rischio soffocamento può essere prevenuto: VERO

Il soffocamento è, in realtà, un evento molto più raro di quello che si creda. La paura che il bambino si “strozzi” col cibo è molto diffusa perché il soffocamento viene confuso spesso con alcuni riflessi naturali del bambino piccolo alle prese con i primi assaggi, come la tosse o il riflesso faringeo.

In entrambi i casi si tratta, invece, di meccanismi di reazione molto utili che proteggono proprio dal soffocamento.

In particolar modo, il riflesso faringeo è una sorta di conato di vomito che dura molto poco e permette al bambino di gestire il cibo in bocca, a differenza del vero soffocamento, che impedisce qualsiasi reazione, anche il pianto e la tosse, e che porta rapidamente il bambino a diventare cianotico. Seppur raro, il soffocamento può verificarsi, ma si può anche prevenire.

Due sono i modi principali per farlo. Il primo è imparare a offrire il cibo ai bambini con tagli sicuri: no ad alimenti tondeggianti o tagliati a rondelle, a cibi filanti e dalla consistenza gommosa (tutti candidati perfetti per l’occlusione delle vie aeree) e via libera, invece, a cibi tagliati a stick e per il lungo (potete trovare l’atlante completo dei tagli sicuri nel libro “Lo svezzamento è vostro”).

Esiste, poi, una prevenzione di secondo livello basata sulla conoscenza delle manovre di disostruzione delle vie aeree che permette di intervenire in caso di bisogno. Moltissime realtà sul territorio organizzano incontri e corsi sulla sicurezza per insegnarle ai genitori: frequentarli è sempre un’ottima occasione per avere un po’ meno paura.

Insieme ai primi pasti è bene introdurre l’acqua: VERO

L’acqua può essere offerta ai bambini sin dallo svezzamento. Con i primi assaggi l’acqua può essere offerta sia durante i pasti che fuori casa senza bisogno di misurarne la quantità (anche in questo caso il bambino sa autoregolarsi).

Il consiglio? Offrire l’acqua da subito con un cucchiaino o una tazzina: il bambino imparerà a sorseggiare i liquidi senza rimanere per troppo tempo legato a biberon e tazze a beccuccio. 

Gli alimenti potenzialmente allergizzanti vanno inseriti dopo: FALSO 

Gli studi scientifici più aggiornati raccomandano di non rimandare l’introduzione dei cibi potenzialmente allergizzanti, come la frutta secca, che anzi vanno inseriti nell’alimentazione sin dallo svezzamento.

Questa introduzione “precoce” abbassa, infatti, il rischio di allergie. Lo stesso discorso vale per il glutine. Gli unici alimenti davvero “vietati”, oltre alle “schifezze” come patatine, caramelle e dolciumi, sono il miele, da evitare fino ai 12 mesi per il rischio botulino, e i funghi, che non dovrebbero essere consumati fino ai 12 anni.

Meglio ridurre sale e zucchero: VERO

L’Oms raccomanda di non aggiungere sale ai piatti dei bambini fino ai due anni. Se si fa autosvezzamento può non essere semplice evitarlo del tutto. Una soluzione può essere di aggiungere il sale a fine preparazione solamente nel piatto degli adulti.

Anche lo zucchero andrebbe evitato fino ai due anni in ogni sua forma (compreso lo zucchero aggiunto presente in succhi di frutta e merendine), e consumato con moderazione anche successivamente.

Oltre che tutelare la salute, limitare sale e zucchero aiuta i bambini a conoscere meglio il vero sapore dei diversi alimenti. In generale, meno sale e zucchero per i più piccoli di casa può essere un’ottima occasione per diminuirne il consumo anche per il resto della famiglia. 

Prima si inizia col cucchiaino meglio è: FALSO

Non c’è fretta che il bambino impari a gestire le posate e ognuno lo fa secondo i propri tempi.

Ci sono bambini che preferiscono approcciarsi al cibo con le mani (la manipolazione è un aspetto fondamentale della scoperta del cibo) e sono più propensi all’autosvezzamento.

Altri invece accettano di buon grado il cucchiaino da subito.

Seguire un’alimentazione prevalentemente o totalmente vegetale è possibile: VERO 

Tutte le società scientifiche internazionali che si occupano di alimentazione concordano sul fatto che le diete vegetariane e vegane siano adatte a ogni fase di sviluppo della vita, comprese gravidanza, allattamento e svezzamento o autosvezzamento.

L’unica accortezza da seguire in caso di dieta veg, valida anche per gli adulti, è l’integrazione della vitamina B12, l’unica assente nel mondo vegetale. Come per i grandi, anche per i bambini l’alimentazione vegetale offre numerosi vantaggi per la salute, oltre a essere quella a minor impatto ambientale. 

Lo svezzamento è vostro: VERO

Come spiega la pediatra Tomasini nel suo libro, non esiste un metodo di svezzamento migliore di un altro in senso assoluto.

Esiste un approccio di scoperta al cibo che è il più indicato per ogni singolo bambino e per la sua famiglia: riappropriarsi di un momento così delicato della crescita dei più piccoli mettendosi in ascolto delle loro e delle nostre esigenze e riacquisendo una naturale fiducia sia nelle capacità dei bambini che in quelle dei genitori è il modo di trovare la modalità più indicata.

Per riscoprire il valore del cibo anche oltre gli aspetti strettamente nutrizionali, come quelli che hanno a che fare con la condivisione e la socialità. 

pediatra carla

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