I due migliori linguaggi di programmazione per bambini arrivano dagli istituti di ricerca di Google e del MIT. Divertenti come videogiochi, invitano a un uso intelligente della tecnologia. Scopriamoli insieme
Linguaggi di programmazione per bambini: è questa la risposta al terreno di scontro fra i genitori e i figli, irresistibilmente attratti da smartphone e tablet.
Noi, gli adulti, sempre in dubbio: proibire o concedere l’uso di telefoni, tablet, computer e console?
Il vero rischio della proibizione è l’analfabetismo digitale. Il rischio della concessione è invece, l’uso eccessivo, il “misuse”, l’uso non sano di questi strumenti così potenti. Che cosa abbiamo a disposizione per sviluppare nei più piccoli un approccio critico e attivo nei confronti della tecnologia?
Cosa significa davvero “interattività”?
A prima vista il panorama è sconfortante: basta un’occhiata a un gioco interattivo qualsiasi tra quelli per smartphone o tablet per rendersi conto che in realtà di interattivo c’è ben poco. La tanto pubblicizzata interattività si esaurisce nel pigiare qua e là sullo schermo, per giunta solo quando ce lo consente l’applicazione.
Al giocatore – è ancora legittimo chiamarlo così? – spetta il ruolo di esecutore, di interruttore generale, di ultimo anello della catena. A confronto, la Fattoria Parlante della nostra infanzia era un labirinto di possibilità e sperimentazioni.
Avvicinare correttamente i bambini alla tecnologia
Eppure esistono modi creativi per avvicinare i piccoli alla tecnologia, mettendoli al centro del vero processo creativo.
La proposta più attraente è costruire un gioco attraverso linguaggi di programmazione per bambini. Questi linguaggi, a blocchi, sono specificamente pensati per avvicinare i piccoli al coding. I due più famosi e più utilizzati sono Scratch e App Inventor.
Entrambi sono i pro-pro-nipoti del primo linguaggio di programmazione educativo nella storia dell’Informatica, l’antico Logo (1967).
Vi ricordate la tartarughina nello schermo e i blocchi di programmazione? Di acqua sotto i ponti ne è passata tanta (quasi mezzo secolo, che equivale a diverse ere geologiche nella programmazione) ma i principi di programmazione sono rimasti gli stessi: condizione, ripetizione, assegnazione.
L’uso dei linguaggi di programmazione per bambini ha un valore educativo inestimabile.
Insegna loro (e ricorda a noi) che i computer, gli smartphone, i tablet sono (solo) grandi calcolatori al nostro servizio. Imparare a usarli per fargli fare quello che vogliamo è la migliore delle strategie adottabili da un genitore, che sia innamorato o meno della tecnologia.
I migliori linguaggi di programmazione per bambini
Scratch, nato e cresciuto al MIT (il famoso Massachusetts Institute of Technology) insegna a programmare usando un gatto al posto della tartaruga. Al nostro gatto dobbiamo insegnare a creare giochi, raccontare storie e realizzare animazioni.
App Inventor deve invece i suoi natali al motore di ricerca Google, che lo usava per insegnare ai suoi giovani programmatori, ma che a un certo punto ha preferito cederlo al MIT.
I due sistemi sono molto simili e utilizzano lo stesso linguaggio a blocchi, con pochissime variazioni. Entrambi (soprattutto Scratch) hanno una montagna di esempi da cui partire.
Per gli insegnanti, ci sonoesempi di “buone pratiche” per l’educazione informatica a scuola. Scratch è stato adottato, infatti, da molte scuole elementari anglosassoni come il migliore tra i linguaggi di programmazione per bambini.
Scratch: il coding parte da qui
Scratch si usa su computer ( su Mac, Windows e Linux) ma non funziona su smarthone e tablet. Nelle ultime versioni non è necessario installarlo, si può usare dal browser, anche se ovviamente si può scaricarlo e usarlo offline.
Il linguaggio permette di accedere alle periferiche del computer, per esempio la webcam, per cui ci si può divertire a creare veri programmi personalizzati.
Se siete digiuni di tutto e volete provare, anche da soli, a usare un linguaggio di programmazione, provate a costruire uno “storytelling digitale”, un gioco che coinvolgerà i piccoli.
Cercate le varie foto di famiglia, digitali, che avrete sparse un po’ ovunque, tra telefoni e computer. Riunitele e attraverso Scratch, provate a organizzarle come un gioco.
App Inventor: il linguaggio per creare app da zero
App Inventor è, tra i linguaggi di programmazione per bambini, quello che vince in portabilità e interazione. Funziona su Android e usa come base il linguaggio di programmazione Java.
E’ molto intuitivo, grazie ai blocchi di colori e alle forme diverse che si compongono come in un puzzle.
Ha la stessa potenza di Scratch ma, in più, permette di usare strumenti altamente evoluti, come la sintesi o il riconoscimento vocale, il giroscopio che misura l’inclinazione dello smartphone, la comunicazione Bluetooth o lo schermo touch.
Una miniera d’oro di strumenti che da oggi potrete controllare e non solo usare “passivamente”.
I linguaggi di programmazione per bambini non sono mai stati così divertenti.