Lo ha dimostrato chiaramente il caso spagnolo: se il congedo di paternità aumenta i neopapà ne approfittano. Però poi desiderano meno figli
Forse troppo banalmente pensiamo che allungare il congedo di paternità possa favorire una nuova crescita demografica. Se i padri stanno a casa, ci diciamo, le coppie vorranno più figli. E invece ci sbagliamo. Il congedo di paternità permette una più giusta divisione dei lavori di casa e della cura dei figli, consente alla mamma di restare nel mondo del lavoro, molto probabilmente migliora la qualità dei rapporti di coppia. Ma no, non serve a fare più figli. Il caso spagnolo lo dimostra chiaramente.
Il congedo di paternità in Spagna
I papà spagnoli dal 2007 hanno la possibilità di usufruire del congedo di paternità alla nascita di un figlio. Inizialmente era di due settimane e hanno aderito, con grande entusiasmo, oltre il 50% degli aventi diritto. Poi i congedi sono stati ampliati a cinque settimane e si prevede un ulteriore aumento entro il 2021. Con queste misure la Spagna è diventata pioniera dell’equità tra le mura domestiche, un esempio per tanti Paesi europei ancora molto indietro sui temi di conciliazione.
Come si è trasformata la paternità
Le economiste Lídia Farré e Libertad González hanno provato ad analizzare quali sono state le conseguenze di queste nuove politiche per la famiglia. I risultati hanno stupito i più: da quando si può prendere il congedo di paternità, i padri tra i 21 e i 40 anni che ne hanno goduto desiderano meno figli di prima.
Per questi padri le probabilità di volere altri bambini sono inferiori (tra il 7 e il 15% in meno) rispetto agli altri padri che sono stati a casa dal lavoro. Può essere una coincidenza e sicuramente la crisi finanziaria ha condizionato la progettualità delle coppie, ma i risultati hanno fatto sorridere innanzitutto le mamme, che da sempre si prendono carico quasi totalmente del lavoro di cura familiare.
La consapevolezza del papà
Incentivati a restare a casa, i padri si sono resi conto di cosa comporta la cura di un figlio. Quanto è il tempo da dedicare, la stanchezza e persino i sacrifici in termini di vita privata e di carriera. E dopo aver provato, non si sentono più tanto pronti a rifarlo. Secondo le ricercatrici, i padri, vivendo appieno la vita familiare, hanno spostato le loro preferenze dal numero di figli alla qualità del tempo insieme, dell’educazione e dell’accudimento. Meglio esserci ma con pochi.
Il sollievo delle mamme
Se i padri muovono in ritirata, le donne si sentono sollevate dall’introduzione dei congedi di paternità e – chiaramente – pronte a desiderare famiglie più numerose. Probabilmente una divisione del lavoro domestico e la collaborazione del compagno è determinante nella scelta delle donne di fare figli una prima volta e poi ancora.