Sono sempre di più i genitori a non sapere, o non capire, quale lavoro svolga il figlio. Colpa di questo i lavori sempre più digitali che fino a pochi anni fa neanche esistevano e che vanno a rimarcare le differenze tra una generazione prettamente analogica e quella totalmente digitale.
Porta mamma e papà al lavoro!
Queste sono le conclusioni a cui è giunta una ricerca effettuata da LinkedIn. Per questo motivo per il 5 novembre è stata lanciata la terza edizione del “Bring in Your Parents Day“, un’iniziativa a livello globale in cui i dipendenti dell’azienda potranno portare i loro genitori sul posto di lavoro, per fargli capire meglio e da vicino quali sono le mansioni che svolgono. E così, diversamente da come si faceva un tempo quando a portare i figli al lavoro erano i genitori per “far vedere cosa fanno mamma e papà mentre tu sei a scuola”, oggi le parti si invertono e i genitori possono per un giorno diventare curiosi spettatori.
Ma è tutta colpa delle diverse competenze?
Sembra che questo gap tra genitori e figli però non dipenda solo da un diverso grado di conoscenza del mondo digitale. Fondamentale è come i figli considerino i genitori e come i genitori si pongano nei confronti dei figli nel momento delle scelte fondamentali della vita, come quelle del lavoro. I figli vedono i genitori come fari guida, che non dovrebbero essere nè troppo invadenti nè troppo lontani. I genitori come reagiscono a questo? Quasi la metà del campione intervistato dice che sarebbe anche in grado di dare aiuti o consigli sulle scelte lavorative, ma che preferisce non farlo per non rischiare di influenzare eccessivamente le decisioni dei figli. Il problema fondamentale è quindi, forse, solo uno: comunicare meglio tra genitori e figli. Dire chiaramente cosa ci si aspetta dall’altro ed essere pronti a spiegare e aiutarsi.