Gli usi potenziali della VR sono tantissimi e passano dall’educazione alla medicina. Quali sono gli effetti sui bambini?
Chiunque l’abbia provata è d’accordo: la realtà virtuale è strabiliante. Una volta indossato il visore, si crede veramente di trovarsi lungo la Senna a Parigi, sulle montagne russe o immersi nell’oceano.
La realtà virtuale può far vivere esperienze “vere” anche sapendo che non lo sono. Qualcuno potrebbe obiettare che la stessa cosa succede guardando un film molto coinvolgente (si chiama presenza psicologica) ma non è così. L’esperienza della realtà virtuale è unica e intensa e, in mancanza di riscontri scientifici, fino a oggi l’uso di visori è stato sconsigliato al di sotto dei 13 anni.
La ‘leggerezza’ di Nintendo Labo
La filosofia di Nintendo Labo ha permesso però di garantire un uso sicuro a partire dai 7 anni. Come è stato possibile? Innanzitutto c’è la leggerezza del visore, che come gli altri Toy-Con è di cartone. Molto importante è che il visore non viene fissato alla testa: questo evita la generazione di un effetto chiamato “motion sickness” che provoca quel giramento di testa accompagnato alla nausea che si prova quando l’immersione nella realtà virtuale viene percepita dal cervello come troppo reale. Un piccolo spazio tra il viso del giocatore e le lenti, infine, rende l’esperienza meno immersiva, più delicata e fruibile. Si tratta di una realtà virtuale “leggera” pensata apposta per i bambini.
Evitare gli abusi
Per evitare abusi, il gioco si autoregola e invia dei promemoria per invitare i giocatori a fare delle pause. I genitori possono scegliere, a loro volta, di limitare la visualizzazione VR utilizzando una icona a forma di googles che compare sui giochi. Questo permette di continuare a giocare passando dalla realtà virtuale a quella normale, senza capricci.
Come funziona Nintendo Labo VR
Come per gli altri kit, l’esperienza del kit base di Labo VR comincia piegando il cartone per costruire la maschera VR e una specie di cannone (blaster) che si può usare in 64 mini-giochi.
I giochi non sono articolati con una narrazione continua, si tratta piuttosto di esperienze di realtà virtuale. C’è per esempio lo sparatutto, che usa il blaster come uno sparapalline per contrastare una coloratissima invasione aliena. C’è l’esperienza del volo che richiede di simulare con le braccia lo sbattere delle ali. Un altro gioco permette di sfamare gli ippopotami a colpi di banane e mele. Una maschera a forma di elefante usa la proboscide per disegnare in aria.
L’aspetto forse più interessante ma più articolato di Nintendo Labo è la possibilità di programmare e creare giochi attraverso la funzione Garage, dedicata ai giocatori più smart. Nel nuovo kit si possono creare da zero nuovi giochi e anche modificare i giochi presenti utilizzando la realtà virtuale per entrare direttamente all’interno della programmazione. Questo aumenta la capacità di apprezzarne il funzionamento ed effettuare cambiamenti. Uno strumento in più per conoscere e capire.
Articolo in collaborazione con Nintendo