Litigare fa bene, ma bisogna saperlo fare

da | 29 Ago, 2017 | Lifestyle, Salute e Benessere

L’amore non è bello se non è litigarello (anche tra genitori e figli): perché litigare non è un male, se si fa nel modo giusto

“Niente di più naturale che litigare. Anzi, se non si litiga, c’è qualcosa che non va”. Daniele Novara, pedagogista in vetta alle classi che dei libri più venduti, ha passato la vita a studiare il conflitto in tutte le sue accezioni. Direttore del Centro Psicopedagogico per l’educazione e la gestione dei conflitti, è suo il metodo “Litigare bene”, che si rivolge a bambini e bambine e che viene utilizzato in moltissime scuole sul territorio nazionale. “Il conflitto è una parte importante della relazione, non ha senso pretendere di escluderlo – spiega Daniele Novara in un caldo pomeriggio estivo -. Evitarlo non serve a nulla. La conflittualità è naturale, è un dato di fatto. Guai se non esistesse.

Il punto è capire se, all’interno del conflitto, le due parti sanno comunicare e gestire le emozioni, sanno aprire un confronto e un dialogo effettivo, sanno attivare i processi di trasformazione e cambiamento che inevitabilmente le coinvolgono”.

Il conflitto non è guerra e non è violenza

In televisione e su Internet si parla di conflitto utilizzando questi termini come sinonimi. La confusione è all’ordine del giorno anche in ambito scolastico. Pensiamo a frasi come: “il conflitto in Siria che causa tanti morti”, oppure a modi di dire stereotipati come “il secondo conflitto mondiale”. “Usato a sproposito – dice Daniele Novara – il conflitto diventa sinonimo di disgrazia assoluta. Genera apprensione. Che succede se ho un conflitto con mio figlio? O con il mio vicino di casa? Il punto è che non è il conflitto a causare morti, ma la guerra o la violenza. Non bisogna confondere i due piani, piuttosto distinguere tra conflitti gestiti bene e conflitti gestiti male. Quelli gestiti bene portano a soluzioni creative, quelli gestiti male involvono e diventano causa di dolore e violenza”. Distinguere la violenza dal conflitto è il primo passo, ma qual è il confine? “La violenza è un danno conclamato. La violenza non è permalosità, non è la parolaccia. È la tangibilità del danno. Non sono io a dirlo, lo afferma l’Organizzazione Mondiale della Sanità che la studia in maniera scientifica per misurarne l’impatto sulle persone”.

Tra genitori e figli

Il conflitto porta sempre allo scoperto qualcosa di invisibile, di poco chiaro. “C’è un calderone emotivo pieno di tasti dolenti infantili in ogni conflitto – continua Daniele Novara –. Vissuti che non riescono a trovare la loro giusta collocazione e a raggiungere una composizione razionale”. Le frasi: “Tu mi devi ascoltare”, “Tu non mi ascolti mai” sono due grandi hit dei litigi, anche di quelli tra genitori e figli adolescenti. “Da un punto di vista tecnico, se l’ascolto diventa una pretesa, non è più un valore, ma addirittura una mancanza di rispetto. Questo si vede non solo fra gli adulti, ma soprattutto fra genitori e figli”.

La rigidità dei ruoli, già stemperata nei rapporti fra genitori, è ancora più liquida tra genitori e figli. “Finché siamo nell’infanzia la disparità tra adulto e bambino è forte, ma nell’adolescenza i ragazzi acquisiscono capacità mentali vicine a quelle dell’età adulta”. Non sarebbe meglio evitare il conflitto? “A parte il fatto che non è possibile, ostinarsi a raggiungere una tranquillità a qualunque costo ed evitare le difficoltà della dinamica relazionale non è una buona idea. Purtroppo si tratta di una pretesa radicata in molte famiglie. C’è la presunzione di capirsi a prescindere dal confronto, soprattutto quando è conflittuale. Questo atteggiamento nasce dalla paura che conflitto e violenza siano collegati, ma non è così, sono le emozioni gestite male che sfociano in violenza, prima di tutte la rabbia e poi anche la paura. Il conflitto serve a gestire le emozioni, la violenza, al contrario, le traduce in azioni. Litigare bene serve soprattutto a sottrarsi alla tirannia delle emozioni”.

Il litigio fra bambini

Anche il litigio fra bambini può diventare un problema nel momento in cui l’adulto si ostina a voler mettere pace. La maggior parte dei genitori di oggi sono cresciuti in un’epoca in cui litigare era un affare tra bambini, da cui gli adulti dovevano essere lasciati fuori. Ben diversa la situazione attuale: i giovani genitori si trovano spiazzati di fronte ai litigi dei figli, si sentono in dovere di intervenire. La rivalità infantile coglie di sorpresa, viene percepita come “sbagliata”.

“D’altronde è vero che i litigi fra bambini sono snervanti – dice Daniele Novara –. Rubano tempo e pazienza. Poi c’è il timore che i bimbi possano farsi male e un senso di colpa generico nei confronti di una società (e una pedagogia) che esalta l’armonia e la cooperazione senza tener conto dei fisiologici conflitti. Il genitore desidera far tornare a splendere il sole sulle tempeste dei figli nel minor tempo possibile e adotta una serie di mosse ‘fai da te’ che non funzionano”.

Cosa sarebbe giusto fare? “Innanzitutto pensare che i litigi non sono una minaccia, ma componenti naturali legati al bisogno di confronto e di dialogo. Operativamente abbiamo creato un metodo, il ‘Litigare bene’, che prevede alcune mosse strategiche da parte degli adulti. ‘Due passi indietro e due avanti’ è la formula che noi utilizziamo per non cercare il colpevole e nemmeno fornire la soluzione del litigio (due passi indietro), ma far parlare i litiganti e favorire il raggiungimento di un accordo (due passi avanti). In questo modo si insegna a gestire i litigi da soli”. I bambini crescono meglio se sanno gestire le loro conflittualità, i genitori vivono più tranquilli se lasciano litigare i figli, comprendendo e accettando che l’amicizia è fatta anche di conflittualità e discussione, contrasto e riavvicinamento. Litigare bene, insomma, è un ottimo aiuto per crescere.

La Scuola genitori CPP

Nata a Piacenza nel 2011 da un’intuizione di Daniele Novara, è un progetto per accompagnare i genitori nel loro compito educativo. I corsi si sono tenuti in trenta città italiane, dove si è creato uno spazio per imparare ad affrontare – come un’occasione educativa – gli inevitabili conflitti con i figli, i capricci, le opposizioni e le ribellioni. Gli appuntamenti della Scuola Genitori, attiva in diverse città italiane, si trovano all’indirizzo www.cppp.it.

Chi è Daniele Novara

Pedagogista di fama internazionale e direttore del CPP, Centro PsicoPedagogico per l’educazione e la gestione dei conflitti, è autore di numerosi libri e pubblicazioni, tra cui “Litigare fa bene. Insegnare ai propri figli a gestire i conflitti per crescerli più sicuri e felici” (2013), “Urlare non serve a nulla. Gestire i conflitti con i figli per farsi ascoltare e guidarli nella crescita” (2014) e “Punire non serve a nulla. Educare i figli con efficacia evitando le trappole emotive” (2016).

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