Perché scegliamo di avere figli?

da | 31 Mag, 2024 | Lifestyle, Persone

In occasione della Giornata Mondiale del Genitore, ci siamo chiesti perché oggi uomini e donne scelgono di diventare padri e madri

Fare figli, oggi, in Italia, è una scelta. E, sembrerebbe, una scelta che non tutti vogliono fare. Secondo alcuni recenti sondaggi il 51% dei giovani tra i 20 e i 40 anni non vuole diventare genitore, indipendentemente delle questioni economiche. Ma non solo, trovare la persona giusta non basta: il 18% delle coppie non cerca figli ed è un dato in crescita. Per capirne i motivi basta digitare su Google “fare figli”: si trovano solo articoli sul perché oggi non si fanno più figli. C’è chi sostiene semplicemente di non sentire l’istinto materno o paterno e chi non vede opportuno generare bambini in un mondo così instabile. In generale, l’impressione che le motivazioni siano molteplici e legate all’esperienza di ognuno.

Lo faremmo ancora?

Quello di cui non si parla abbastanza, o su cui poco ci si confronta, sono invece i motivi che spingono, oggi, donne e uomini a voler diventare genitori. Ci si pone molte più domande rispetto a una volta, sia prima che dopo la nascita di un figlio o figlia, e non si tratta solo di interrogativi legati alle possibilità economiche ma anche alla responsabilità, all’attitudine ad amare anche nei momenti di difficoltà e stanchezza, al proprio equilibrio psicofisico, al bilancio vita privata/lavoro, al sacrificio che si è disposti a fare e molto altro.

Sembra quindi banale ma non lo è: perché oggi noi genitori o abbiamo scelto di fare figli? Lo sceglieremmo di nuovo?

Quell’istinto che non possiamo negare

Oggi i figli non si fanno più per aiutare nei campi o nel lavoro domestico (anche se riguardo su questo potremmo lavorarci di più!). Ma non si può negare che, in alcune persone, superata una certa età, l’istinto riproduttivo si presenta in maniera naturale, potente e a volte inspiegabile.

E’ questo il vissuto di Claudia, mamma di due ragazzi ormai adolescenti: “A volte le cose accadono velocemente e a sorpresa, ed è bello anche così: senti quell’istinto dentro di te, incontri la persona giusta e senti che sì, vorresti essere mamma. Questo è solo l’inizio: ricordo con piacere quella sensazione che provavo in gravidanza quando pensavo a come e chi sarebbe stato mio figlio o mia figlia, quella curiosità unica. E poi, una volta raggiunta la consapevolezza di voler diventare madre, ti accorgi che hai fatto la scelta giusta perchè senti anche il desiderio di vivere la tua vita insieme a quell’esserino che per te è speciale, di “nutrirlo” e prenderti cura di lui. Questo bisogno e disponibilità nel dare amore non riguarda solo chi vive la gravidanza ovviamente ma anche coloro che scelgono l’adozione”.

Una persona diversa, sicuramente migliore

Se dare e ricevere amore può sembrare una motivazione scontata, ce n’è un’altra che riguarda il percorso di autoanalisi e miglioramento dell’individuo che diventa genitore.

“Quando hai un figlio e lo accompagni in tutte le fasi della vita ripercorri un po’ quella che è stata la tua esperienza”, è l’opinione di Francesca, mamma da 10 anni.

“Pensiamo ai nostri primi ricordi, quando ci rendiamo conto che nostro figlio sta vivendo un’esperienza che ricorderà. La nostra mente cerca qualche immagine sbiadita del nostro primo giorno di scuola, ricordando i dettagli dei visi dei migliori amici di allora. Ripensi allo sport che hai mollato, a quello che volevi fare da grande ma poi hai cambiato idea, a cosa rappresentavano per te le vacanze al mare e il primo campus estivo. Il periodo, travagliato per tutti, delle scuole medie, quando sei stato vittima di bullismo, il primo amore e i timori verso i professori. Ripensi a quello che sei stato e che non sei più, ti vengono in mente vicende e aneddoti che avevi messo nel cassetto.

Ma, soprattutto, ti ritrovi costretto ad affrontare i nodi irrisolti del passato, a superare le tue paure per far forza alla personcina a cui devi fare da guida, ti metti in discussione più volte.

La realtà è che nel ripercorrere la tua vita, cresci con tuo figlio: come genitore e anche come individuo. E ti rendi conto che, se non avessi avuto un figlio, non saresti la persona che sei diventata”.

Pronti per impegnarci a essere genitori

Sentirsi pronti non per diventare genitori, ma per prendersene l’impegno: è quanto ci racconta Massimiliano, papà di una ragazzina e un ragazzino. “Scegliere” di avere figli forse non è il verbo che userei. Ho pensato che mi sarebbe piaciuto e che, in quel momento, insieme a mia moglie ci saremmo sentiti pronti. Che poi, pronti, non si è mai: quindi saremmo stati pronti non tanto a essere genitori, ma a impegnarci a esserlo. A dormire poco, a imparare come si mette un pannolino, a preparare le pappe e un sacco di altre cose che non sapevamo minimamente fare, ma che nemmeno immaginavamo esistessero.

Lo sceglierei ogni giorno della mia vita, perché in mezzo alle preoccupazioni, alle arrabbiature, alle spese e alle litigate (perché in famiglia, comunque, ognuno ha il suo “ruolo”), guardare negli occhi i miei ragazzi e accompagnarli nella loro crescita è la cosa più bella che potesse capitarmi. Poi siamo stati fortunati: sono fatti “a modo loro”, ma ci danno soddisfazione, anche se stanno entrando nella fase dell’adolescenza (e che dio ce la mandi buona!).

Dunque: non avevo grandi aspettative, anche se avendo avuto un fratello minore quando avevo 17 anni, qualcosina in termini di “impatto” e di cose da fare me lo ricordavo. Ma erano più cose pratiche, che l’effetto emotivo che l’arrivo di Pietro e di Diana ha portato con sé. E’ banale dirlo, ma ogni giorno è una scoperta: ci sono elementi nuovi, oppure evoluzioni di situazioni vecchie. E’ un’avventura in cui hai sempre il dubbio di aver fatto la scelta sbagliata, di aver preso la direzione più lunga o di aver comunque preso una cantonata. Ma forse è proprio quel dubbio che devi sempre conservare per continuare a tenere gli occhi aperti. E fare il genitore al meglio delle possibilità e delle condizioni”.

La massima espressione di “unione”

Fare figli è legato all’istinto, indubbiamente. Ma non ha nulla a che fare con l’istinto fisico, legato alla sfera sessuale, o almeno, non oggi.

“Per me la scelta di avere un figlio è stata legata a un istinto sicuramente, ma guardandolo bene era un istinto legato all’amore, l’espressione più vera ed essenziale, di amore”, è l’idea di Liana, mamma di tre bambini.

Un istinto che non viene fuori solo da te ma dalla coppia che costruisci con un’altra persona. era la condizione ideale per unirci, in quell’amore che sentivamo esserci tra noi. Avere figli era, sempre per noi, l’espressione massima di unione. E così è stato, quando abbiamo preso in braccio la nostra prima figlia, nonostante le difficoltà del diventare genitori. E poi ne abbiamo fatti altri due: forse la terza volta si è trattato di pura follia!”.

Dare la vita, e tutto il resto

Le motivazioni che ci portano a generare figli sono quindi frequentemente di natura affettiva e inconscia. “Sono cresciuta pensando di non avere il desiderio e l’istinto di maternità”, rivela Sara, mamma di due bimbi nati negli ultimi quattro anni. “Poi, con gli anni, le cose sono cambiate: mi sono avvicinata ai bambini per lavoro, e alcuni amici stretti hanno avuto dei figli. Mi sono resa conto che, nonostante le difficoltà e le sfide, diventare genitore non era poi così male.

Poi un giorno, dopo anni di relazione con il mio compagno, mi sono svegliata un giorno pensando che avere un figlio avrebbe aggiunto un senso alla mia vita, un movimento al cosmo. E che era il momento giusto, perché avevo risolto alcuni nodi della mia vita, e allora sì, a quel punto sei pronto a dare la vita a qualcun altro, nel momento in cui ho sentito il valore e la bellezze della vita. Si tratta di un istinto irrazionale, e spiegare a parole cosa ti succede nel momento in cui lo realizzi è difficile.

Se devo trovare un motivo non ne trovo uno solo, ma tanti: lo faccio per me e per il mio compagno, per diventare una famiglia, per ‘fame’ di vita, per l’idea che avremmo potuto mettere al mondo creature in grado di generare un buon cambiamento, e poi, e soprattutto, dare la vita. E’ come un miscuglio magico, fatto di egoismo, amore e gratitudine”.

giornata mondiale genitori

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