Riconoscere, prevenire e curare i disturbi alimentari

da | 26 Feb, 2020 | Lifestyle, Salute e Benessere

Riconoscere e prevenire: ecco come intervenire per modificare quanto prima errori alimentari nei più giovani e curare i Disturbi Alimentari. Errori che, se non corretti, possono essere mantenuti per tutta la vita

Quando si tratta di disturbi alimentari, la prevenzione è fondamentale. Quando il rapporto con il cibo e con il proprio corpo è distorto, possono nascere problemi. I Disturbi del Comportamento Alimentare, abbreviati comunemente in DCA, spingono la persona a mangiare troppo e in continuazione, o all’estremo opposto, a mangiare pochissimo o persino nulla. Ne parliamo con La Dott.ssa Elena Tugnoli, Psicologa, specializzata in psicoterapia cognitivo comportamentale e attiva presso l’Associazione Nutrimente Onlus ci aiuta ad approfondire l’argomento suggerendo buone pratiche di prevenzione.

Riconoscere il problema

In Italia sono circa 3 milioni di persone, donne. L’età media di esordio si colloca intorno ai 17 anni. Ecco perché è importante parlare di prevenzione. Come si può capire se il rapporto con il cibo è distorto? Innanzi tutto, suggerisce la dott.ssa Tugnoli, conoscendo le diverse forme in cui il disturbo si manifesta. “Il rapporto con il cibo, in questi casi, va al di là dell’alimentazione: in quel momento il cibo rappresenta qualcosa che non troviamo altrove, come ad esempio il controllo in un momento in cui abbiamo la sensazione di non averlo o un aiuto a sedare un’emozione che proviamo e che non vogliamo sentire.

Anoressia

Da un lato troviamo l’anoressia, come rifiuto del cibo da parte di chi ne soffre e la paura ossessiva di ingrassare. Il risultato è  una restrizione alimentare con controllo quasi ossessivo sul cibo (riduzione della quantità di cibo che si assume). Questo comportamento porta ad una perdita di peso evidente e molto rischiosa, con conseguenze rilevanti sul piano fisico e organico (interruzione del ciclo,  osteoporosi…).

Bulimia

All’opposto, prosegue la dottoressa, troviamo la bulimia e il disturbo da alimentazione incontrollata o da abbuffata. Entrambi sono caratterizzati dall’assunzione di grandi quantità di cibo, in un intervallo di tempo molto breve, con perdita il controllo fino a sensazioni di pienezza e dolore allo stomaco. Nella bulimia sono presenti comportamenti compensatori conseguenti all’abbuffata, come il vomito o l’utilizzo di lassativi eccessivi o la grande quantità attività fisica. Il peso corporeo rimane solitamente invariato ed è per questo motivo che il disturbo risulta più difficile da individuare. Nel disturbo da abbuffata invece non sono presenti comportamenti compensatori, pertanto il rischio riguarda il raggiungimento di livelli di peso importanti.

Ortoressia 

Negli ultimi anni è diventato oggetto interesse anche l’ortoressia, cioè l’esagerata attenzione per la qualità del cibo. Questo disturbo, spiega l’esperta, consiste nella ricerca ossessiva di cibo sano e nella rinuncia rigida di quello che non lo è. E’ spesso accompagnata da una intensa ed ossessiva attività sportiva. Chi ne soffre, al fine di evitare cibi ritenuti dannosi per la salute, sviluppa il bisogno di conoscere ogni singolo ingrediente contenuto negli alimenti. Questo comporta, oltre alla presenza di pensieri ossessivi sul cibo, anche grosse limitazioni nell’attività quotidiana e nel mantenimento delle attività sociali. 

I campanelli di allarme

Genitori e insegnanti, vista l’età d’esordio del problema, dovranno fare particolare attenzione diventando osservatori esperti. Ma che cosa è importante monitorare? Raggiungere i giovani – è sempre un obiettivo delicato e fragile – spiega la dottoressa- ogni tipo di intervento è efficace solo per chi ascolta, quindi spesso è molto complicato.

Entrare in sintonia con i giovani, lo sappiamo, non è affatto semplice. I genitori, e anche gli insegnanti, possono fare particolare attenzione a notare i cambiamenti di umore, del modo di porsi in relazione, come per esempio, il diventare più schivi, riservati o solitari. Altro importante segnale è notare se si ripete un atteggiamento che porta a sfuggire durante i pasti. Altri esempi? Fare attenzione se il figlio/a, o allievo/a  pone eccessiva attenzione al cibo, se diventa più irritabile o triste, se mostra un senso di solitudine  o isolamento sociale, se riporta difficoltà di concentrazione, calo del rendimento scolastico, o eccessiva stanchezza.

Cosa fare

Nel caso emergessero questi aspetti- prosegue la Tugnoli- il primo passo è quello di rivolgersi al medico di base, che possa constatare la situazione medica ed eventualmente inviare allo specialista  o chiedere aiuto ad un centro specializzato. E’ importante  rivolgersi ad uno psicologo, psicoterapeuta esperto, che possa lavorare in equipe con psichiatra e medico che si occupi della parte nutrizionale. Il disturbo alimentare è una malattia che coinvolge sia il corpo che la mente e necessità di una cura effettuata da tutte le figure specialistiche necessarie. É importante mandare il messaggio corretto ai giovani, che non sentendosi “perfetti o all’altezza” prendano altre strade e ricordare loro che il valore delle persone è determinato da chi sono e non da ciò che fanno né tantomeno dalle prestazioni che hanno (scuola o sport) o dal loro corpo. Questo é il messaggio che deve essere veicolato. 

Fattori di rischio

Altro aspetto importante, ampiamento indagato, sono i fattori di rischio che hanno origini diverse: personali, familiari e sociali. “Tra i fattori personali troviamo la mancanza di autostima, la disregolazione emotiva  o vulnerabilità emotiva. Infatti ci sono persone  più suscettibili di altre alle emozioni, che  sentono con intensità maggiore. Tra i fattori familiari vi è il criticismo parentale e l’attaccamento insicuro. Tra i fattori sociali l’esposizione ai media che incitano alla magrezza e lo stile di vita. Questi sono i fattori che possono favorire l’ insorgere di un disturbo, unitamente ad altri, ovviamente, come il vivere un evento critico o un trauma.

Prevenire i disturbi alimentari 

Agire per tempo, come detto, risulta fondamentale. Il primo passo, che gli esperti chiamano prevenzione primaria, riguarda proprio il far conoscere il più possibile il problema, sensibilizzare e promuovere la salute. “La prevenzione – spiega la psicologa – prevede un’azione su tre livelli, quello primario di sensibilizzazione, quello secondario che ha a che fare con la diagnosi e trattamento precoce e la prevenzione terziaria orientata alla risoluzione del sintomo e alla prevenzione delle ricadute.

Nutrimente, un sostegno mirato

Nutrimente Onlus nasce dal desiderio di un gruppo di Psicologi e Medici, impegnati da anni nella Cura e nello Studio dei Disturbi Alimentari Psicogeni, di condividere le proprie esperienze e di estendere il raggio del proprio agire oltre i confini dell’ambulatorio ospedaliero e degli studi professionali.

Agire a più livelli

Per quel che riguarda la prevenzione primaria Nutrimente  è presente nelle aree sensibili per parlare di quelli che sono i fattori che possono portare all’insorgere in un disturbo alimentare. “Abbiamo progetti che coinvolgono le scuole, orientati non  solo ai ragazzi ma  anche agli insegnati e ai i genitori, perché sono loro che devono osservare i cambiamenti e i campanelli d allarme. 

Sensibilizzare 

Altro canale su cui lavoriamo molto è la comunicazione sia attraverso l’utilizzo dei social network promuovendo la salute e la guarigione attraverso campagne di sensibilizzazione sia attraverso indagini che escono su quotidiani e online. Offriamo convegni e corsi di formazione per medici e specialisti così che la diagnosi tempestiva sia un obiettivo perseguibile è raggiungibile. Infine abbiamo progetti che aiutano le ragazze già in terapia a ritrovare un nuovo equilibrio e reinserirsi nella vita attraverso laboratori di yoga e sull’immagine del proprio corpo, di riavvicinamento al cibo e gruppi di supporto su tematiche come emozioni e cibo”. 

Supporti concreti

Ecco due progetti specifici per i genitori: Spazio ai genitori, con gruppi di auto mutuo aiuto (AMA) di supporto, con libero accesso, gestiti da genitori facilitatori ed una psicologia. Sono destinati ai genitori con figli/e che stanno affrontando la malattia Il secondo progetto é Teen Nutritional Help, una linea telefonica di aiuto e supporto per genitori o familiari  che hanno bisogno di informazioni, che hanno il timore che la figlia stia cadendo nel disturbo o che vogliono indicazione sui centri di cura o a cui rivolgersi.

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