Progetto Protezione Famiglia

da | 19 Gen, 2015 | Lifestyle

Un tumore grave è una malattia molto dura per una famiglia, in particolare se a esserne colpiti sono una mamma o un papà con bambini piccoli. Un percorso difficile che in alcuni casi può risultare destabilizzante: una rete di sostegno e protezione in questi casi è essenziale, perché le difficoltà e i bisogni sono tanti e paiono insormontabili. È dunque encomiabile e utile il Progetto Protezione Famiglia nato nella Fondazione Faro e sostenuto dalla Rete Oncologica Piemonte e Valle d’Aosta, che fornisce un servizio di accoglienza psico-sociale alle famiglie “fragili” che vivono questa difficile situazione.

Intervenire, con delicatezza
“Il progetto nasce nel 2002 con l’intento di sostenere le famiglie che assistono malati oncologici gravi – racconta la psicologa Stefania Chiodino, una delle responsabili dell’iniziativa -. La presenza in una famiglia di soggetti fragili oltre al malato, la rende particolarmente vulnerabile nel corso della malattia, nella gestione delle fasi critiche del percorso di cura e, in caso di cattiva prognosi, nella fase del lutto. Sono considerate fragili le famiglie con altri malati o disabili, quelle con familiari colpiti da grave disagio psichico, quelle ristrette con scarse reti sociali, quelle gravemente impoverite dalla malattia o colpite da recenti eventi traumatici, ma in particolare il progetto nasce per aiutare i nuclei familiari che hanno all’interno minori.

Per queste famiglie sono aperte reti di sostegno e l’affiancamento di figure professionali con competenze specifiche: psicologi, assistenti sociali, avvocati, assistenti tutelari domiciliari, educatori, volontari, specialisti per l’infanzia che, accanto ai curanti di riferimento, costruiscono un programma assistenziale mirato e personalizzato sui bisogni e sulle caratteristiche della famiglia. Affiancare un adulto sereno a un bambino che sta affrontando un momento drammatico è importante e può anche risultare una prevenzione significativa di disagi che potrebbero emergere in un futuro. Accanto all’équipe medico-infermieristica il progetto mette in moto un sostegno a tutto campo, anche legale ed economico, durante il tempo della malattia, e, nelle situazioni più sfortunate, nel tempo del lutto. Il progetto ha costruito una cultura fatta di linee guida e percorsi assistenziali utili anche a gestire la comunicazione della malattia: aiutare i genitori e gli adulti in famiglia a comunicare la malattia ai bambini nel modo migliore, preparandoli in modo graduale e includendoli nel percorso, è uno dei nuclei culturali del progetto. Gli operatori che seguono bambini e ragazzi sono in grado di rilevare segnali di disagio che possono rendere necessario prendere in carico psicologicamente i piccoli con percorsi appositi di psicoterapia. E sono comunque attenti a intervenire con delicatezza nelle fasi critiche della malattia e nei momenti più drammatici”.

L’importanza della comunicazione
“Il progetto prende in carico ogni anno circa 700 famiglie; in circa il 70% di queste si tratta di nuclei con figli in età evolutiva e nella gran parte il malato ha una cattiva prognosi – prosegue il dottor Oscar Bertetto, direttore della Rete Oncologica Piemonte e Valle D’Aosta – . L’iniziativa è stata portata avanti in questi anni all’interno della Fondazione Faro, con ottimi sviluppi, però prevalentemente ristretta a Torino e provincia. Ora stiamo cercando di includere il progetto nella Rete Oncologica in modo che si possano costruire servizi specializzati per le famiglie fragili in tutta la regione con un livello di servizi qualitativamente omogeneo in tutto il territorio. Per raggiungere l’obiettivo vogliamo sensibilizzare oltre agli operatori sanitari anche le associazioni di volontariato, la cui agilità di azione ne rende l’operato particolarmente efficace. Il nostro auspicio, per il 2015, è di allargare il territorio in cui agiamo mantenendo lo stesso livello di operatività. Infine è fondamentale riuscire a raccontare bene e diffusamente quello che facciamo: una delle criticità è che le famiglie arrivino all’inclusione nel progetto in uno stadio tardivo della malattia oncologica, mentre è importante incontrarli all’inizio per costruire con loro percorsi di accompagnamento e sostegno: per accogliere, orientare e preservare pur nel dramma della malattia quel nucleo di stabilità che permetta loro di ritrovare la speranza”.

Un gesto di solidarietà
La Fondazione Faro ha costituito un fondo da utilizzare per interventi di sostegno economico a favore delle famiglie che a causa della malattia si trovano in condizioni di impoverimento. Per maggiori informazioni rivolgersi alla segreteria del progetto a protezionefamiglia@fondazionefaro.it. Le famiglie interessate a fare una donazione possono inviare il loro contributo a: Fondazione FARO Onlus, Banca Unicredit, IBAN IT 98 W 02008 01133000110048914, indicando nella causale del versamento “Protezione Famiglia”. La Fondazione si impegna a fornire un dettagliato rendiconto sull’utilizzo delle somme raccolte.

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