Rimanere un cucciolo

da | 10 Set, 2013 | Lifestyle

Gentile dottoressa, 

mio figlio Giorgio frequenta la terza elementare e le maestre mi dicono che lo vedono un po’ infantile rispetto alla sua età. Anche a me certe volte sembra ancora poco autonomo e un po’ insicuro: vuole che lo lavi io, mi chiede di vestirlo anziché fare da solo, per addormentarsi è necessaria la mia presenza e non vuole mai attraversare senza di me il corridoio buio che porta all’interruttore della luce. La cosa “strana” è che assieme al papà si prepara da solo e durante una mia assenza ha persino dormito da solo senza fare storie per addormentarsi. Mio marito dice che Giorgio è così perché io faccio la chioccia. In effetti, quando insiste per farsi aiutare, io alla fine cedo, ma è più forte di me. Come posso fare? Grazie per il suo aiuto.

Nadia

 

Cara Nadia, il punto di vista dei papà è sempre prezioso, ma non devi pensare di risolvere da sola questa situazione, che tu vivi, giustamente, come una tua difficoltà. La potete (e dovete!) affrontare insieme, come coppia di genitori. Crescere è faticoso e i bambini hanno bisogno di incentivi. Il desiderio di diventare grandi e fare da soli è sempre accompagnato da qualche timore e può succedere che i bambini rallentino o addirittura tornino indietro, soprattutto quando trovano difficoltà lungo il percorso. La terza elementare, che Giorgio frequenta quest’anno, è una classe impegnativa: ai ragazzi viene chiesto di imparare a studiare. Forse le nuove aspettative lo spaventano? Mi sembra che Giorgio stia provando a fare il cucciolo e che abbia anche capito con chi se lo può permettere. Come mamma, sai bene che tuo figlio “sente” se la richiesta di autonomia che gli poni è serena o colorata del rimpianto di quando era davvero cucciolo e aveva bisogno di cure e attenzioni da parte tua e del papà. Prova a chiederti a cuore aperto: che effetto mi fa l’idea che mio figlio stia crescendo? Che cosa provo quando mi accorgo di non essere più indispensabile? Tu ovviamente desideri che tuo figlio sia più autonomo, ma quali sono le tue emozioni? I bambini hanno antenne superpotenti per captare il mondo emotivo dei genitori e talvolta se ne approfittano. Non a caso, quando Giorgio sta con il papà, non fa richieste “da cucciolo”. La crescita dei figli è faticosa non solo per loro, ma anche per i genitori. Quando si gioisce per le conquiste, si deve essere preparati a modificare il ruolo gratificante dell’accudimento per adattarsi alle nuove esigenze. Riconoscere questa fatica è il primo passo per gestire i momenti difficili con più consapevolezza e serenità. Il papà potrà aiutarti (senza che Giorgio se ne accorga) facendoti notare con un’occhiata d’intesa quando stai per cedere. E non dimenticare di suggerirgli di portare ogni tanto la “mamma chioccia”  fuori a cena: anche questo potrebbe essere un ottimo aiuto.

Anche tu sei un bambino

Ognuno di noi porta dentro un “bambino nascosto”. Andare alla sua ricerca è un aiuto prezioso per far crescere i figli. Un libro aiuta i genitori in questa avventura: “Il bambino nascosto. Favole per capire la psicologia nostra e dei nostri figli”, di Alba Marcoli, Oscar Saggi Mondadori, 8,40 euro.

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