Improvvisamente, durante la notte, il nostro piccolino urla. Accorriamo a vedere cosa succede: è seduto sul letto, si lamenta, sembra spaventato, si agita, ha gli occhi aperti (anzi sbarrati) ma ci accorgiamo subito che non è sveglio. Non è sveglio, ma neppure dorme.
Cosa è successo? Ha un attacco di pavor nocturnus. Molti bimbi hanno attacchi di pavor, cioè accessi di terrore durante il sonno provocati dai sogni.
È un piccolo problema comune nella prima infanzia e non è l’esito di una educazione sbagliata né di un trauma. Si riscontra soprattutto fra i 2 e i 5 anni. Non esiste alcuna terapia: il consiglio che si dà in questi casi è simile a quello dei casi di sonnambulismo: non cercare di svegliare il bambino, non toccarlo, non accendere le luci. Basta vigilare sulla sua incolumità e rassicurarlo con dolcezza.
La differenza tra il pavor e un incubo è che nel primo il bambino non ha coscienza dell’episodio. Esiste anche un’altra differenza, più tecnica, che riguarda le fasi del sonno in cui i due eventi si manifestano: il pavor nella prima parte della notte, l’incubo nella seconda, quella del sonno REM popolato dai sogni.
In caso di incubi, il bimbo si sveglia ed è cosciente, anche se semi-addormentato. In queste occasioni ha bisogno della presenza dei genitori o di altre figure familiari e rassicuranti: coccolatelo, tranquillizzatelo, portatelo nel lettone o stategli vicino finché non si calma o si riaddormenta.