Un lago da caccia al tesoro, nel Canavese

da | 27 Mar, 2018 | Lifestyle, Viaggi

Il Canavese, terra di confine tra la pianura del Piemonte e le montagne della Valle d’Aosta, è una curiosa zona geologica grazie all’Anfiteatro Morenico della Serra d’Ivrea, uno dei più rilevanti in Europa.

Breve digressione scientifica

Nel corso dei secoli, il ghiacciaio del Monte Bianco modellò i fianchi e il fondo della valle originando numerose morene. Con il definitivo ritiro dei ghiacci, avvenuto circa diciottomila anni fa, l’area venne coperta da un enorme lago delimitato dalle morene, che si interrò poi in parte per i detriti trasportati dalla Dora Baltea nel corso degli anni. Residuo di questo antico lago sono i Cinque Laghi della Serra d’Ivrea. Più due, i laghi di Candia e di Viverone.

I cinque laghi, più due, più uno

Lago Pistono, lago Nero, lago Sirio, lago Campagna e lago San Michele sono i nomi dei cinque laghi eporediesi, caratterizzati da un ambiente prevalentemente collinare, con clima mite e terreno fertile sfruttato già in epoca preromana. I tratti coltivati a vite si alternano a fitti boschi, habitat naturale di numerose specie animali. Ma (curiosità in arrivo) alla fine dell’Ottocento di laghi ce n’erano sei! Dov’è finito il sesto, che risponde all’evocativo nome di lago Coniglio? Ecco un’idea per trascorrere una tranquilla giornata nella natura, adatta anche alle mezze stagioni: si va alla ricerca del lago Coniglio! Innanzitutto serve l’attrezzatura giusta: scarpe comode per camminare, zainetto porta-bimbi per i piccolissimi (o passeggino off road), una merenda sostanziosa o un pranzo completo a seconda che si decida di stare via il pomeriggio o la giornata intera.

Un itinerario adatto anche ai piccini

Il percorso prende il via da Montalto Dora, dove si trova un comodo parcheggio nei pressi della chiesa. Si punta verso il Palazzo Comunale dove si incontrano i primi pannelli del tragitto che approfondiscono aspetti storici e naturalistici del territorio, come l’imponente villa dei Baroni Casana o il Cedro dell’Atlante alto trenta metri che si può vedere una volta giunti all’area picnic con fontana.
Dall’alto della rocca veglia, lungo quasi tutto l’itinerario, la mole del castello di Montalto Dora, eretto nel Duecento, che si diverte ad apparire e a scomparire alla vista, quasi giocasse a nascondino.

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La linea insubrica

La strada porta facilmente alla chiesetta di San Rocco sotto il cui portico ci si può riposare e (lo diciamo sottovoce) appena dietro si trovano alcune rocce su cui i piccoli possono provare a scalare sotto l’occhio attento dei grandi. Una volta giunti a una seconda area picnic (con nuova fontana) si prende a sinistra passando davanti alla linea insubrica e piegando poi a destra si arriva nei pressi del lago Pistono. Non sapete cos’è la linea insubrica? Neanche noi, perciò siamo andati a cercarlo. Si tratta dell’intersezione creata dalla collisione tra la Zolla Europea e la Zolla Africana, avvenuta in un periodo compreso tra 135 e 35 milioni di anni fa. È la responsabile della formazione delle Alpi e tra i due piani di frattura affiorano oggi le rocce del Canavese.

Le Terre Ballerine

Nei pressi del ponte si trova un bivio: il percorso volge a sinistra e porta ad altri punti interessanti, tra i quali i resti dell’acquedotto romano che serviva la città di Ivrea.
Noi puntiamo direttamente a destra, in direzione del lago Pistono, passando davanti alla trattoria La Monella. Poco oltre, prendendo a sinistra e percorrendo a ritroso un breve tratto della via ufficiale, si arriva al clou della passeggiata: le Terre Ballerine. Un corpo di ballo boschivo? Molto più divertente: un punto in cui il terreno è così elastico che, facendo un piccolo salto, si rimbalza come su di un materasso e le piante vicine si muovono a tempo. Perché? Perché sotto allo strato di terra trattenuto dalle radici si accumula dell’acqua. L’effetto è bizzarro e crea la sensazione di trovarsi all’interno di un film animato, con il terreno che si muove a onde.

La via del ritorno

A questo punto si torna sulle rive del lago Pistono e si può optare per due vie: o si ripercorre la strada fatta all’andata oppure si prosegue lungo le rive del lago lungo una comoda sterrata. In questo tratto, sentierini appena abbozzati portano alla spiaggia sulle rive del lago, una breve ma consigliata deviazione (d’estate la balneazione è permessa ma non sorvegliata). Dopo esser passati accanto alla Cappella di Santa Croce si attraversano alcune vigne e si chiude il cerchio presso l’area picnic incontrata all’andata. Da qui
si ripercorre il tratto fatto all’inizio, tornando al paese e al parcheggio. Ma allora, dove si trova il lago Coniglio?

A fine Ottocento esisteva, ma era già in avanzato stato di interramento. L’estrazione della torba necessaria al funzionamento di alcune industrie siderurgiche valdostane ha concluso l’opera. L’anello che dal lago Pistono passa per l’antico acquedotto compie il periplo di quello che anni fa era il lago Coniglio. L’unico rimasuglio vero e proprio è rappresentato dalle Terre Ballerine. Il coniglio, si sa, scava la tana sotto terra.

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