Una casa, editrice, per tutte le famiglie: Lo Stampatello

da | 6 Giu, 2023 | da non perdere, Libri, Lifestyle, Persone

Quattro figli e una casa editrice, Lo Stampatello, la prima in Italia ad aver affrontato in albi dedicati ai bambini temi importanti ma complessi come l’omossesualità, la diversità, l’inclusione, con un linguaggio semplice e illustrazioni bellissime

Cercare risposte semplici alle domande difficili dei bambini: quante volte chiediamo aiuto a un bell’album illustrato? E cosa succede se quel libro ancora non esiste?

Francesca Pardi e Maria Silvia Fiengo sono mamme di 4 figli e nel 2011 hanno fondato la casa editrice Lo Stampatello, guidate dall’esigenza di trovare proprio ‘quel libro’ che ancora non c’era, in libreria o in biblioteca. 

Coreografa la prima e insegnante la seconda, hanno sentito il desiderio di affrontare temi considerati tabù per bambini e ragazzi e dare spazio e voce a tutti i tipi di famiglie esistenti, all’epoca poco considerate nel panorama editoriale italiano. 

Nascono così le celebri avventure di Piccolo Uovo, ma anche storie che affrontano il tema della diversità in generale, e traduzioni di libri illustrati e scritti da autori stranieri come “Il mio grande grosso libro delle famiglie”.

“Parlami in stampatello” è il motto della casa editrice, perché, come spiega Francesca Pardi: “proponiamo ai bambini temi anche complessi con un linguaggio semplice, chiaro e diretto, per l’appunto, in stampatello”. 

Ai bambini bisogna dire la verità

L’idea arriva dopo la pubblicazione “casalinga” di un racconto nato da un’esigenza precisa: quella di spiegare ai compagni di classe perché la primogenita aveva due mamme. 

“In realtà non avevo mai pensato di scrivere un libro, e in particolare per bambini”, racconta Francesca Pardi. “Ma, come molti genitori, dopo quattro figli eravamo esperte di libri illustrati, la nostra casa ne era piena. All’epoca la nostra figlia maggiore aveva 9 anni e frequentava la scuola primaria. I suoi compagni le domandavano perché avesse due mamme, e lei era in difficoltà quando doveva spiegare qualcosa che per lei era sempre stata la normalità, ma per gli altri no.

Così abbiamo costruito un libretto che raccontava la storia della nostra famiglia e che spiegava che per fare un bambino ci vogliono sì un maschio e una femmina, ma questi non necessariamente coincidono con i tuoi genitori, spiegando delicatamente la storia dell’ovino e del semino anche a chi non ne aveva ancora mai sentito parlare. 

Il libro, illustrato in casa, funzionava bene e altri genitori hanno iniziato a chiedercelo. Così ho pensato: che bello se si potesse trovare in libreria! E ho iniziato a mandarlo a tutte le case editrici. 

Mi ha risposto una soltanto, che all’inizio aveva apprezzato l’idea originale, ma che poi, a contratto firmato e bozze corrette, ha mandato a monte tutto perché riteneva che i tempi fossero ancora prematuri per affrontare questo argomento con i bambini”. 

Il 2011 non è poi così lontano, eppure oggi i tempi sembrano molto cambiati. “Non mi sono data per vinta, ovviamente, e ho cercato subito di capire come fondare una casa editrice, e ho scoperto che era più semplice di quanto avessi immaginato. 

Sapevo che la mia compagna non si sarebbe tirata indietro davanti a un’avventura così bella, seppur faticosa.  E così è nata Lo Stampatello. Abbiamo iniziato con la pubblicazione di due cartonati per bambini piccoli: ‘Piccola storia di una famiglia: perché hai due mamme?’ e ‘Più ricche di un re’, supportata dall’associazione Famiglie Arcobaleno”. 

spiegare omosessualità

Piccolo Uovo alla scoperta di tante famiglie

Una volta che il sogno decolla, perché non sognare in grande? E per grandi temi servono grandi illustratori. 

“Un giorno ho pensato: pensa che bello se uno bravo come Altan illustrasse uno dei nostri libri. L’ho contattato, era disponibile, però lui disegna animali e nelle mie storie c’erano persone. Così abbiamo immaginato un protagonista che potesse unire il mondo umano e quello animale: è nato Piccolo Uovo, che mette insieme tutti i tipi di famiglie.

Per me l’uovo ha un significato importante: non è la forma che conta, ma la sostanza”. Le avventure di Piccolo Uovo sono raccontate in diversi libri illustrati, uno dei quali ha vinto il Premio Andersen 2012.

“L’idea al centro è che temi importanti si possono trattare in maniera semplice, in particolare quando parliamo di inclusione e differenze. Abbiamo scelto Altan perché le sue illustrazioni sono immediate, e noi volevamo essere accessibili a tutti. 

Oggi Piccolo Uovo è diventato anche un cartone animato e probabilmente, dopo la prima pilota – visibile su YouTube – seguiranno altre puntate”.

Parlare di omoaffettività

La linea editoriale de Lo Stampatello mette al centro l’inclusione e la diversità. 

“Vogliamo dare il giusto valore a tutti i tipi di famiglie, non solo quelle omogenitoriali, ma anche i genitori single, le famiglie allargate e le famiglie di diversa nazionalità o cultura.

Nei primi anni Piccolo Uovo era molto diffuso nelle scuole dell’infanzia, affiancato da progetti didattici. In un secondo momento c’è stato un forte ostruzionismo intorno a questo libro, soprattutto quando ha iniziato a prendere piede la polemica sulla teoria gender. 

Oggi per fortuna il libro ha preso la sua strada, è conosciuto, gli insegnanti lo cercano e non siamo più l’unica casa editrice a raccontare i diversi tipi di famiglie.

Però Piccolo uovo è stato dirompente per un motivo: siamo riusciti a spiegare l’omosessualità ai bambini più piccoli, uscendo da quel pregiudizio che vedeva dell’omosessualità solo il lato sessuale.

A quest’età ai bambini bisogna parlare di amore, e noi abbiamo parlato di omosessualità nella sua dimensione affettiva e sociale, collegata a progetti di vita, matrimonio, famiglia. E questo punto di vista manda in frantumi ogni pregiudizio. E poi c’è un’altro fattore importante che ha portato Piccolo Uovo ad avere successo sin dall’inizio: per la prima volta si usciva da quel modello tradizionale di fronte al quale quasi tutte le famiglie si sentivano inadeguate”. 

Fuori dal tabù

Nel 2015 Lo Stampatello è stata definita da alcuni quotidiani “la casa editrice che spaventa i gruppi anti-Gay”. Oggi, invece, le case editrici che parlano di diversità, orientamento sessuale e tipologie di famiglie sono tante. 

Piccolo Uovo ha aperto uno spiraglio in Italia: dopo qualche anno gli editori si sono resi conto che era necessario allinearsi al mercato straniero, ma anche al mondo che cambia. 

Noi avevamo una motivazione molto forte, e dopo altre storie illustrate da grandi come Desideria Guicciardini e Gek Tessaro, abbiamo anche tradotto diversi libri per bambini già pubblicati da una casa editrice inglese, come ‘Il grande grosso libro delle famiglie’ e altri titoli sul tema della migrazione o della crescita. Inoltre, portiamo avanti un progetto sul cyberbullismo e una mostra itinerante dal titolo ‘Ci sono anch’io’. Le nostre competenze professionali – io sono scenografa e Silvia insegnante – sono utili per questi progetti; ciò non toglie che per noi, lavoratrici e mamme di 4 figli, la casa editrice sia stata una bella avventura ma anche molto faticosa, e non possiamo dedicarle il 100% dell’energia. 

Il nostro catalogo non conta tanti titoli e non ne pubblichiamo di nuovi da un po’. Ma i genitori e gli insegnanti ci cercano, quindi continuiamo a esistere, nel nostro piccolo. 

In futuro, mi piacerebbe pubblicare nuovi episodi di Piccolo Uovo, che in origine avrebbero dovuto essere dieci, e continuare a dare un contributo alla letteratura per l’infanzia: è un mondo in cui ci si parla veramente, ci si confronta, non ci si sputa addosso le idee e nessuno deve vincere”. 

Lo Stampatello

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