Parlare di Gaza con i bambini: le risorse utili di Save the Children

Come affrontare paura e domande? Gli strumenti e le risorse utili proposte da Save the Children per aiutare genitori e insegnanti di bambini e bambine a comprendere Gaza e altri contesti di guerra

Mentre il conflitto a Gaza continua a devastare vite e territori, anche i bambini lontani dal fronte ne subiscono le conseguenze. Le immagini di bombardamenti, feriti e famiglie distrutte circolano sui social media, penetrando nelle case e nelle scuole di tutto il mondo. I bambini vedono, ascoltano, si pongono domande: “Perché quei bambini muoiono?”, “Può succedere anche qui?”. La guerra non è più solo un evento distante, ma una realtà emotiva che genera paura, tristezza e confusione. A Gaza, la situazione è drammatica: oltre 20 mila bambini uccisi, 132 mila sotto i 5 anni a rischio malnutrizione acuta, infrastrutture distrutte e accesso negato a beni primari come acqua, cibo e cure mediche. I bambini vivono in uno stato di instabilità permanente, privati del diritto al gioco, all’istruzione e alla sicurezza.

Ma anche i bambini e le bambine in Europa, compresi quelli in Italia, ne risentono. Alcuni hanno legami diretti con la regione, altri appartengono a comunità già segnate da guerre e sfollamenti. Perfino chi non ha alcun legame personale con Gaza è esposto a contenuti scioccanti su TikTok, Instagram e YouTube, spesso privi di contesto. Questo fenomeno, definito “trauma a distanza”, può generare ansia, disturbi del sonno, insicurezza e confusione tra realtà e finzione. È fondamentale che genitori, insegnanti ed educatori riconoscano il peso emotivo di questa esposizione e offrano ai bambini strumenti per orientarsi nel caos informativo. Una lettura di approfondimento consigliata è il dossier “Bambini e adolescenti in fuga dalla guerra” di Save the Children che esplora le conseguenze psicologiche e sociali dei conflitti sui minori e offre spunti utili per affrontare il tema con consapevolezza.

 

I rischi della guerra digitale e il ruolo degli adulti

Nell’era iperconnessa, la guerra si combatte anche sugli schermi. I bambini non devono trovarsi fisicamente in una zona di conflitto per esserne coinvolti emotivamente. L’esposizione a contenuti violenti e fuorvianti può distorcere la loro comprensione del mondo, minare la fiducia negli adulti e generare insensibilità o senso di colpa. A peggiorare la situazione, la disinformazione e la propaganda diffusa online: fake news, immagini manipolate e teorie complottiste circolano rapidamente, rendendo difficile distinguere il vero dal falso. I bambini, spesso privi di competenze di media literacy, rischiano di sentirsi sopraffatti. È quindi essenziale che gli adulti di riferimento parlino apertamente di ciò che i bambini vedono online, incoraggino il pensiero critico e offrano supporto emotivo.

Per proteggere i più piccoli, è utile creare uno spazio sicuro per le domande, normalizzare il non sapere, evitare dettagli cruenti e condividere storie di speranza e resilienza. Anche le routine quotidiane, la coregolazione emotiva e il dialogo empatico contribuiscono a costruire un senso di sicurezza psicologica. Dire “Capisco che sia una preoccupazione reale, affrontiamola insieme” è più efficace di un semplice “Non preoccuparti”. Parlare di guerra con i bambini non significa solo spiegare, ma coltivare empatia, resilienza e pensiero critico. Il silenzio alimenta l’ansia, il dialogo aperto crea connessione. Che siano direttamente colpiti o solo spettatori, i bambini hanno bisogno di adulti presenti, sinceri e capaci di guidarli con compassione.

 

Come sostenere i bambini: strumenti e risorse

Per affrontare questi temi con delicatezza e responsabilità, è fondamentale offrire ai bambini risposte adeguate alla loro età e strumenti per elaborare le emozioni. Alcuni consigli pratici includono: invitare i bambini a esprimere le proprie opinioni, ascoltare senza giudicare, cercare insieme le risposte e offrire “ancore emotive” che li aiutino a sentirsi al sicuro.

Tra le risorse utili fornite da Save the Children per genitori e insegnanti ci sono: “La guerra spiegata ai bambini”, il “Decalogo utile per genitori e insegnanti”, “10 libri per bambini e ragazzi sulla guerra e sulla pace” e la “Guida per insegnanti: 3 attività didattiche sulla pace”.

In un mondo in cui la guerra è sempre più vicina, anche quando sembra lontana, il compito degli adulti è quello di accompagnare i bambini nella comprensione, nella protezione e nella crescita. Parlare di Gaza, della sofferenza e della speranza, non è solo un atto educativo: è un gesto di umanità.

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