Amore ai tempi del bebè

da | 26 Gen, 2017 | Lifestyle

Più incombenze, meno tempo e una varietà di motivi di frizione: l’arrivo di un bebè spesso porta scompiglio tra mamma e papà. Come cambiano i rapporti di coppia e quelli amorosi quando nasce un figlio? Ce lo raccontano alcuni genitori.

Amore e CATERINA, MAMMA DI TOMMASO, 3 ANNI, SPOSATA
“Credo che, quando è nato nostro figlio, mio marito abbia avuto una depressione post partum. Lo desiderava un figlio e lo abbiamo cercato con consapevolezza, ma l’idea di affrontare una responsabilità tanto grande lo atterriva. Così, dopo un primo momento di presenza affettuosa, ha iniziato ad aver paura e chiudersi sempre di più: ovviamente io restavo fuori dal suo mondo come tutti gli altri. Non era la prima volta che succedeva, ma se in passato gli ero stata vicina, questa volta non lo potevo fare perché il mio tempo era tutto impegnato dal piccolo e dal lavoro. E lì è iniziata a crearsi una distanza tra noi sempre più difficile da colmare. Col tempo ha trovato da solo un modo per stare di nuovo bene, scoprendo nuove passioni e nuovi interessi – culturali e sportivi – che non ha cercato in alcun modo di dividere con me. Io mi sono dedicata anima e corpo al piccolo, l’ho allattato per due anni, dormiva con noi nel lettone. Una simbiosi: io avevo Tommi, mio marito non mi serviva più e non lo cercavo. Lui non cercava me e tutto il suo tempo era per sé: non c’era più tempo per me, ma nemmeno per Tommaso. Quindi io covavo sempre più rabbia e mi sentivo sempre più sola. Non ci potevo credere: nei pochi momenti in cui lui era davvero per noi eravamo la famiglia perfetta, quella che ho sempre sognato e in fondo lo so che lui non vuole che le cose tra noi vadano così male, ma non so come uscirne. Viviamo due esistenze parallele, distanti pur condividendo gli spazi e i tempi. Il bambino per il momento non percepisce le tensioni, che in effetti non sono eclatanti. Ci parliamo poco, essenzialmente per comunicazioni di ‘servizio’ e per il resto ognuno fa la sua vita. Non parliamo di coccole, cenette, intimità: cose di un’altra vita”.

Amore e FRANCESCO, PAPA’ DI ANITA E LEO, SEPARATO DA 5 ANNI
“Ci siamo lasciati perché stavamo male assieme e casa nostra era diventata un ambiente poco adatto a crescere i bambini. La nostra relazione era energivora, ingestibile e avvilente: non facevamo altro che litigare, rinfacciarci cose ed escogitare i modi peggiori per colpirci a vicenda. Ci siamo sposati da giovani e crescendo ci siamo allontanati senza ritrovarci. Anzi, ci eravamo proprio inceppati e diventati distruttivi l’uno nei confronti dell’altro, non ci stimavamo più. La presenza dei bimbi ha da un lato ritardato la decisione (senza di loro l’avrei fatto prima) ma l’ho presa anche per loro, perché non volevo che crescessero pensando che i rapporti uomo e donna sono così brutti, assistendo al deteriorarsi di una relazione infelice. All’inizio i bambini l’hanno presa male, ma ben presto siamo passati da un inferno di liti a un mondo di serenità. Ora la mia ex e io andiamo molto d’accordo, ci abbiamo messo un paio di anni, ma abbiamo ricostruito una buona relazione; ci è addirittura successo di andare in vacanza insieme. Siamo entrambi molto coinvolti nell’educazione dei figli, anche se io soffro perché li vedo di meno. Per garantire ai bambini maggiore stabilità abbiamo scelto che ci sia una casa principale, con la loro camera, i giochi, il gatto, ed è quella della mamma. Riprendere ad avere una vita sentimentale dopo una separazione non è facile. Non sono più solo un uomo che incontra una donna, ma sono un papà e l’atteggiamento, la disponibilità di una nuova persona nei confronti dei miei bambini sono fattori importanti: alcune si spaventano, altre sono fin troppo entusiaste. In ogni caso la mia ex e io non li esponiamo subito a una nuova presenza, loro sono curiosi e diffidenti al tempo stesso: facciamo attenzione a coinvolgerli lentamente e gradualmente. A distanza di cinque anni posso dire che è stata la scelta giusta; i primi tempi non sono stati facili, ci sono voluti energia, attenzione, coraggio e fatica, ma sono fiero di questo percorso. Siamo rifioriti, davvero”.

Amore e FRANCESCO, PAPA’ DI ANNALU’, 2 ANNI, SPOSATO
“Se dovessi fare un paragone tra prima e dopo la nascita della bambina direi che è cambiato il tipo di complicità. Prima eravamo una coppia piuttosto focosa, nel bene e nel male, sempre impegnata tra lavoro e cose da fare, insieme e non, e avevamo un nostro equilibrio. Poi questo equilibrio è cambiato. La mia prima impressione è che dopo la nascita di Annalù certi aspetti del nostro carattere siano diventati più spigolosi, come se quella complicità fosse saltata e avesse bisogno di trovare una nuova forma. Certo, gli spazi e i tempi sono cambiati ed entrambi siamo sereni e ben lieti di sacrificarli, o comunque di scoprirne di nuovi. In fondo è questo il bello di diventare genitori: scoprire un nuovo modo di vivere. Ciascuno di noi ha trovato una nuova forma di sicurezza, individuale, che non riuscivamo a condividere nel modo giusto: come se ci dicessimo adesso io sono madre, adesso io sono padre, siamo genitori. Ci scordavamo però di dire: siamo prima di tutto una coppia ed è una cosa fondamentale per scoprire bene questa nuova vita, almeno fin quando si decide di condividerla. Per ritrovarci, ci abbiamo messo dell’impegno. Presa coscienza della distanza che si era formata, abbiamo provato a crearci degli spazi di condivisone nuovi in cui ritrovarci come coppia di genitori in momenti che fossero prima di tutto nostri: passeggiate, piccoli viaggetti fuori porta, giornate a casa a giocare con la bimba. E poi, quando Annalù si addormenta, dedicarci a noi: vedere un film, farci coccole, goderci una cenetta. Ho capito che le reazioni di una coppia alla nascita di un figlio possono essere diverse, soprattutto quando la vita attorno non è lineare e serba sorprese di ogni tipo. Vorresti dedicarti soltanto al bebè, alla nuova famiglia che si forma, ma devi necessariamente confrontarti con altre situazioni che richiedono tempo e attenzione. Consapevoli che ‘l’amore è poco palcoscenico, è più una roba da backstage’, come dice un verso di Alessandra Racca”, (“L’amore non si cura con la citrosodina”, Neo Edizioni).

Amore e MARTA, MAMMA SINGLE DI ANGELICA E SOFIA, 4 e 9 ANNI
“A 20 anni contavano solo le mie esigenze. Ora per me vengono sempre prima le mie figlie. Non so se sia giusto, ma questo influenza inevitabilmente anche la mia vita sentimentale. Una delle cose che ho notato quando sono uscita con un uomo dopo che ero diventata mamma, è stato proprio questo: avevo prestato grande attenzione all’organizzazione della serata in modo che le bambine stessero bene e fossero serene, così che io potessi godermi l’uscita. Contrariamente a quando ero giovane, non avevo pensato a come mi sarei vestita, alle scarpe da mettere o al trucco. Non avevo immaginato cosa fare o dire per fare colpo. Ho scoperto che mi sentivo molto tranquilla e che il fatto di essere anche mamma, oltre che donna, mi dava molta sicurezza in me stessa. Avevo la mia vita, i miei interessi e nessuna ansia di piacere a tutti i costi! Questo modo di vedere le cose mi ha permesso e mi permette tuttora di vivere con molta tranquillità le uscite e di divertirmi. Sicuramente, quando valuto se un uomo può interessarmi, considero anche come si rapporta ai bambini e quanto è in grado di capire e accettare il fatto che per me è necessario organizzare uscite e incontri con un minimo di anticipo. E non deve arrabbiarsi se mando a monte un appuntamento all’ultimo momento perché una delle bambine ha la febbre… Gestire una relazione può essere difficile date queste premesse, ma se le cose funzionano i piccoli ostacoli pratici e logistici si superano. Nel mio caso, grazie a nonni super disponibili, riesco anche a organizzare weekend e viaggetti. Se le bambine sono serene e stanno con persone di cui mi fido, non ho problemi a lasciarle. Credo che ai bambini faccia bene vedere che i genitori hanno degli interessi e trovano il tempo di divertirsi con loro, ma anche senza di loro”.

Amore e ILARIA, MAMMA DI SERENA, 5 ANNI, e FEDERICA, 2, FELICEMENTE IN COPPIA
“Trovo che quando si diventa genitori sia importante ricordare di essere prima di tutto una coppia. Spesso in famiglia è difficile anche riuscire a parlarsi, per cui secondo me è fondamentale ritagliare degli spazi senza bambini, in cui ritrovarsi. Ho sempre amato organizzare sorprese e regali particolari al mio compagno e non ho perso la mia arte neanche con la nascita delle bimbe! Avendole allattate entrambe in modo esclusivo, il primo anno è un po’ più difficile, ma poi si recupera. Un’esperienza super che ho organizzato è stato dormire in una boulle, una camera trasparente, in mezzo alla natura, ai piedi del Monte Bianco. Siamo rimasti fuori una notte, Serena aveva circa un anno e mezzo e abbiamo avuto bisogno dell’aiuto dei nonni che quella sera si sono fermati a casa nostra. è stato un regalo per il suo compleanno: il mio compagno sapeva che saremmo andati via, ma non sapeva dove e neanche che saremmo stati da soli. L’ha scoperto ora dopo ora il giorno stesso della partenza, ma solo al momento dell’arrivo ha capito che avremmo dormito in mezzo alla natura, con cenetta panoramica sulle montagne. Meraviglioso! Poi è arrivata la nostra secondogenita e c’è stato un nuovo stop ai nostri momenti da soli, ma ora ha quasi 2 anni e da qualche mese stiamo tornando a ritrovarci noi due. Ogni volta è bellissima sia la sensazione di essere di nuovo soli, sia rivedere le bambine quando rientriamo. Qualche mese fa siamo stati quattro giorni a Londra e, anche se eravamo via per lavoro, per me è stata davvero una vacanza, pensare solo a me e a lui. Alcune amiche mi dicono che non si staccherebbero mai dai bambini, naturalmente ognuno ha le proprie idee, ma per me vivere ancora degli spazi a due è importante e pure necessario: lì trovo l’energia per affrontare le giornate belle ma impegnative che vivo con le piccole. E’ giusto inoltre che i bimbi capiscano che mamma e papà sono compagno e compagna e che hanno dei momenti per loro. La cosa più bella è rientrare e ritrovare le bimbe serene, grazie ai nonni, contente di rivederci e noi altrettanto carichi per affrontare la loro energia”.

Pubblicità
Pubblicità

I più letti

I più letti

Criticare e correggere: è proprio necessario? 

Focalizzarsi sull’errore, criticare e giudicare non aiuta a crescere. Esiste un metodo alternativo per relazionarci con i nostri figli? L’intervista a Carlotta Cerri, creatrice di La Tela ed Educare con calma

100 cose da fare con i bambini

Si chiama “toddler bucket list” e serve tantissimo quando c’è tempo libero e manca l’ispirazione. Una lista di cose da fare con i bambini a casa e all’aperto

Pavimento pelvico: guida all’uso

Dallo stato di salute del nostro pavimento pelvico dipende il benessere fisico, psicologico e sessuale delle donne, come ci ha raccontato l’ostetrica specializzata Laura Coda