Non si sceglie di diventarlo, ma si sceglie che tipo di zii essere: zie e zii ci raccontano il bello di un rapporto speciale con i nipoti
Godersi i bambini senza perdere una notte di sonno, giocare insieme senza doverli sgridare: sono tanti i vantaggi dell’essere zio e zia, un ruolo aperto che ognuno può scegliere come giocarsi. Con i nipoti si genera un rapporto di amore puro, come ci racconta Carla, zia di Ginevra, (9 anni), Matilde (7 anni) e Filippo (1 anno). “Sono una zia pazza d’amore. Da sei anni i miei nipoti vivono a Londra, ma ci teniamo in contatto costante; mia sorella mi manda foto e video in tempo reale, così riesco a seguirli nella quotidianità. Siamo una famiglia molto unita, family is family, come dice mio cognato Paolo. Nel rapporto a distanza vince la qualità: quando sai che hai solo qualche giorno per stare insieme, ti organizzi per ottimizzare i tempi. Per fortuna riusciamo comunque a vederci abbastanza spesso – la scuola inglese ha meno vacanze d’estate ma molte nel corso dell’anno, così tornano in Italia per Halloween, Natale, Pasqua. E anche io, appena posso, cerco un volo per Londra e vado a trovarli. Dopo la nascita di Ginevra, la primogenita, pensavo che non avrei mai potuto amare un altro nipote quanto lei e invece, quando sono arrivati Matilde e Filippo, ho scoperto che l’amore non ha limiti ma si moltiplica. Io sono la zia del giocare, dello stare insieme a chiacchierare. Sono bambini affettuosi, amano gli abbracci e le coccole. La sera, quando sono con loro, mi chiedono ‘Zia, ci metti a letto tu?’ perché vogliono il grattino della zia, proprio come io amavo i grattini della nonna. In loro e nel loro modo di interagire rivedo me e mia sorella: giocano tanto, litigano spesso e si vogliono un mondo di bene. A Londra durante la settimana hanno orari molto regolari, vanno a letto presto ma nel weekend, quando vado a trovarli, i genitori escono e io sono la zia-sitter! Mia sorella nel lasciarci mi raccomanda sempre ‘Non scatenarli troppo’, ma un po’ di divertimento insieme anche prima di andare a nanna non ce lo facciamo mancare! Quando tornano in Italia li porto a fare dei laboratori creativi, al cinema, a giocare con la mia boxerina Acqua che loro adorano e non vedo l’ora che siano un po’ più grandi per fare nuove esperienze con loro, magari un bel viaggio tutti insieme!”.
I favolosi zii quarantolescenti
Cristina e Roberto sono gli zii felici di quattro ragazzi. “Né Roberto né io abbiamo sentito l’esigenza di avere figli nostri, abbiamo volutamente perso l’orologio biologico intorno ai trenta’anni – racconta Cristina -. Mia sorella e le amiche con figli, anziché incentivarci, hanno sortito l’effetto contrario: forse c’è una componente di insicurezza o di immaturità, non dico di no, ma il motivo è che non abbiamo avuto bisogno di figli per rinsaldare la coppia e a oggi non sentiamo rimpianti. Ci siamo conosciuti a scuola, avevamo 16 anni e con molta semplicità ci siamo frequentati e poi abbiamo deciso di convivere. Lavoriamo entrambi molto e non abbiamo tempo libero, ma quando possiamo ci ritagliamo spazi per la cura dei nipoti”. Vi capita spesso di sentirvi chiedere come mai nessun bambino? “Gli amici e i parenti hanno capito e hanno smesso di chiedercelo, ma viaggiamo spesso e nei paesi dove i figli sono considerati una ricchezza, rispondiamo semplicemente che li abbiamo lasciati a casa”. Nessun ripensamento, mai? “Se ci fosse una legge più liberale forse si potrebbe pensare a un’adozione. Per adesso abbiamo i nipoti che sopperiscono, con il vantaggio di poter essere presi a piccole dosi. Con i nostri nipoti, ormai grandicelli, non è più tempo di giochi, ma di pranzi e cene fuori, inviti a sciare o a fare immersioni, pomeriggi di shopping e prossimamente anche un viaggio. Ci inventiamo un sacco di frottole e, finché ci credono, ci trasformiamo nel mitico Zio Roberto e la mitica Zia Cristina. Abbiamo sempre pensato che prima o poi mangeranno la foglia, ma per ora no. Siamo i loro zii favolosi!”.
Tre nipoti e una valigia
Il rapporto con i nipoti è forte e sereno, perché non è caratterizzato dalle conflittualità tipiche del rapporto figli-genitori, racconta Patrizia, zia di Matilda (22 anni), Emma (18 anni) e Amelia (13 anni). “Io in realtà avrei tanto voluto essere mamma, ma non era destino. Le ho provate tutte, ma non c’è stato nulla da fare e ho accettato l’idea che figli miei non ne avrei avuti. I bambini però me li sono goduti molto, perché sono la zia felice delle figlie di mia sorella cui sono molto legata. Non viviamo nella stessa città e quando stava per nascere la sua terza figlia mia sorella mi ha avvertito: ‘Sappi che dovrai viaggiare molto – mi ha detto – perché da sola con tre non ce la posso fare’. E così ho fatto, per tutte e tre, per godermi i primi momenti, i primi sorrisi, per stare con loro il più possibile, appena potevo salivo in auto e le raggiungevo. I nipoti – come i figli – li ami da quando sai che stanno per arrivare e il rapporto con le mie nipoti è nato nel momento in cui mia sorella mi ha annunciato la gravidanza. Me ne sono occupata da quando erano piccolissime, sono stata la prima babysitter e con me hanno dormito la prima notte senza i genitori. Ricordo ancora l’emozione delle notti insieme nel lettone, loro serene mentre io non chiudevo occhio, perché era così bello osservarle dormire. Con la crescita il rapporto è cambiato, le due grandi si sono un po’ allontanate durante l’adolescenza. Ma, come i figli, anche i nipoti ritornano. Con me si confidano, mi coinvolgono, mi raccontano piccoli segreti. Abbiamo rituali che ci piace condividere, l’aperitivo quando ci ritroviamo, quando erano piccole le portavo al circo il giorno della Befana, qualche giornata al mare d’estate, i pomeriggi di shopping. Mio marito e io amiamo viaggiare e cerchiamo di trasmettere loro questa passione. A fine anno scolastico il regalo di promozione spesso è stato un viaggio: a Parigi, in Bretagna e Normandia, a Praga a Berlino, e sono sempre felici di partire. Quando la piccola compirà 18 anni ci piacerebbe fare un viaggione con tutte e tre, magari un giro itinerante, in varie tappe, zaino in spalla e pronti per l’avventura!”.
Il manuale dello zio perfetto
I bambini ci aiutano a osservare la vita da una prospettiva diversa e arricchiscono enormemente la nostra vita, dice Francesco, zio di Federico che ha 2 anni. “La nascita di Federico è stato un momento intenso: ricordo quando per la prima volta ho visto i suoi occhi e tra le mie braccia ho stretto il suo cuore al mio. È stata una gioia indescrivibile: era la vita che si rinnovava. Non avrei mai pensato che la nascita di un nipote potesse tanto coinvolgermi e sconvolgermi, non avevo idea di cosa significasse amare tanto un bambino”. Cosa cerchi di trasmettergli come zio? “Non esiste il manuale dello zio perfetto, le uniche regole che seguo quando sono con lui sono quelle dettate dall’amore. Quando siamo insieme lo coccolo, lo vizio anche e lo lascio libero di esprimersi. Al contempo, pur nell’atteggiamento più ‘morbido’ di zio, non dimentico il mio ruolo di adulto ed educatore, senza interferire con quello primario dei genitori. Sebbene sia ancora piccolo, abbiamo un rapporto di complicità, che nasce dai suoi primi sorrisi alle mie facce buffe e che si rafforza ogni volta che mi sdraio per terra con lui a giocare, mentre lo guardo ballare o borbottare parole a me incomprensibili. Con lui tutto prende vita e gioia”.
I superpoteri degli zii
Stefania ha cinque simpaticissimi nipoti che vanno dai 5 ai 10 anni. Quando parla di loro si anima: “La prima cosa che mi viene in mente quando penso al mio rapporto con i nipoti è che gli zii hanno una specie di superpotere. I nipoti fin da quando sono piccoli guardano gli zii in un’altra ottica rispetto ai genitori. Quello degli zii è un ruolo meno istituzionale e i nipoti hanno forse meno paura di essere giudicati o sgridati. Sia i nipoti che gli zii hanno una maggiore libertà reciproca, specialmente dal punto di vista del divertimento. Se però il rapporto cresce positivamente scatta nei nipoti la fiducia che pone agli zii la questione della responsabilità nei loro confronti. Se ce la si gioca bene e i rapporti funzionano, questo può portare i nipoti ad aprirsi su argomenti difficili da affrontare in casa. Ho avuto la fortuna di diventare zia presto, un ruolo non scelto ma molto apprezzato, che a me ha dato tanto: da un lato ti responsabilizza, dall’altro ti ammorbidisce e ti aiuta a non pensare solo a te stesso. Diventa importante essere di esempio. È un ruolo che ti gratifica nel momento in cui ti rendi conto che loro sono contenti di stare con te”. Un rapporto costruttivo con i nipoti può essere capace di legare le figure di genitori e zii. “Avere un ruolo importante nella vita dei figli/nipoti fa sì che si crei un rapporto di fiducia tra gli adulti. E sono consapevole del fatto che il mio rapporto coi nipoti esiste perché i genitori hanno deciso che nella vita dei figli c’era posto per figure altre che potessero fare rete ed essere risorsa”.
Libertà e responsabilità
Paola è la giovane zia di tre simpatici frugoletti: un maschio di 4 anni e una femmina di 1 e mezzo sono figli della sorella mentre la terza, 4 anni e mezzo, è figlia del fratello. “Con la figlia di mio fratello il mio essere zia è un po’ più che essere zia. Mia cognata è stata male appena lei era nata, per cui lei ha vissuto a casa nostra per un anno. È stata svezzata da me e mia mamma. Adesso abita accanto a noi, per cui è sempre a casa nostra: è quasi una sorella più piccola e anche con gli altri nipoti ci vediamo abbastanza spesso. È bello veder crescere i nipoti e li si vede crescere in modo diverso: hai l’opportunità di osservare in lor cose che forse neanche i genitori vedono. È sempre divertente passare del tempo insieme e portarli in giro quando i genitori non hanno tempo. Il bello dell’essere zia è che senti la responsabilità ma non sei (ancora) genitore, quindi ti puoi permettere una serie di libertà che da genitore forse non avresti”.