Armi giocattolo: sì o no?

da | 20 Gen, 2021 | da non perdere, Lifestyle

I genitori scelgono giochi che educano alla pace e all’empatia ma non riescono a dire no alle ultime novità del mondo delle armi giocattolo

Mai come adesso i genitori indirizzano i propri bambini verso giochi che promuovono empatia, collaborazione e pace. Anche nel mondo dei giochi da tavola è arrivata l’alternativa alla competizione individuale, ovvero i giochi di cooperazione: si vince tutti o nessuno.

Perché allora i bambini chiedono in regalo mitra e armi per giocare alla guerra, meglio se si tratta delle nuove pistole Nerf con i proiettili di gomma? 

Davanti a queste richieste i genitori si dividono in due schieramenti: i contrari in maniera assoluta e e favorevoli che sostengono che in fondo, sempre di un giocattolo si tratta.

Inutile dire che le pistole ad acqua, che hanno come obiettivo solo quello di bagnarsi, non sono considerate nel dibattito.

Sì alle armi per elaborare la paura

“I miei figli amano giocare con le pistole” racconta Sara, mamma di un bimbo di 5 e una bimba di 8 anni “Se devo essere sincera le pistole che ‘sembrano vere’, mi fanno un po’ impressione ma quelle colorate piacciono anche a me. Non credo ci sia nulla di male perché i giocattoli non equivalgono alle intenzioni e nei giochi di simulazione va bene anche sperimentare il gioco della guerra”.

Giocare alla guerra è quindi da considerare un gioco utile e formativo? Secondo Bruno Bettelheim, psicanalista statunitense, il divieto di giocare con le armi riflette solo una paura degli adulti, ma non si tratta per forza di odio e aggressività. 

Inoltre giocare a ‘sparare’ aiuterebbe i bambini a scaricare la tensione accumulata, a sviluppare l’autostima, imparare ad auto-regolare le proprie azioni e avere meno paura delle immagini violente alla quale prima o poi i bimbi sono sottoposti. 

No alle armi in mano ai bambini

Dall’altra parte, sono molti i genitori e gli insegnanti che credono fermamente che il gioco della guerra debba essere impedito o limitato il più possibile. Il timore diffuso è quello di alimentare l’impulso all’aggressività e alla violenza.

Il bambino, come l’adulto, deve imparare a gestire le proprie emozioni e sfogare tensioni e frustrazioni senza ricorrere alla violenza, ma coltivando altre strategie considerate “più sane” come i giochi dinamici, una corsa o una bella pedalata.

“Io non credo che le armi giocattolo trasformino per forza i bambini in uomini violenti ma si rischia di normalizzare concetti importanti come guerra, omicidi o violenze. Lo scopo è solo: ‘bang! ti ammazzo!’.” Sostiene Anna, mamma di due bambini  di 4 e 6 anni. “Personalmente preferisco i giochi in grado di conciliare e armonizzare i conflitti tra i bambini e non vedo la necessità di dare ulteriore sfogo agli scontri. Le pistole e le armi non insegnano nessuna strategia, se non l’utilizzo della forza e della superiorità, soprattutto quando davanti a te c’è qualcuno che non ha la tua stessa arma.  

Per adesso i miei figli non mi hanno chiesto di armi e pistole, se dovessero farlo gli indirizzerei verso le armi che hanno un bersaglio ‘non umano’ come l’arco con frecce e la fionda, che sviluppano anche mira, manualità e precisione”.

Immaginazione vs realtà

Non solo favorevoli e contrari, esistono anche i genitori e che lasciano al bambino la libertà di scegliere liberamente sostenendo che “anche se ci sono giochi più educativi” le armi giocattolo non fanno danni se usate nel rispetto degli altri e delle regole. 

In psicoterapia però, disegnare armi o giocarci spesso è un dettaglio da tenere in considerazione:

“Bambini che amano giocare spesso la guerra in generale sentono la mancanza di armi ‘interne’ per superare i conflitti” spiega Elisa, mamma di due bimbi e psicoterapeuta. 

“Il mondo della guerra esiste e ci riguarda un po’ tutti. Imparare a conoscerlo, elaborarlo e tirarlo fuori se ce lo abbiamo dentro di noi è importante.

Tuttavia credo che mettere in mano un’arma a un bambino piccolo e simulare di uccidere una persona non sia per nulla un buon modo per affrontare il tema. E’ importante elaborare con lui il significato del gioco.

Normalmente, quando si sente questa necessità, consiglio di proporre il gioco degli indiani o delle spade di gommapiuma, che rientrano nell’immaginario fantasy e affrontano il tema in modo meno violento ”. Insomma, per gli incerti, meglio indirizzare i bambini verso giochi non violenti. Perché in fondo non possiamo dare torto a chi dice che la guerra non è un gioco

Leggi anche –> Non lo butto, lo aggiusto: l’arte di riparare i giocattoli rotti

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