Arrampicata, lo sport innato

da | 13 Set, 2023 | Lifestyle, Salute e Benessere

Tutti i benefici di un’attività completa, che sviluppa coordinazione e strategia: l’arrampicata piace tanto ed  una sfida anche per i bambini

Da qualche anno l’arrampicata fa impazzire tutti, anche i più piccoli, che sia in estate in montagna o in inverno in palestra. Ma quali sono i benefici e le competenze che aiuta a sviluppare? Lo abbiamo chiesto a Simone Fedrigo, arrampicatore appassionato e titolare di La Mole Sports Academy, una struttura per l’arrampicata sportiva anche per bambini e bambine.

I benefici 

“L’arrampicata è uno sport completo” ci spiega Simone, “uno dei modi migliori per allenare tutto il corpo in modo naturale, senza sovraccarichi, semplicemente con lo sforzo della persona. Arrampicare sviluppa forza sulle braccia, sulle gambe, sul busto; migliora e sviluppa la coordinazione, sia tra mani e piedi, che con gli occhi, necessaria per vedere dove mettere mani e piedi e per capire se si arriva a raggiungere il punto di appoggio”. Poi c’è la componente psicologica. “L’arrampicata è un ottimo allenamento per la mente; sviluppa pianificazione, strategia e grande fiducia in se stessi”. Tutte competenze che i bambini e le bambine possono poi mettere “al servizio” di altri sport e altre attività.

Quando iniziare

“L’arrampicata sportiva, in pochi lo sanno, è uno schema motorio di base”, continua Simone. “Quindi l’essere umano nasce sapendo arrampicare”. Se ci si pensa bene, effettivamente si sviluppa prima l’arrampicata dello stare in piedi per camminare. “L’arrampicata è la fase fisiologica tra il gattonare e la posizione eretta sui due piedi, ce l’abbiamo sin dalla nascita”. Quando iniziare a praticarla come sport dunque? “Sarebbe fantastico poterlo fare già dai 2- 3 anni: non solo, è assolutamente possibile farlo con pochi accorgimenti, ma sono davvero rare le palestre attrezzate per questa fascia di età. È un nostro progetto a breve termine. L’età più comune per cominciare un corso di arrampicata sportiva è intorno ai 4 anni, che sia individuale o di gruppo. E non c’è limite di età: si può iniziare anche a 80 anni, senza problemi e con pochi accorgimenti”.

Uno sport completo con poche controindicazioni 

“Io consiglio l’arrampicata sempre perché migliora tanti aspetti, dalla coordinazione alla forza di tutti i muscoli. È uno sport particolarmente indicato per chi ha poca coordinazione, per i bambini con autismo o con disturbi intellettivo-relazionali e per chi fatica a concentrarsi. A livello psicomotorio arrampicare aiuta le persone insicure perché è una sfida, ci si mette in gioco, si superano i limiti e le paure, e si gode del risultato e del graduale miglioramento”. Poi arrampicare è divertente, perché pur essendo un’attività individuale ci si ritrova in gruppo e facilita la socialità.

Dentro o fuori

Si arrampica all’aperto, ma anche al chiuso. “L’arrampicata è parte dall’alpinismo e nasce all’esterno. Si sposta dentro solo in un secondo momento, per comodità, per allenarsi con il freddo, anche in inverno”, commenta Simone. Oggi indoor e outdoor sono due mondi complementari ma diversi. “Di solito, specialmente coi bambini, si inizia in palestra coi corsi di gruppo, per imparare la tecnica. Solo in un secondo momento ci si sposta per l’esperienza in un ambiente naturale. Noi ad esempio organizziamo uscite in montagna perché l’outdoor è una parte fondamentale di questo sport: per vivere il paesaggio, la natura, in contesti diversi. Anche il corpo impara a relazionarsi con elementi con cui troppo poco i bambini di oggi si trovano a contatto”.

Adatta a (quasi) tutti

Se pensate che l’arrampicata sia uno sport estremo solo per corpi prestanti vi sbagliate. “Ci sono, è vero, alcune problematiche fisiche che possono rendere difficile l’arrampicata. Penso ad esempio all’arrampicata boulder che prevede la caduta in sicurezza su materasso. Beh, nonostante non ci siano rischi, per alcuni corpi la caduta può essere troppo impattante, per esempio in caso di problemi alla schiena o di fragilità ossea. In quel caso meglio l’arrampicata con corda, per cui non si cade e si rimane appesi eventualmente. Ma la cosa bella di questo sport è che si può adeguare alle condizioni della persona: nel para climbing, ad esempio, ci si arrampica nonostante disabilità importanti”. Insomma, con pochi accorgimenti non è quasi mai necessario rinunciare. 

Attrezzature: cosa serve?

A corpo libero ma con qualche supporto. Cosa serve? “Dipende da cosa si pratica – ci spiega Simone -. Tendenzialmente le scarpette e la magnesite per asciugare il sudore delle mani. Outdoor servono i materassini portatili per proteggere dalle cadute, mentre in palestra è già tutto attrezzato,. Se si pratica la scalata con corda serve l’imbragatura, la corda, i moschettoni e un compagno adulto che faccia da assicuratore”. L’attrezzatura deve essere certificata, ovviamente. E la scarpetta deve davvero essere tanto stretta da far male? “La scarpetta deve essere stretta per facilitare la presa anche su appoggi piccoli e stretti. Certamente indossarla è doloroso, ma anche quello è un allenamento. Non si può proporre una scarpetta stretta da subito, rischio rinuncia immediata e abbandono! Arrivare alla scarpetta ideale è un processo che può durare anche due anni: le prime devono essere comode e solo dopo qualche tempo si avrà la sensibilità per capire la scarpetta più stretta”. Ai bambini poi il piede cresce, per questo in alcune palestre propongono il noleggio, anche per sviluppare quella sensibilità del piede, difficile fino ai 13-14 anni. “Gli istruttori guidano i bambini anche in queste scelte, oltre che nella tecnica. Ed è bene non improvvisare, mai”.

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