Il baby blues dei papà

La depressione post partum è un fenomeno frequente anche tra i neopapà. Ecco come riconoscerla e come intervenire

Senso di inadeguatezza, smarrimento, ma anche rabbia e aggressività. È il volto sconosciuto del baby blues maschile, la depressione post partum che colpisce il 7% dei neopapà di fronte al primo figlio o figlia. Anche i papà possono infatti soffrire di una sintomatologia ansioso-depressiva che spesso viene sottovalutata. Nel periodo della gravidanza e del post-parto la donna è giustamente al centro, ma spesso non ci si accorge che il neopapà soffre di ansia, senso di inadeguatezza o a volte di una sintomatologia depressiva vera e propria.

Quali sono le cause

A differenza di quanto accade alle neomamme, il baby blues dei papà non dipende da fattori biologici come gli sbalzi ormonali legati alla gravidanza, al parto e all’allattamento. Le cause vanno rintracciate in aspetti socio-culturali, oltre a precedenti stati depressivi. Gli uomini possono sentirsi “travolti” o smarriti rispetto all’assunzione della nuova identità paterna: non sanno come posizionarsi davanti alla simbiosi madre-bambino e sentono di non avere più un ruolo o un valore. In molti casi la depressione paterna comincia così: con la rabbia, con il senso di inadeguatezza, con la paura di essere dimenticato, con un senso d’inutilità. Il primo sintomo non è, come nella donna, la tristezza, ma proprio la rabbia, l’aggressività. Età, formazione culturale, professione incidono poco sul loro senso di inadeguatezza. Piuttosto, è il rapporto con la compagna e con la famiglia d’origine a giocare una parte importante.

Come intervenire

La prevenzione è la prima arma. Gli uomini devono prepararsi al parto, non solo attraverso i corsi preparto ma anche leggendo, informandosi e soprattutto, confrontandosi con altri uomini, amici e parenti che sono già padri. Quando i sintomi ansiosi o la rabbia diventano incontenibili, vi sono delle somatizzazioni continue o in presenza di un disturbo del sonno importante è bene rivolgersi a un esperto o comunque chiedere aiuto a chi è vicino, la compagna, prima di tutto, e poi amici o parenti.

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