Matrigna #5. E se arriva un altro figlio? 

da | 23 Mar, 2023 | Lifestyle, Persone

Per la rubrica “Matrigna”, la storia di donne che vorrebbero, o hanno appena avuto, un figlio dal proprio compagno già papà di altri bambini. Esiste un modo per attraversare questa transizione indenni e vivere serenamente la famiglia allargata?

Questo mese le protagoniste della rubrica sono due: Consuelo e Paola, entrambe con il ruolo di “Matrigna” in una famiglia allargata. Consuelo vorrebbe avere un figlio col suo compagno, mentre Paola ha da poco partorito la sua prima figlia. Entrambe vogliono creare un nuovo nucleo famigliare, che includa quello precedente, ma hanno cominciato a sviluppare un senso di impotenza di fronte alla prima famiglia.

Hanno maturato, in maniera diversa, con intensità diverse, lo stesso sentimento. Come se l’essere arrivate dopo le rendesse meno importanti agli occhi della società. Il ruolo di Matrigna le confonde, confonde le madri naturali dei bimbi che vivono nelle loro case, confonde i padri e i bambini. Esiste un modo per attraversare questa transizione indenni? Quasi sicuramente no, ma bisogna cominciare a pensare che forse l’unico modo per crescere sia non uscirne indenni. 

La storia di Consuelo

Consuelo e il suo compagno stanno insieme da qualche anno: la relazione tra di loro è cresciuta velocemente, entrambi hanno alle spalle un matrimonio finito e la voglia di vivere una storia sincera. Ha conosciuto Anna, la figlia del suo compagno, dopo un mese e mezzo che si frequentavano e tra loro è andata bene. Dopo qualche mese, sono andati a convivere e la bambina passava con loro molto tempo, Consuelo la seguiva nei compiti, nei giochi e la bimba sembrava serena. Nonostante sia un’educatrice, Consuelo ha sempre tentato di tenere uno sguardo neutrale sulla formazione della bambina, di non intervenire troppo, di esserci senza invadere. “Era bello avere una ragazzina per casa. Era bello essere una figura materna in questo modo, senza troppe responsabilità”. 

Famiglia allargata: sono forse da meno?

Anna è cresciuta e adesso ha quasi tredici anni. Complice il deterioramento dei rapporti con la madre naturale, passa però meno tempo con loro: qualcosa è cambiato, gli equilibri che erano riusciti a creare si stanno infrangendo.

Consuelo sa di non essere più inserita nella sua vita, forse c’entra anche l’adolescenza. “Adesso averla in casa è strano, mi sento un’ospite. Vorrei riuscire a sviluppare la nostra relazione in modo diverso”. In più, Consuelo si sente pronta alla maternità, mentre il suo compagno frena. “Io un bambino lo vorrei, lui invece è come se su questo tema non volesse sentire”, dice Consuelo, amara. “Speravo si convincesse, ma sembra irremovibile continuo a chiedermi: perché con la tua ex moglie sì? Io sono da meno?”. 

La storia di Paola

Paola ha ventisette anni e aveva già avuto una relazione con un uomo con figli. Dato che era stato molto difficile, aveva promesso a se stessa che non sarebbe mai più successo, ma poi è arrivato Adriano e “Al cuore non si comanda”. Dopo qualche mese di frequentazione ha conosciuto i bimbi, un maschio e una femmina, ed è stato bello. Paola e il compagno convivono da due anni, i bimbi la cercavano molto e sono stati proprio loro a chiedere una sorella nuova.

“Ho sempre voluto diventare mamma e ho affrontato la gravidanza con serenità”. Da quando è nata Emilia però un sentimento ha cominciato a serpeggiare dentro di lei. Per lei è la prima gravidanza, la prima volta che ha un figlio, mentre per Adriano non è così. Non pensava che sarebbe stato un problema per lei. “Alla bimba abbiamo dato il doppio cognome, e mia suocera ne ha fatto un problema. Dal suo punto di vista stavamo sminuendo i primi due. Per me era il contrario: era importante definire che questa figlia è diversa, è nostra”. 

Il peso di essere arrivata dopo

La gravidanza ha creato un piccolo terremoto anche nella vita della madre naturale dei bambini, e ci vorrà qualche tempo prima che i colpi vengano riassorbiti. “Se non fosse stato così forte il sentimento tra me e Adriano, non mi sarei presa questa responsabilità”. A volte Paola sente il peso di essere arrivata dopo. “Facevo tanta fatica per tenere tutto insieme, per far sentire tutti inclusi, coinvolti, che rischiavo di non ascoltare quello che provo io. Per non far sentire gli altri trascurati ho rischiato di trascurare me. E non era giusto: da quando è nata Emilia, per me la priorità è lei. Non può che essere così”.

È il senso di impotenza che unisce le nostre protagoniste, questo mese. Consuelo si sente impotente rispetto all’educazione di Anna e alla sua possibilità di creare un nuovo nucleo famigliare, mentre Paola teme che lei e la sua bambina passeranno sempre in secondo piano. Esisterà un modo per non soffrire l’essere arrivate per seconde? Di non avere la sensazione di essere arrivate troppo tardi? Forse esiste un modo per sentire di essere arrivate dopo, certo, di aver vissuto un’altra vita, ma senza che questo crei tanto dolore.

Hai anche tu una storia da raccontare? Scrivi a: silvia.cannarsa@gmail.com

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