Caterina e il silenzio, per cominciare

da | 23 Gen, 2021 | caterina, Lifestyle, Persone

La neve porta il silenzio, la solitudine, il rinnovamento; è lo spazio giusto per l’arte della meditazione 

Per cominciare: Il silenzio è cosa viva, di Chandra Livia Candiani è un libro stupendo, sull’arte del meditare. Lo sono tutti i libri di questa poetessa, meditatrice e, dice tra sé e sé Caterina, nevicatrice. 

Nevicatrice perché si comporta come la neve: allestisce ampiezze silenziose, accarezza ogni trascuratezza, cancella le forme note agli occhi, annulla l’individualità a favore di una più ampia e saggia vastità, sospende il tempo del fare e del mostrare, del dire e del vedere, protegge la vita che dorme (che è fragile), si espone al pericolo, si mette in quieta, spalancata attesa che affiori un colore, uno sgocciolio, un’orma che bucheranno il bianco. Una parola viva. 

Neve è meditazione

Caterina ama la neve da molti anni, il suo profumo di freddo, il suo essere simbolo di rinnovamento e di solitudine (di pericolo, anche), spazio concreto per camminare e allontanarsi dalle costruzioni, ama muoversi nel suo cadere soffice, allenare l’attenzione, spezzare la crosta di ghiaccio con gli scarponcini. 

La neve, il silenzio aperto che crea. 

Nel suo libro sull’arte della meditazione, la Candiani racconta come portarlo nella propria vita, aprirgli la porta, ospitarlo ed esserne ospitati, fare vuoto e non averne paura, anzi: ospitare anche la paura. La paura del vuoto ma anche la paura, speculare, opposta, dell’intimità.

Il vuoto, pensa Caterina dopo aver letto il libro, è collegato alla possibilità di vivere davvero l’essere intimo, vicino all’altro, possibile solo da parte di due anime che hanno “fatto” silenzio, che si sono messe in ascolto dell’alterità senza pregiudizi, creando spazio. 

Il piacere del silenzio che è ascolto di sé e dell’altro

Un altro libro dove la Candiani racconta come “fare silenzio” e che cosa può generare il silenzio è: Ma dove sono le parole?, in cui raccoglie le poesie scritte dai bambini e dalle bambine che ha incontrato nelle scuole della periferia di Milano – poesie splendide – e racconta come ha vissuto e preparato questi incontri.

“Inizio spesso i miei seminari con il tema del silenzio. Perché i bambini conoscono per lo più il silenzio teso, il comando a cui si obbedisce facendosi piccoli, raggrinzendosi. E invece cerco di trasmettergli un silenzio che allarga, il piacere del silenzio che è ascolto di sé, del mondo, dell’altro, della sinfonia di cui facciamo parte”.

Per una coincidenza scintillante, a proposito di silenzio, Caterina si è trovata, nel mese appena passato dell’anno appena concluso, a lavorare con attori e attrici del Teatro Stabile di Torino, invitati a immaginare “materiali per un’ipotesi di futuro” con il progetto Argo.

In particolare, Caterina ha lavorato con il gruppo che ha dato alla luce un Manifesto di valori e proposte che prende avvio proprio dal “fare silenzio” come luogo per trovare parole vive, nuove forme, smettere di stare sulla superficie di sé, cancellarla, smettere di ragionare, trovare un luogo di sospensione dei modi noti di vedere le cose, nevicandoci sopra a ritmo di passi.

Mentre faceva ricerche per il Manifesto, Caterina ha incontrato un piccolo video in cui cadevano fiocchi di neve come rotelle algide di un ingranaggio a pezzi e ha pensato: è questo che ogni tanto è necessario fare. Smontarsi, smontare gli automatismi, aprirsi a ciò che può arrivare dal profondo: desideri, indizi di un inizio, scintille.

Nel Manifesto PRE_creativo che hanno scritto e filmato insieme, gli attori e le attrici hanno trovato altre nove parole, oltre a Silenzio, per provare a raccontare un percorso di ricerca autentica.

Un modo rinnovato di trovare le parole – e Caterina è grata del lavoro fatto insieme a loro per lasciare che queste parole vive si manifestassero, approfondirne i significati, condividere dubbi, immaginare pratiche. A voi, il gusto di scoprirle, commentarle, continuare a pensare a come tenere vive le parole, gli sguardi, gli scambi. Buon 2021, con molti spazi di silenzio e di parole autentiche.    

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