Buon cibo: il giusto regalo da fare a Natale

da | 6 Dic, 2022 | Alimenti, Lifestyle, Salute e Benessere, Shopping, Tutto food

A Natale regaliamo il buon cibo: diamo un valore a ciò che compriamo e doniamo, scegliendo prodotti provenienti da un’agricoltura che ha cura dell’ambiente e di piccola scala, attenta anche al sociale

Dicembre è un mese in cui il cibo assume un ruolo più rilevante che in altri mesi dell’anno, tra feste, cenoni e cestoni in regalo. Cibo che può essere anche un regalo utile, ma che ci viene presentato spesso, in questo periodo, “con effetti speciali” più per riempire gli occhi che per portare un sano e rispettoso (per ambiente e lavoratori) nutrimento.  

Cibo come regalo sì, se veramente “buono, pulito e giusto”

Se guardiamo con occhio critico al Natale è evidente come la celebrazione sia collettivamente sfociata in una scialba parodia consumistica di ciò che la festa religiosa rappresentava in origine. Ma come invertire, nel nostro piccolo e almeno in parte, la rotta? Prima di tutto evitiamo lo spreco, vera piaga dei nostri anni.

Se vogliamo offrire del cibo in regalo, non regaliamo prodotti complessi che non sappiamo se verranno apprezzati, non compriamo in eccesso per i nostri appuntamenti conviviali. Facciamo invece una lista precisa, adattando le ricette della tradizione di famiglia ai prodotti locali e di stagione.

Il cibo che finisce nella spazzatura è immorale, antieconomico, inquina, riduce le risorse a disposizione e contribuisce alla crisi climatica. Evitiamo un eccesso di prodotti esotici, come gli ananas di dubbia provenienza. E naturalmente nemmeno fragole, ciliegie o simili che arrivano dall’emisfero sud. Ne guadagneremo in gusto e salute, nostra e del pianeta. 

Micro realtà virtuose

Cerchiamo invece prodotti provenienti da un’agricoltura che ha cura dell’ambiente e di piccola scala. Magari da un’agricoltura attenta anche al sociale, che lavora con persone che sono diversamente abili o stanno attraversando momenti difficili, o scontano qualche pena per errori commessi in passato, o lavorano su terreni confiscati alla mafia. Realtà di questo genere sono ormai numerose e producono qualità eccelsa. Sono cibi che fanno veramente bene, in molti sensi.

Facciamo uno sforzo, informiamoci, leggiamo le etichette, senza farci incantare da finte promozioni o falsi cibi lussuosi. Diamo un valore a ciò che compriamo e doniamo. Certi cibi sostengono e danno forza alle micro realtà, aiutano a mantenere vive quelle eccellenze che racchiudono storia, tradizioni e cultura del nostro Paese, danno speranza e un futuro a molte persone.

Sono attività che non hanno come fine ultimo il massimo profitto, ma la qualità del prodotto e di chi ci lavora. 

Custodire il cibo dal diluvio consumistico natalizio

Dedichiamo del tempo per scoprire questi prodotti, magari esplorando le botteghe del quartiere o i mercati rionali, non demandiamo questo compito a un semplice click. Quando abbiamo a che fare con il cibo pensiamo al valore immenso di cosa mettiamo nei piatti, a ciò che rappresenta in termini di relazioni e di appartenenza a una cultura.

Come esortava Carlo Petrini: “Custodiamolo dal diluvio consumistico che ci assale in quei giorni”. È vero che questo è il momento di toglierci qualche sfizio, ma senza spreco, pensando a quello che acquistiamo. Il Natale dovrebbe comportare un po’ più di attenzione a non sprecare, a farsi del bene, alla ricerca assieme agli altri di un poco di felicità, secondo le proprie inclinazioni e attitudini. Un richiamo a una maggiore sobrietà, non perché il momento storico ce lo richiede o impone, ma come passaggio culturale. Come dice padre Enzo Bianchi: “Sobrietà non come rinuncia, ma distanza dall’eccesso”.

Di Walter Musso

www.slowfood.it

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