Covid, con la seconda ondata aumentano le disparità sociali

da | 30 Ott, 2020 | Lifestyle, News

Con la seconda ondata aumentano la disparità a scapito dei giovani: disparità legate all’accesso educazione digitale, ma anche alle possibilità di ascesa sociale e alle possibilità per un futuro migliore 

Coniugare la tutela della salute e il diritto all’apprendimento è la grande sfida di questo periodo. Tutti gli attori del sistema scolastico si stanno impegnando al fine di garantire le lezioni e la frequenza. Tuttavia la seconda ondata della pandemia rischia di aumentare la disparità, a scapito dei soggetti più deboli, e tra questi, ci sono i minori. 

L’istruzione, a questo proposito, resta un tema centrale” sostiene fermamente il Difensore civico della Valle d’Aosta Enrico Formento Dojot – Garante per l’infanzia e l’adolescenza. “Nonostante l’impegno di tutti coloro che lavorano nel sistema scolastico, è in corso un delicato bilanciamento dei valori e dei diritti in gioco.

Bisogna continuare a prestare la massima attenzione per i bambini e gli adolescenti che alla scuola affidano le loro speranze e aspirazioni, ai fini di una tutela piena e dignitosa, facendo in modo che nessuno resti indietro sulla strada della crescita e dello sviluppo individuale”. 

Povertà educativa e disparità digitale 

L’emergenza Covid ha evidenziato anche la disparità del nostro paese in materia di educazione digitale, con effetti ovviamente sul presente e sul futuro dei giovani. All’inizio dell’emergenza, il 12,3% dei ragazzi tra 6 e 17 anni non aveva un pc o un tablet a casa.

Rispetto alla media europea , l’Italia partiva già in ritardo occupando la 26esima posizione (su 28) rispetto alle competenze digitali dei giovani.

L’osservatorio sulla povertà educativa ha misurato le disuguaglianze digitali dal punto di vista di bambini, dei ragazzi e delle loro famiglie, all’interno del paese. Il divario dipende dalle possibilità economiche delle famiglie, ma anche dalla copertura delle rete veloce sul territorio, che non ha visto la copertura a barda larga che era stata prevista nel 2013 per il 2020. 

La didattica in presenza è senza dubbio irrinunciabile, ma il Covid ha permesso di misurare tutta la distanza tra chi aveva a disposizione gli strumenti per comunicare, lavorare, studiare, e quindi reagire al momento di crisi, e chi no.

Stop all’ascensore sociale

Secondo il Rapporto annuale Istat presentato alla Camera “l’ascensore sociale è bloccato per le generazioni più giovani”. Effetti negativi più marcati per classi basse.

nelle dinamiche di riproduzione sociale delle diseguaglianze collegate alle classi sia perché c’è una diversa esposizione ai rischi, legata ad esempio al tipo di lavoro, sia per una differente vulnerabilità in termini di malattie croniche e di capacità di avvantaggiarsi delle cure disponibili”.

“Pertanto sarà più probabile che gli effetti negativi si distribuiscano in modo diseguale e si osservino di più nelle classi basse che in quelle alte”, aggiunge l’Istat evidenziando come “nonostante la diminuzione tra le generazioni del livello complessivo di ereditarietà sociale, la classe di origine continua a condizionare i destini occupazionali degli individui, creando disuguaglianze nelle opportunità”.

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