Frenulo corto: un’anomalia da non sottovalutare

da | 21 Apr, 2021 | Lifestyle, Salute e Benessere

Anni fa riceveva un intervento tempestivo, ma oggi la presenza del frenulo corto ha meno attenzioni. Eppure le conseguenze non riguardano solo l’allattamento

Intervenire sul frenulo labiale o sublinguale troppo corto significa programmare un piccolissimo intervento, decisamente poco invasivo. Agire tempestivamente limita i problemi relativi all’allattamento, ma non solo; alcuni disturbi possono comparire successivamente, come il ritardo del linguaggio, la difficoltà a gestire il cibo solido durante lo svezzamento, le otiti, le carie oppure i problemi di tipo ortodontico.

Ne parliamo con Chiara Giovannozzi, medico pediatra, esperta in allattamenti difficili, che ha al suo attivo centinaia di interventi di frenulectomia. 

Una piccola corda

Quando sentiamo parlare di frenulo corto legato a disturbi dell’allattamento si fa riferimento ai frenuli della lingua e del labbro superiore. Il frenulo è una minuscola membrana fibrosa, più o meno spessa, che si trova sotto la lingua (frenulo sublinguale) o tra la gengiva ed il labbro (frenulo labiale).

Si tratta di un residuo dell’embrione e, se troppo corto, può limitare il corretto movimento della lingua (frenulo sublinguale) o la corretta estrusione del labbro (frenulo labiale).

Mai sottovalutare

Durante la primissima visita dopo la nascita, il frenulo viene generalmente controllato: se troppo corto, infatti, può impedire visibilmente il movimento della lingua. 

“Il problema è che in molti casi il difetto è poco evidente – spiega la dottoressa Giovannozzi -. Avere un frenulo corto poco visibile, come il frenulo linguale sottomucoso, o posteriore, può non essere rilevato da medici o ostetriche, se non hanno sufficiente esperienza e formazione. Di conseguenza, non sempre viene identificata la causa di molte difficoltà nella suzione al seno e che incidono nella crescita del bambino.

È importante valutare la poppata con attenzione, senza sottovalutare il dolore della madre, e sospettare la presenza di un frenulo, soprattutto laddove l’attacco sembri corretto ma la suzione non sia efficace”.

Le conseguenze del frenulo possono essere ragadi, ingorghi mammari, dotti bloccati, mastiti o ascessi del seno, oltre a uno scarso accrescimento del neonato, soprattutto dopo i primi mesi, quando viene a diminuire il riflesso di eiezione del latte.” 

Ogni giorno è prezioso 

Il supporto all’allattamento deve iniziare il primo giorno di vita del neonato fino a quando mamma e bambino non siano autonomi: è importante quindi che il personale medico osservi la suzione e intervenga tempestivamente in caso di anomalie.

“La donna deve essere seguita da subito, con costanza e assiduità. Dare un appuntamento di consulenza o per il controllo del peso dopo una o due settimane potrebbe, in alcuni casi, essere troppo tardi, e si rischia di arrivare a una situazione talmente compromessa da spingere la mamma a rinunciare ad allattare al seno il proprio bambino”. 

Le donne che abbandonano l’allattamento per questo motivo, o si trovano costrette a scegliere l’alimentazione mista, sono tantissime. Se il neonato non riesce ad attaccarsi correttamente la produzione di latte non è adeguatamente stimolata e il bambino non cresce a sufficienza.

Un’abitudine passata di moda

Un tempo, le donne che supportavano le partorienti, le cosiddette levatrici, controllavano immediatamente il frenulo del neonato e si dice addirittura che in caso di frenulo lo lacerassero esse stesse alla nascita con l’unghia del mignolo, appositamente lasciata lunga. L’alternativa all’allattamento materno, infatti, era inesistente.

“Si dava molta importanza alla presenza del frenulo corto perché se il bambino non riusciva a nutrirsi correttamente dal seno materno, rischiava veramente di non sopravvivere, soprattutto nelle famiglie povere che non potevano permettersi una balia. Poi è arrivato il latte artificiale e, con esso, l’utilizzo del biberon. L’allattamento al seno non era più l’unica alternativa possibile: si è così persa l’abitudine di un controllo rigoroso del frenulo.

Riconoscerlo non è più considerato una competenza necessaria e non sono pochi i medici e le ostetriche che non sanno valutare bene se e quando sia necessario intervenire. Possiamo dire che abbiamo un po’ perso la cultura dell’allattamento.

Sosteniamo questa pratica attraverso campagne ministeriali o divulgando i consigli dell’OMS, ma le parole non bastano: c’è bisogno di tempo per seguire le donne con costanza e assiduità durante il primo periodo, perché è un’esigenza che non può attendere”.

Un piccolo intervento

L’ideale è intervenire immediatamente, non appena viene diagnosticato il frenulo. In questo modo si evitano i problemi legati alla nutrizione, ma anche eventuali disturbi nel futuro.

“Dopo una leggera anestesia locale viene praticato un piccolissimo taglio che libera il labbro o la lingua dal frenulo – consiglia la dottoressa Giovannozzi. La zona può sanguinare leggermente, nel caso della lingua, e quasi nulla quando si interviene sotto il labbro. Il tutto viene tamponato, il bimbo piange veramente poco e la minuscola ferita guarisce quasi immediatamente”.

Chi soffre di più all’idea della frenulectomia sono i genitori, ma dopo aver visto in cosa consiste, sono tutti rincuorati. Un piccolo intervento che può risparmiare fastidi sicuramente più importanti.

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