I primi giochi d’acqua (e di acquaticità) da fare insieme

da | 27 Giu, 2017 | Lifestyle

Fantastico, è tempo di mare! Ma il vostro pesciolino ha deciso di fare la cozza. Come? Gli piaceva così tanto l’acqua, l’estate scorsa. Possibile che quest’anno la sabbia punga, i sassi scottino e il mare sia troppo bagnato? Armatevi di spirito da GG e ricominciate. Ci sono bimbi che a 4 anni galleggiano anche in piscina, altri che ogni estate toccano acqua solo bardati con ogni tipo di galleggiante: salvagente e braccioli, pinne e occhialini. Lasciateli fare, nascondete la vergogna con la vicina d’ombrellone, che ha il figlio sportivissimo, dicendo che ogni bimbo ha i suoi tempi e che il vostro a 8 mesi riconosceva i colori.

Giochi da fare insieme

ESERCIZIO UNO: prendete una cuffia in lattice e rivoltatela lasciando fuori l’interno. Riempitela d’acqua, alzatela sopra la vostra testa e appoggiate il fondo sui capelli. Lasciate andare: la cuffia ora vi calza a pennello e voi avrete acqua su tutta la faccia. Il vostro bimbo riderà come un matto e pian piano si convincerà che l’acqua sul viso è un gran divertimento. Attenzione: non fate questo gioco al bimbo finché non ve lo chiede, perché ritornereste al punto zero.

ESERCIZIO DUE: riempite d’acqua un secchiello, prendete delle cannucce e insegnate al vostro piccolo a fare le bolle soffiandoci dentro: è un esercizio utile per rinforzare i polmoni, perché si deve vincere la resistenza dell’acqua per ottenere le bollicine. Le stesse bolle si possono fare senza cannucce soffiando direttamente in acqua; se vi sembra una cosa banale scoprirete che per la maggior parte dei piccoli è invece una grossa sfida (lodate molto ogni conquista).

ESERCIZIO TRE: i coccodrilli. Gioco bellissimo da fare sul bagnasciuga dove l’acqua è alta un palmo. Il bimbo sdraiato nell’acqua passeggia avanti e indietro spostandosi con le mani; in un secondo momento imparerà a mettere la faccia in acqua come un coccodrillo esperto, lasciando solo gli occhi fuori, in modo da fare un agguato in piena regola.

ESERCIZIO QUATTRO: le stelline. Anticamente si diceva “fare il morto” ma non era una bella immagine. Oggi il galleggiamento sul dorso si chiama “stellina a pancia in su”. È un esercizio difficile ma non impossibile. Partite pure con il kit di braccioli e salvagente e toglietene gradatamente un pezzo alla volta. Aiutate il bimbo a portare la testa indietro fino a bagnare i capelli e pian piano a far entrare l’acqua nelle orecchie, sorreggetelo ponendo pollice, indice e medio della vostra mano sinistra dietro al collo proprio dove termina la nuca e le stesse dita della mano destra all’altezza dei reni; leggermente spingete il bimbo avanti e indietro in modo che si rilassi e che “navighi” sull’acqua; il bimbo dovrà poi allargare gambe e braccia, così sembrerà una stella. Quando lo sentite sicuro provate ad allontanare gradualmente le mani, ora è lui a galleggiare cullato dalle onde. Restate sempre alla sua portata perché non si spaventi. Proponete la stellina a pancia in sotto, cioè con la testa in acqua, ma lasciate che sia il bambino a decidere; se un amichetto riesce, in genere anche il vostro si sentirà stimolato a provare; fate sì che quando il bambino ha la testa in acqua porti il mento vicino al suo corpo, la postura sarà più corretta.

ESERCIZIO CINQUE: il siluro. Questo è un esercizio avanzato per chi fa già bene la stella all’ingiù: ci si mette distesi a pancia in sotto con le braccia in avanti come per un tuffo di testa, la testa è in acqua tra le spalle. L’adulto sorregge il bambino, come per la stellina, all’altezza del torace e dell’addome poi lo spinge in avanti lasciandolo andare, un po’ come si lancia un aeroplanino di carta.

ESERCIZIO SEI: l’archeologa subacquea o il cercatore di perle. Cercate alcuni oggetti pesanti e colorati, gettateli in acqua in modo che affondino e sfidate i vostri ragazzini al recupero! Lo stesso gioco si può fare per stimolare a nuotare, con o senza braccioli, lanciando numerosi oggetti che galleggiano. I bambini, veloci, devono recuperarli tutti. Buona estate!

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