“Gioco anch’io” è la sperimentazione promossa dall’associazione La casa di sabbia per riadattare i giocattoli a misura di bambino con disabilità
Giocare è un diritto di tutti i bambini e le bambine. Il gioco serve per esplorare il mondo, instaurare relazioni interpersonali, sviluppare abilità motorie e cognitive, per sperimentare ruoli e scoprire la propria creatività.
A volte purtroppo è dato per scontato che i bambini possano giocare. Troppo spesso però i giocattoli non sono accessibili a tutti: inutilizzabili, belli e impossibili. Per questo il progetto “Gioco anch’io” dell’associazione valdostana “La casa di sabbia” ha avviato uno studio e la sperimentazione per riadattare i giocattoli in commercio e renderli fruibili anche per i bambini con disabilità.
Granelli di sabbia
La casa di sabbia è un’associazione con sede a Gignod, in Valle d’Aosta, creata per rendere le vite delle famiglie con bambini disabili gravi più consapevoli e indipendenti.
“Lo facciamo – spiega Agnieszka Stokowiecka, referente per l’associazione – aggiungendo alcuni “granelli di sabbia”: difendendo i diritti dei bambini, sostenendo i genitori e donando opportunità ai fratelli”. Ogni granello è importante per continuare a vivere dopo un evento traumatico, come la scoperta della disabilità del proprio figlio. A partire dal gioco.
L’ostacolo nel giocattolo
Quali sono gli ostacoli che normalmente impediscono ai bambini diversamente abili di giocare con i giocattoli in commercio? “Sono soprattutto ostacoli di tipo motorio. I bambini con disabilità gravissima spesso non hanno un controllo preciso delle mani e delle dita. Sono capaci di schiacciare o di sfiorare un pulsante per attivare un giocattolo, ma non riescono ad afferrarlo con le mani o selezionare i piccoli pulsanti.
Molti bambini non hanno presa oppure tengono le mani chiuse”. Per loro i giocattoli in commercio sono solo qualcosa da guardare.
Riadattare i giocattoli
L’ iniziativa “Gioco anch’io” è stata lanciata grazie a una raccolta fondi effettuata tramite la piattaforma HelperBit e a un finanziamento ricevuto dal Rotary Club di Aosta. Il progetto prevede una sperimentazione e una fase di studio, perché non tutti i giocattoli sono adattabili o almeno non in modo immediato. L’associazione cerca i giocattoli acquistabili in commercio e li compra nuovi, poi vengono studiati e individuati i modi migliori per riadattarli. “A volte si tratta semplicemente di introdurre un cavo nel vano batterie che poi va collegato a un pulsante particolare, grande e comodo, che si schiaccia per attivare il gioco. Altri giochi sono da scucire (il maialino per esempio), altri ancora sono da smontare e rimontare”. Non esiste una ricetta universale.
Il catalogo della trasformazione
“In questi mesi – continua Agnieszka – abbiamo studiato e sperimentato molto. Abbiamo anche creato una sorta di catalogo dei giocattoli che siamo in grado di adattare e ci basiamo su questo anche per economizzare il tempo del lavoro di trasformazione. I giocattoli sono adattati dai soci, ma in futuro non escludiamo di organizzare i laboratori con le persone che vorranno donare il tempo per aiutarci”.
Bambini felici di giocare
Fino a oggi, grazie a questo progetto, l’associazione ha donato una cinquantina di giocattoli a circa 25 bambini. “Ogni mese doniamo i giocattoli a 4 o 5 bambini, spesso includendo anche il pulsante per azionali, se la famiglia non ce l’ha. Il più richiesto è l’unicorno che fa divertire tutti con i suoni e movimento. L’iniziativa sta riscuotendo un grande successo. Ne sono testimonianza i sorrisi dei bambini che possono sparare bolle di sapone, far sfrecciare macchinine in pista o ridere con pupazzi pazzi e peluche animati”.
Perché il gioco riadattato serve
Il gioco inclusivo è una delle frontiere per chi pensa e realizza giochi. Esistono già proposte per i bambini con disabilità? “Ci sono diverse attività, come la pittura con le mani o la manipolazione della sabbia, ma in questi casi il bambino necessita sempre dell’aiuto di altri e non è autonomo”. Con il giocattolo invece si ha una relazione diversa, che va oltre il “fare” ed è di uno a uno. “Un giocattolo adattato, come per esempio lo spara bolle, richiede pochi movimenti che il bambino è in grado di compiere in autonomia per osservarne gli effetti. È molto motivante, anche se lo scopo dell’iniziativa è puramente ludico”. Ma il gioco, fine a se stesso, vale tantissimo. Per maggiori informazioni: lacasadisabbia.org
www.youtube.com/playlist?list=PLGGRpSSkWWaAJNfYPjzJ6578zB0RPct-b