Le minacce degli USA: guai a chi promuove l’allattamento materno

da | 12 Lug, 2018 | Lifestyle, News

Che il mondo ruotasse intorno a una grande partita di Risiko era chiaro ai più; che la libertà fosse ormai minata dagli interessi economici è cosa nota; che la salute pubblica fosse questione di complotti e denari sarebbe stato meglio continuare a far finta di ignorarlo. Invece arriva l’ennesima conferma: si tratta questa volta del latte materno e di Trump che minaccia i Paesi che lo promuovono, ovviamente a favore delle lobby di quello artificiale.

La notizia del New York Times

È stato il New York Times a gridare allo scandalo e a dare voce a chi -scandalizzato- ha preso parte all’Assemblea mondiale della sanità, che ha avuto luogo lo scorso maggio a Ginevra. Proprio durante questa riunione gli Stati Uniti avrebbero cercato di modificare e poi bloccare la mozione dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) a favore dell’allattamento al seno nel mondo, fino ad arrivare a minacciare di ritorsioni i Paesi che la stavano sostenendo. Il New York Times afferma: è l’effetto della pressione delle lobby di quello artificiale.

La partita di Trump

Dopo aver tentato, invano, di modificare ed eliminare la parte della mozione che invitava i governi a proteggere, promuovere e sostenere l’allattamento al seno nel mondo, e a limitare la diffusione di prodotti alimentari alternativi e artificiali poiché spesso dannosi per i neonati, gli USA sembrano essere passati alle intimidazioni, minacciando il taglio di aiuti ai Paesi “poveri” che stavano appoggiando la mozione. Di fronte agli avvertimenti americani, almeno una dozzina di Paesi hanno ritirato il loro voto a favore, principalmente dell’America latina e dell’Africa, come Messico, Uruguay e Ecuador, che ha cambiato posizione a fronte delle possibili ritorsioni commerciali e del ritiro dell’aiuto militare. “Eravamo sorpresi, sconcertati e anche rattristati” -è il commento su La Repubblica di Patti Rundall, il direttore della gruppo britannico Baby Milk Action, presente all’assemblea. “Quello che è successo è stato l’equivalente di un ricatto, con gli USA che tenevano il mondo in ostaggio e tentavano di rovesciare quasi 40 anni di consenso sul modo migliore di proteggere la salute dei neonati e dei bambini“. Com’è finita la partita? È intervenuta la Russia a favore della mozione; gli Stati Uniti non hanno rilanciato e la risoluzione è passata quasi invariata.

Il latte materno fa bene

La mozione appena approvata a favore dell’allattamento al seno non è che l’ennesima conferma di quanto da tempo l’OMS raccomanda e conferma costantemente con ricerche, dati e studi: il latte materno fa bene e dovrebbe essere la fonte di alimentazione esclusiva almeno per i primi sei mesi del neonato. Fa bene a tutto, anche negli anni a venire, e i benefici sono tantissimi pure per la madre. Il latte materno è un cibo unico e personalizzato per il bimbo e cambia nel tempo allineandosi alle sue esigenze sempre nuove e diverse nel tempo; così non è per l’alimentazione artificiale, che oltretutto può essere molto pericolosa nei Paesi dove l’acqua è inquinata e le condizioni igieniche molto scarse.

L’Italia sostiene l’allattamento

In Italia l’allattamento al seno è sostenuta, innanzitutto da una rete informale di mamme, famiglie e professioniste che offrono servizi di sostegno e aiuto alle neomamme in modo capillare sul territorio. Gruppi, incontri, colloqui individuali sono alcune delle attività che le leghe e le associazioni a favore del latte materno organizzano per sciogliere i dubbi (e anche i dolori) che possono cogliere durante il puerperio. La Leche League Italia, le Consulenti professionali in allattamento materno IBCLC  e Mami, Movimento allattamento materno italiano sono solo alcuni dei riferimenti dello stivale. A livello legislativo, in questi ultimi anni sono state emesse importanti leggi che tutelano l’allattamento al seno e regolamentano la vendita e la pubblicità dei sostituti artificiali, la cui fabbricazione ed etichettatura è controllata e sanzionata quando irregolare. Esiste inoltre un Codice internazionale sulla commercializzazione dei sostituti del latte materno; un testo di riferimento che poi i singoli Paesi applicano sui territori e, guarda caso, gli USA sono quelli che meno rispettano i paletti e le condizioni del testo.

Il conflitto di interessi

È il punto debole di tutto il panorama medico-scientifico attuale, oltre ad essere il motivo principale per cui ormai l’opinione pubblica ha perso fiducia nelle linee e politiche ufficiali in tema di salute, dall’allattamento ai vaccini: il conflitto di interessi nella sanità esiste. In Italia, come in tutto il resto del mondo, le ricerche e i convegni scientifici sono spesso finanziati da case farmaceutiche o aziende produttrici, che potrebbero avere importanti interessi nel privilegiare alcuni aspetti o risultati della ricerca rispetto ad altri (per non dire che potrebbero proprio dirottarne lo svolgimento e le direzioni). Nel 2018 non è accettabile che esista anche solo il rischio che questo accada; e le minacce degli Stati Uniti, messe sul tavolo sulla scia di lobby aziendali e interessi economici, non fanno che confermare il potere dell’industria e del denaro, anche a scapito della salute pubblica. E la partita di Risiko ancora non è chiusa.

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