Mamma single: servono superpoteri?

da | 14 Nov, 2021 | Lifestyle, Persone

Due bimbi prematuri, una separazione e una gestione in solitaria della famiglia: la storia di Corinna, mamma single di due gemelli, Greta e Paolo

Solitudine, doppio carico di responsabilità e soprattutto tanta stanchezza accomunano le storie di tanti genitori single che, secondo l’Istat, nel 2019 erano circa 34.000. Non avere accanto un’altra persona con cui condividere le responsabilità, la gestione degli imprevisti e il carico mentale ed emotivo, porta i genitori single ad essere in partenza una categoria più fragile non solo dal punto di vista economico. Perché crescere dei figli è un compito già molto complesso e difficile quando si è in due. 

Corinna, mamma milanese e fotografa, ci racconta la sua esperienza, in salita costante, di mamma single di due gemelli, tra lavori saltuari, salti mortali e lo scarso e saltuario supporto di una rete di altre famiglie monogenitoriali, come la sua.

Gemelli! Una partenza difficile

“Le gravidanze gemellari sono spesso a rischio e la mia è stata particolarmente difficile – racconta Corinna -. Sono stata ricoverata perché i bimbi crescevano poco e a 32 settimane Greta e Paolo sono nati.

Purtroppo erano molto prematuri: Greta, più di Paolo, aveva avuto un grave ritardo di crescita nella vita intrauterina e non assumeva nutrimento da molte settimane prima del parto e alla nascita pesava solo 858 grammi. Ovviamente sono stati entrambi in TIN per numerose settimane.

Solo dopo un mese ho portato a casa Paolo e, dopo due mesi, Greta. All’epoca viveva ancora con noi il mio ex-marito, non eravamo ancora separati.

E ciononostante, il primo anno di vita dei gemelli è stato in assoluto l’anno più difficile della mia vita: da sola sarebbe stato umanamente e praticamente impossibile gestire entrambi i neonati. 

Inoltre i medici non sapevano dirci quali danni avessero provocato l’assenza di nutrimento prolungata nella vita intrauterina, la prematurità e le emorragie cerebrali. Dovevamo portarli a continue visite e monitoraggi, dal neurologo al fisioterapista. Ogni settimana ognuno dei due bimbi aveva almeno due appuntamenti. 

A causa della prematurità e del sistema immunitario poco sviluppato, ci era stato sconsigliato di portarli in ospedale quando non necessario. A ogni appuntamento, uno di noi restava a casa con l’altro bimbo. Eravamo stanchissimi perché i piccoli dormivano poco (Greta non più di 20 minuti consecutivi!) e mai contemporaneamente, ma a logorarci erano soprattutto le preoccupazioni riguardo la loro salute: continuavamo a ricevere ‘ipotetiche’ diagnosi su eventuali ritardi psicomotori, malattie genetiche, danni a lungo termine e questo ci faceva vivere nell’ansia perenne”.

mamma single gemelli

Nulla è più come prima

La gestione di due figli, gemelli e prematuri, poche ore di sonno e tante preoccupazioni: una miscela letale, che può mettere in crisi qualsiasi relazione di coppia.

“Lavoravamo insieme, come fotografi freelance, ma durante il primo anno di vita dei bimbi abbiamo ovviamente portato avanti ben pochi progetti.

Quando i bimbi hanno compiuto un anno, abbiamo iniziato a prendere consapevolezza di noi stessi, di chi eravamo diventati, come persone e come coppia: e ci siamo resi conto che non potevamo continuare a stare insieme.

In quel momento la maternità aveva assorbito ogni altro aspetto della mia vita. Per un anno, pur non essendo più una coppia, abbiamo vissuto da separati in casa, anche perché la gestione dei bambini richiedeva ancora la presenza di entrambi. Il loro sviluppo era costantemente monitorato dai medici, era stato diagnosticato un ritardo psicomotorio per cui gli appuntamenti con gli specialisti erano ancora tantissimi”.

Lavorare full time? Impossibile

Trovarsi da soli a gestire la quotidianità come mamma single con due gemelli di due anni può sembrare il peggiore degli incubi. “E in effetti è stata durissima, ma devo anche dire che nulla è stato come il loro primo anno di vita. Trascorso quello, superati i pericoli e con qualche ora in più di sonno, mi sono detta che qualunque cosa fosse successa, da lì in avanti sarebbe stato in discesa. E oggi, 10 anni dopo, posso dire che effettivamente è stato così.

La gestione è ovviamente dura e complicata: il mio ex-marito portava i bimbi due volte al mese dai genitori che vivono in un’altra regione. Io trascorrevo quei due weekend a dormire per recuperare le energie e poi, il resto del tempo, era tutto sulle mie spalle. Non avevo il supporto della famiglia e non mi potevo permettere un aiuto esterno. Un lavoro a tempo pieno con orari fissi era impensabile: gli imprevisti erano troppi, e anche le visite specialistiche. 

Inoltre nessun datore di lavoro avrebbe assunto una madre single con due gemelli. Ho sostenuto colloqui in cui mi hanno comunicato che, nonostante fossi la candidata più qualificata, il fatto di essere madre single con due bambini piccoli mi penalizzava. Ho quindi continuato, e ancora oggi è così, a dovermi accontentare di lavori temporanei perché sono gli unici che mi vengono offerti”.

genitore single

Una rete di aiuto tra genitori

Quando i bimbi iniziano la scuola, conoscere genitori che vivono la stessa situazione può rappresentare un supporto sia pratico che emotivo. “A volte ho l’impressione che noi genitori single apparteniamo a una categoria diversa, tuttavia i miei figli frequentano classi diverse e ho legato con qualche genitore.

Un supporto utile è stato per me quello della rete ‘Gruppo di auto-aiuto per mamme separate’: un gruppo virtuale di confronto che trovo molto interessante e di cui fanno parte anche donne che vivono in altri paesi.

Trovo utile confrontarsi su come viene gestita la separazione e la divisione delle responsabilità in altre famiglie. All’interno si è creato il gruppo milanese con cui organizziamo anche incontri per parlare di persona e condividere le nostre esperienze”.

Gestione condivisa o genitore di riferimento?

In Italia l’affidamento condiviso non implica per forza il collocamento fisico: un minore può dormire prevalentemente nella casa del genitore di riferimento ma entrambi sono chiamati a condividere le scelte e le decisioni importanti. “Per quanto mi riguarda, considerando anche che i bimbi al momento della separazione effettiva avevano soltanto due anni, ho preferito essere io il genitore di riferimento e che casa nostra fosse non solo il loro domicilio principale ma anche il luogo sicuro in cui vivere e a cui pensare come casa.

Per quanto riguarda il carico di responsabilità e la gestione pratica sarebbe stata utile una partecipazione più attiva da parte del padre durante la settimana, ma così non è stato.

Devo ammettere che, nella maggior parte dei casi che ho avuto modo di conoscere, chi si assume il più grande carico di responsabilità sia in termini di tempo che di carico mentale è la donna. Quasi sempre il genitore single è la mamma.

Purtroppo, nel mio caso, oggi i ragazzi frequentano sempre meno il papà: nel fine settimana hanno gli scout oppure feste di amici e, a parte le due settimane di vacanze estive, durante l’anno lo vedono con molta meno regolarità”.

mamma gemelli

In cima alla montagna, l’inizio di una nuova era

Oggi Greta e Paolo hanno 11 anni e hanno iniziato la scuola media. “Ultimamente i miei figli sono cresciuti tantissimo; sono molto responsabili e autonomi per la loro età, vanno a scuola a piedi da soli e sanno gestire il loro tempo a casa. Per me è come aver superato il valico di una montagna ripidissima. 

In generale, guardando indietro, vedo i primi due anni della loro vita come i più complicati: poi è arrivata la gestione da mamma single, ugualmente faticosa ma con meno tensione in casa e quindi maggiore serenità per tutti, soprattutto per i bambini. 

L’ultimo periodo non proprio semplice è stato quello della DAD durante il lockdown: seguire due bambini, che frequentavano la quarta elementare in due classi diverse, è stato abbastanza complesso e ho dovuto dedicare loro molto tempo.

Ma anche questa fase è stata superata; oggi finalmente riesco anche ad avere tempo per me stessa: dopo tanti anni mi sembra di avere di nuovo anche una vita mia! So che tra non molto affronteremo insieme il periodo dell’adolescenza, che da sempre mi terrorizza: ma mi tranquillizzo pensando che nulla sarà difficile come il primo periodo.

Insomma, in questo periodo ci godiamo la pre-adolescenza di cui, forse dopo tutto quello che ho passato, vedo soltanto la parte bella”.

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