Al via il bando “Rientro” in Piemonte. Congedo ai papà per favorire il rientro al lavoro della mamma

da | 9 Mar, 2018 | Lifestyle, News

Signori e soprattutto signore, con immenso piacere annunciamo che è online l’atteso bando Rientro (RI.ENT.R.O. – Rimanere Entrambi Responsabili e Occupati), un intervento della Regione Piemonte che consente di ottenere un incentivo una tantum per ilcongendo del padre. Obiettivo? Far crescere il concetto di famiglia paritaria, dove madre e padre si occupano dei figli in ugual misura. E anche sostenere il ritorno al lavoro delle donne dopo la maternità, perchè troppe neomamme lasciano il lavoro alla nascita del figlio.

L’incentivo è erogato se il padre fruisce del congedo parentale, ma anche nel caso di un nucleo monoparentale. In questo caso è sufficiente il rientro al lavoro della madre.

Fino a 500 euro per i papà che prendono il congedo

L’incentivo RI.ENT.R.O.  può essere richiesto dai neogenitori del Piemonte richiedere seguendo le modalità indicate dal bando fino al 31 dicembre 2020.

L’importo può essere di 200, 400 o 500 euro per mese solare di rientro lavorativo della madre e di congedo del padre, effettuati entro il 12° o il 18° mese di vita del figlio o della figlia. Nel caso in cui il papà fruisca del congendo parentale “a ore” è previsto un incentivo di 200 euro per mese.

Finalità del bando? “Facilitare il rientro lavorativo della mamma, naturalmente”, risponde Monica Cerutti, Assessore alle Pari opportunità e ai Diritti civili della Regione Piemonte, a cui abbiamo chiesto di raccontarci questa nuova iniziativa per le neomamme piemontesi.

Mamma lavora, papà sta a casa. E’ impensabile?

Le lavoratrici con bambini piccoli continuano a dimettersi (secondo la direzione territoriale del lavoro di Torino, nel 2016 oltre 700 lavoratrici dipendenti hanno rassegnato le dimissioni nel primo anno successivo alla maternità), rinunciando allo stipendio. Allora non è un problema di soldi. Qual è la vera causa di questo progressivo abbandono del lavoro da parte delle donne?

“Ci sono sicuramente una serie di concause, spiega Monica Cerutti. “Da un lato in Italia sono culturalmente radicati i tradizionali modelli di gestione familiare del lavoro e dell’attività di cura, per cui la figura materna è considerata una presenza quasi esclusiva e imprescindibile nella cura dei figli. Il cambiamento culturale, nonostante le azioni intraprese già da anni dalla Regione Piemonte, appare ancora lungo e difficile”.

I papà non conoscono i loro diritti

Dagli esiti di precedenti interventi della Regione Piemonte, per esempio le attività di sensibilizzazione alla funzione paterna e alla condivisione del lavoro di cura realizzati nell’ambito dei corsi di accompagnamento alla nascita, è emerso che la maggior parte dei partecipanti non è a conoscenza di queste opportunità.

“In particolare non è conosciuta la possibilità di fruizione dei congendi parentali da parte dei padri, nè sono conosciute le modalità con cui accedervi. Abbiamo deciso di affrontare questi temi durante i corsi di accompagnamento alla nascita perché il periodo appena prima della nascita del figlio è un momento straordinariamente favorevole per coinvolgere gli uomini in percorsi di sensibilizzazione per imparare a condividere le responsabilità di cura familiari. Un modo per favorire il cambiamento culturale”.

Ci si incammina verso un modello più paritario? “La Regione Piemonte ci sta provando. Da sempre noi cerchiamo di agire affiancando l’azione culturale a quella amministrativa. Anche per il bando RI.ENT.R.O. , affiancheremo all’intervento prettamente economico una campagna di comunicazione volta a informare e sensibilizzare”.

Welfare aziendale: telelavoro, flessibilità, asili

Nel mondo del lavoro però ci sono due controparti; da un lato il lavoratore (mamma o papà) e dall’altro l’azienda. Sono previste azioni di welfare aziendale che possono facilitare la conciliazione? Pensiamo al telelavoro, agli orari flessibili, ai nidi aziendali.

La Regione Piemonte realizza interventi di conciliazione dei tempi di vita e di lavoro fin dal 2001, utilizzando risorse proprie e risorse nazionali del Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Sono stati finanziati centinaia di progetti aventi come obiettivo la sperimentazione di misure flessibili di organizzazione del lavoro, di servizi aziendali, nonché misure di sostegno per lo sviluppo professionale e di carriera delle donne. Si tratta di azioni che, intervenendo sulla struttura organizzativa del lavoro e degli orari, favoriscono la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro e incoraggiano la diffusione del welfare aziendale e territoriale”.

Attualmente sono in corso progetti finalizzati all’introduzione del telelavoro e dello smart working negli enti pubblici piemontesi. Soprattutto in Piemonte si sta attuando la strategia “WE.CA.RE. (Welfare Cantiere Regionale) che prevede bandi di promozione del welfare aziendale.

Aspiriamo a una famiglia paritaria e egualitaria

Nessuna neomamma deve essere obbligata a lavorare, ma allo stesso modo nessuna neomamma deve sentirsi obbligata a lasciare il lavoro o sacrificare l’aspetto professionale. Viviamo in un’epoca in cui non esistono “scelte buone per tutti” e in cui è importante che siano offerti servizi flessibili e modulari, per cui ciascuno possa fare le scelte che considera migliori per sè e per la sua famiglia.  

La mamma lavoratrice è una risorsa per l’azienda e per la società e il sostegno a un modello di famiglia paritaria e egualitaria è un sostegno alla società. 

“Sono innumerevoli gli studi che lo confermano. A ribadirlo ci sono i principi orizzontali del Fondo Sociale Europeo che si occupa di sviluppo sostenibile, pari opportunità, non discriminazione e di parità tra uomini e donne. Questi obiettivi sono perseguiti anche dal Bando Ri.ent.r.o. Occorre incentivare la permanenza delle donne nel mercato del lavoro, stimolare una maggiore diffusione fra gli uomini della fruizione dei congedi parentali e favorire l’equilibrio tra attività lavorativa e vita privata e familiare per donne e uomini attraverso politiche di conciliazione e strumenti che incoraggino la condivisione delle responsabilità familiari tra i generi”.

Punto, questo, previsto anche dalla Legge regionale 18 marzo 2009 n. 8 “Integrazione delle politiche di pari opportunità di genere nella Regione Piemonte”.

“La condivisione delle responsabilità di cura tende a migliorare la posizione delle donne nel mondo del lavoro ed è noto che una occupazione femminile di qualità contribuisce positivamente a favorire la crescita economica”.

Insomma: le donne al lavoro sono un bene e gli uomini a occuparsi dei figli sono un bene. Perché, al di là degli stereotipi di genere, l’uguaglianza è sempre un bene e il bando Rientro la persegue nella maniera giusta.

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