Non c’è estate senza spine

da | 3 Nov, 2013 | Lifestyle

Spine, schegge di legno, frammenti di vetro o di metallo: quando i bambini giocano a piedi nudi, è facile che un piccolo corpo estraneo entri nella pelle. Il legno si posiziona in superficie ed è poco doloroso, per cui è abbastanza facile da rimuovere. Conviene intervenire senza aspettare, perché le spine tendono a infettarsi. Le schegge metalliche o di vetro sono più pericolose: penetrano più in profondità, sono dolorose e difficili da rimuovere. Inoltre, se la scheggia provoca una ferita profonda e stretta, c’è il rischio di tetano. Per rimuovere una spina, ago e pinzetta sono gli strumenti principali. Disinfettateli (una volta si usava passarli sul fuoco), ammorbidite la pelle con acqua, quindi spingete delicatamente con l’ago nella direzione contraria a quella in cui la scheggia è entrata. Appena affiora, tiratela fuori con le pinzette e disinfettate. Se il corpo estraneo è conficcato in profondità, se si tratta di un amo da pesca o un oggetto ricurvo, se non riuscite a toglierlo o se compaiono segni preoccupanti di infiammazione, andate dal medico. Anche le spine di cactus non sono da sottovalutare, in parte perché sono difficili da togliere, in parte perché alcune piante hanno proprietà urticanti.

La salmonellosi

L’infezione da salmonella è più frequente di quel che si crede. Innanzitutto non si tratta di una sola malattia, ma di un insieme, la cui causa sono le salmonelle, cioè alcuni batteri presenti nell’apparato gastrointestinale di molti animali. Ne esistono circa duemila varietà e generalmente non arrecano danni all’organismo, ma talvolta causano gravi problemi, come del caso delle salmonelle tifoidee, che colpiscono solo l’uomo. Più comuni sono le salmonelle non tifoidee, o minori, che sono responsabili della maggior parte delle infezioni gastrointestinali. I principali veicoli di infezione sono i derivati alimentari degli animali, come la carne, i frutti di mare, le uova e il latte crudo. I sintomi più diffusi sono febbre, dolore addominale, nausea, vomito e diarrea. Si manifestano in genere 12 ore dopo l’ingestione di alimenti contaminati e durano dai 4 ai 7 giorni. Le salmonelle spesso non alterano il sapore, l’odore o l’aspetto dei cibi, per cui le uniche misure di prevenzione sono le corrette norme igieniche. I batteri di salmonella sono facilmente eliminabili attraverso una buona cottura, ma l’effetto sterilizzante del calore viene annullato se, per esempio, si usa lo stesso piatto per appoggiare la carne prima e dopo la cottura. Casi di contaminazione incrociata si possono avere anche se si conservano vicini cibi destinati alla cottura e al consumo crudo: pensate a quando, nel frigo, la carne sgocciola sull’insalata.
Nel mondo, si stima che il 50% delle epidemie di salmonellosi sia dovuto al consumo di uova contaminate, per cui è meglio evitare di consumare uova crude o poco cotte (pensate alla maionese fatta in casa, al tiramisu e all’uovo sbattuto). I derivati del latte sono meno pericolosi: causano il 5% dei casi di salmonellosi.

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