Prima che tu venga al mondo: intervista a Massimo Gramellini

da | 3 Dic, 2019 | Libri, Lifestyle, Persone, Senza categoria

Massimo Gramellini è diventato papà a 55 anni. La sua trasformazione da scapolo-senza-figli a papà è raccontata nel suo ultimo romanzo “Prima che tu venga al mondo”

La storia sembra tratta da Modern Loves, una delle rubriche iconiche del New York Times, così amata che in quindici anni ha oltrepassato la carta, è diventata un podcast e poi una serie. Protagonisti sono un giornalista, Massimo Gramellini (che cura una altrettanto famosa rubrica di posta del cuore) e la sua paternità non proprio precoce.

Essere figlio, essere padre

Massimo Gramellini ha raccontato in uno dei suoi libri più letti la perdita della madre in giovane età. Un nuovo libro racconta il proseguimento della sua vita, a partire da una torta tartufata per festeggiare il cinquantesimo compleanno. Attraverso i nove mesi di gravidanza Gramellini ripercorre un’infanzia triste, una lunga esistenza da scapolo, la sorpresa del concepimento e infine la nascita, raccontata in modo così candido e ingenuo che viene spontaneo domandarsi perché abbia impiegato così tanto a capire i suoi reali desideri.

“Diventare un padre di famiglia non è mai stato nella lista delle mie aspirazioni – scrive Massimo -. Ma non è vero che non ho voluto un figlio perché vantavo un curriculum da orfano precoce e mi spaventava il pensiero che potesse condividere lo stesso destino. Ed è altrettanto subdolo insinuare che temessi di diventare un padre come mio padre. È che immaginavo che diventando padre, avrei smesso di essere figlio. Associavo l’essere figlio a una serie di benefici non negoziabili, come l’irresponsabilità e la libertà creativa”.

Siamo incinti

Massimo si è trovato a fare il papà prima di esserlo, prendendosi cura del figlio della compagna nella contemporanea delle famiglie. “Ho conosciuto Diego quando aveva poco più di tre anni e me ne sono innamorato subito”. È questo avvicinamento che fa nascere il richiamo irresistibile di un figlio tutto suo. Un desiderio fino ad allora non ammesso e scoperto quasi per caso. “La mia compagna, che poi è diventata mia moglie, aveva avuto un ritardo inspiegabile e mi ha spedito a comprare un test di gravidanza”.

Dal momento del test al “siamo incinti” il passo è breve. La reazione di Massimo è “un’emozione silenziosa accompagnata da un piccola bronchite”, cui seguono una serie di previsioni non troppo azzeccate (Sono due! È una femmina!) e una lunga fase in cui il futuro padre fa i conti con il modello di padre che ha dentro.

“Con mio padre non sono mai riuscito a comunicare. Come avrei voluto che fosse? Più dolce e disponibile all’ascolto. Ma avrei voluto che fosse mio amico? Domanda oziosa, mi avrebbe risposto che un padre non può essere amico di suo figlio, come il professore non può esserlo di uno studente e il capufficio di un impiegato”.

Massimo vorrebbe essere un padre diverso. “Il digiuno di riconoscimenti paterni ha fatto di me un uomo insicuro, ma mi ha anche fornito gli anticorpi per sopportare ogni successiva umiliazione. A mio figlio rischia di accadere il contrario. L’indigestione di applausi che per contrasto gli procurerò potrebbe renderlo fin troppo sicuro e però più fragile di fronte alla sconfitta. Immagino il padre come una ringhiera che segnala un limite e al tempo stesso protegge dal rischio di cadere. Ma la ringhiera è magica. L’amore la arrotonda fino a trasformarla in un ponte”.

Un figlio che si curi di me

All’inizio Massimo ha creduto (e anche sperato) di avere una figlia femmina. “Noi padri siamo egoisti da millenni. Quando eravamo contadini volevamo figli maschi perché servivano braccia per i campi e per le guerre. Ma adesso siamo narcisisti, preferiamo le femmine per poter contare su qualcuno che ci metta al primo posto. Procreare è una polizza contro la solitudine”. 

Alla fine però risulta un referto letto male. Ed è così che arriva Tommaso. “Ti stupirai, ma sono contento che sia maschio. Di donne evolute ne conosco tante, sono i maschi evoluti, che mancano. Mi piacerebbe contribuire a forgiarne uno. Un maschio femmina, deciso ma gentile, profondo ma leggero, roccia ma poeta”.

Massimo Gramellini, Prima che tu venga al mondo, Ed. Solferino 


Prima che tu venga al mondo

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