A partire dal 18 maggio in Belgio gli studenti hanno iniziato, gradualmente, a tornare tra i banchi. Una famiglia italiana ci racconta il tanto atteso rientro a scuola dopo mesi senza DAD
Il Belgio è stato il paese più colpito dall’epidemia di Covid 19 in termini di decessi in base alla popolazione – più di 9300 su 11,6 milioni di abitanti – : nonostante questo dato, il 18 maggio il governo ha deciso di riaprire gli istituti per iniziare una ripresa graduale delle lezioni.
Un esperimento che si è concluso l’8 giugno con il rientro di tutti gli studenti.
Servizi per l’infanzia aperti, no alla DAD
Le scuole belghe hanno chiuso le porte ufficialmente il 14 marzo. Asili nido. scuole materne ed elementari sono rimaste aperte per i casi di “emergenza”: è stato garantito un servizio di guardia per i figli dei sanitari e delle forze dell’ordine che non erano temporaneamente riusciti a trovare una soluzione. Lasciare i bambini con i nonni era fortemente sconsigliato: meglio la scuola, sostenevano le autorità.
Tutti gli studenti della primaria e della secondaria sono invece rimasti a casa. Durante i due mesi del lockdown non è stato messo in atto alcun piano di Didattica a Distanza obbligatoria.
Al contrario, il governo ha imposto agli istituti di non avanzare con i programmi.
Gli insegnanti hanno cercato di tenere il contatto con gli allievi mediante attività ludiche, riunioni virtuali per mantenere le relazioni sociali o per ripassare gli argomenti svolti prima del lockdown.
“La maestra di mio figlio organizzava piccoli gruppi per fare insieme esercizi di matematica” spiega Laura, mamma di Bruno, 7 anni “Lo scopo era quello di ‘tenere la mente allenata’ per non dimenticare le competenze apprese durante la prima parte dell’anno”
Una ripresa graduale e a turni
A metà maggio sono arrivate indicazioni per un ritorno graduale a scuola, a gruppi piccoli e con distanziamento. A partire dal 18 maggio, gli istituti hanno iniziato ad accogliere classi ridotte.
Nella primaria è stato garantito il rientro per la classe sesta, ovvero gli alunni dell’ultimo anno che devono sostenere gli esami di fine ciclo scolastico.
I bambini che frequentano il primo e del secondo anno, che hanno più difficoltà a esercitarsi attraverso lo schermo, sono rientrati in classe a gruppi alternati (massimo 10 bambini per classe) con ingressi e uscite scaglionati. All’interno della scuola era previsto il distanziamento dei banchi. É stata garantita la priorità ai bambini che hanno maggiori difficoltà di apprendimento.
“Ero contentissimo di tornare a scuola e rivedere i miei compagni” racconta Bruno, che frequenta la prima elementare “I banchi, che di solito sono attaccati per lavorare insieme, erano tutti separati”. E la mascherina? “Noi bimbi non dovevamo portare la mascherina, ma la maestra sì. Ogni tanto però la abbassava perché non sempre riuscivamo a capire bene quello che diceva”.
Scuole d’infanzia: giochi in cortile e nessun distanziamento
Il 2 giugno anche i bambini delle scuole d’infanzia hanno ripreso l’anno interrotto, ma senza turni, classi ridotte e neanche distanziamento fisico.
Non tutti i genitori hanno deciso di portare i bambini. Nella classe di Stella, la sorellina di Bruno, erano presenti circa il 60% dei bambini.
“Ho giocato con le mie amiche, bellissimo!” racconta Stella, 4 anni “la maestra aveva la mascherina. Non possiamo andare in mensa, ci portiamo il pranzo e mangiamo in classe. Ci hanno fatto stare tantissimo tempo in cortile e abbiamo fatto tanti giochi fuori, molto più di prima!”
8 giugno: rientro a scuola per tutti
Dall’8 giugno molte famiglie, in alcune scuole quasi la totalità, hanno scelto il ritorno alla normalità. Finalmente un rientro a scuola per tutti i bambini che frequentano asilo nido, scuola materna e scuola primaria. Sono rimaste escluse dal piano di rientro le scuole secondarie, ad eccezione degli allievi che frequentano l’ultimo anno.
“Abbiamo ricevuto una lettera da parte della direttrice scolastica in cui ci invitava a fare ritorno a scuola ribadendone l’obbligatorietà” spiega Laura “Di fatto però, seguiva con un comunicato un po’ contraddittorio: le famiglie che per il mese di giugno decideranno di tenere i bambini a casa non verranno segnalate al Comune, cosa che qui in Belgio accade normalmente se fai assenze non giustificate da motivi di salute”.
Sono pochissime le famiglie che alla scuola primaria Peter Pan di Bruxelles hanno scelto di non riportare i bambini a scuola. Nella classe di Olivia – sorella di Stella e Bruno, che frequenta il terzo anno della primaria – l’8 giugno erano tutti presenti:
“Il primo giorno di scuola è stato una sorpresa: c’eravamo tutti!” racconta Olivia “Ci hanno chiesto di lavare le mani molto spesso, soprattutto quando cambiavamo posto. Mangiamo in classe un panino che portiamo da casa; la mia classe entra alle 8.10 e usciamo mezz’ora prima, alle 15. Prima i genitori ci lasciavano al cancello e andavamo in classe da soli, adesso invece viene la maestra a prenderci.
In cortile c’è un novità: lo spazio ora è diviso con delle corde. Noi di terza abbiamo il nostro spazio, separato da quelli di seconda, e non possiamo giocare con loro”
I motivi della riapertura
Il governo belga sostiene che un rientro a scuola per tutti e il prima possibile sia fondamentale per bambini, giovani e per le famiglie: come sostengono i pediatri, continuare a tenere chiusi gli istituti ha un impatto negativo sullo sviluppo cognitivo e sociale. Inoltre vengono sostenuti studi secondo la quale, sulla base dell’esperienza acquisita da diversi paesi, i bambini vengono meno colpiti dal virus e sono anche meno contagiosi. Per questo motivo con la riapertura delle scuole non si rischierebbe una nuova impennata dei contagi.
Leggi anche –> Tornare a scuola in sicurezza: approvate le regole