Scegliere la scuola dell’infanzia: i consigli utili

da | 3 Gen, 2021 | Lifestyle, Pillar

La scelta della scuola dell’infanzia va fatta a gennaio. Ecco cosa bisogna sapere, tra open day, classi eterogenee e approcci educativi diversi

Classe omogenea o eterogenea? Giardino sì o giardino no? Corso di musica o lezioni di pregrafismo? Eccole alcune delle domande che girano nella testa dei genitori alle prese con una delle scelte più impegnative dell’anno: quella della scuola dell’infanzia.

Generalmente le iscrizioni sono aperte fino a fine gennaio (a seconda della città di appartenenza), ma tra open day e visite guidate, l’orientamento e la scelta giusta per il proprio bambino può essere molto complicata. Le variabili, educative e pratiche, sono molte. E allora, come fare?

“Cura, accoglienza e relazione sono tre parole che ci possono guidare nel percorso di scelta della scuola dell’infanzia”, suggerisce Giovanna Gorla, psicologa e psicoterapeuta, esperta di servizi della prima infanzia che vive e lavora nell’area milanese.

“La scelta è sempre frutto di una serie di elementi. È importante capire quali sono gli aspetti più significativi che si vorrebbe fossero soddisfatti, per la propria famiglia e per il proprio bambino. Per questo la prima cosa da fare è informarsi bene su quelle che sono le caratteristiche di ogni scuola”.

Open day, che cosa chiedere

Le giornate aperte organizzate dalle scuole, i cosiddetti open day, sono il momento cruciale in cui raccogliere non solo le informazioni, ma anche il “feeling” della scuola. A cosa è bene prestare attenzione durante gli open day?

“Come vengono gestiti gli spazi e i materiali è molto importante in una scuola dell’infanzia. Non significa necessariamente che tutto debba essere nuovo di zecca. Tuttavia uno spazio organizzato e i materiali in ordine sono ciò che aiuta i bambini a usarli in maniera utile, a livello percettivo e cognitivo.

Uno spazio pulito e ordinato è un ambiente del quale ci si prende cura”, spiega la psicologa Giovanna Gorla.

Un occhio particolare va dedicato alla creatività: “Dopo i tre anni i bambini si affacciano al mondo del fantastico. E’ qui che si aprono tutte le potenzialità della creatività ed è bene incoraggiarle”. Qualche esempio? Sì alle attività con materiali naturali o di riciclo, da preferire ai classici lavoretti prestampati da colorare dentro le righe.

Se c’è un giardino, soprattutto se si vive in città, meglio ancora. “Fate attenzione: gli spazi esterni devono essere vissuti come qualcosa in più di un giardinetto con lo scivolo. Il giardino è un’opportunità per fare cose diverse. Raraccogliere materiali, conoscere la natura da vicino, portare avanti un progetto prendendosene cura, per esempio attraverso una piccola coltivazione”.

Ben vengano anche le attività che arricchiscono le giornate dei bambini, come i gruppi in cui fare musica, psicomotricità o avvicinarsi al pregrafismo: “È importante cosa, ma anche come queste attività vengono svolte. Se sono fatte bene, lasciano spazio alla libertà di espressione dei bambini”. E la nanna? “L’ideale è che ci sia flessibilità da parte della scuola su come viene gestito un momento delicato per molti bambini”.

Meglio la classe omogenea o eterogenea?

La classe eterogenea, formata cioè da bimbi di età diverse, rappresenta un’importante occasione di scambio e confronto. “Unire bimbi di età diverse permette di lavorare sulle differenze e su occasioni di aiuto e attenzione reciproca, che possono essere molto arricchenti dal punto di vista relazionale” spiega la psicologa.

Nella classe omogenea è più lungo ambientarsi, soprattutto nei primi mesi di scuola. “Una classe interamente composta da bambini piccoli richiede un grande impegno, ma poi si ha la possibilità di lavorare per tre anni con un gruppo assestato”.

Montessori, Steiner & co

Anche per quanto riguarda gli stili educativi che connotano l’offerta di molte scuole dell’infanzia, il consiglio è: informarsi bene sui vari modelli pedagogici. 

“Durante l’open day della scuola dell’infanzia si può vedere il modello pedagogico in azione. Si capisce come è gestito e tradotto in pratica, abbandonando l’idea che ci sia un approccio assolutamente buono o assolutamente cattivo. È sempre importante mettere al centro la relazione, perché è lì che l’approccio educativo teorico incontra la realtà di ogni singola famiglia e di ogni bambino. Ogni scuola è diversa, caratterizzata dall’impostazione pedagogica, ma soprattutto dalle persone che la costituiscono”.

“Per questo, qualunque sia il modello di riferimento, è fondamentale capire quali sono i momenti di incontro previsti tra la scuola e i genitori e come si sviluppa il dialogo con le famiglie durante l’anno scolastico”.

Scegliere la scuola dell’infanzia

Per arrivare alla scelta definitiva è utile ascoltare il passaparola e i pareri di chi ha già frequentato una data scuola dell’infanzia.

Tuttavia il consiglio è non trascurare mai il proprio sentimento personale. “Se mi sento a mio agioentrando in una scuola, se l’ambiente mi accoglie e le persone che lo abitano mi piacciono, siamo già a buon punto. La sensazione che deriva dal clima ci dice molto di come noi vivremo il luogo che il nostro bimbo frequenterà ogni giorno.

Questo – conclude la psicologa – non vuole dire che una scuola sia migliore dell’altra in termini assoluti, ma che sta funzionato bene l’incontro nella relazione con quella famiglia. E’ un elemento da tenere sin dall’inizio in grande considerazione”.

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