Che schifo gli insetti

da | 1 Lug, 2018 | Lifestyle

Una lettrice ci scrive: paura insetti bambini

I miei figli, di 4 anni e 7 anni, hanno una vera fobia per gli insetti. D’estate la vita non è facile, appena si avvicina una vespa sono scene isteriche. Se trovano un ragno sull’altalena non ci salgono più. Le formiche, le zanzare, le mosche: tutto fa schifo. Noi genitori non siamo appassionati entomologi, ma non abbiamo questo livello di difficoltà. Come dobbiamo rapportarci?

Intanto vorrei raccomandare ai genitori di non preoccuparsi: la scarsa simpatia per gli insetti è diffusissima e non solo tra i bambini!

Sarà perché gli insetti sono così diversi da noi, un piccolo universo a parte (dal nostro punto di vista). Sarà perché molti pungono e anche perché la memoria delle malattie diffuse da mosche e zanzare è ancora fresca (in molte aree del mondo è una realtà attuale). Fatto sta che gli estimatori dei piccoli esseri dalle numerose zampette non sono poi tanti.

Primo step: la curiosità

La prima cosa che suggerisco è quella di incuriosire i bambini, possibilmente cominciando da foto e documentari, perché l’esposizione diretta ai temuti esserini potrebbe scatenare un panico capace di cancellare ogni forma di naturale interesse.

Sono in circolazione sia foto, sia bellissimi documentari che raccontano il mondo complesso e poco conosciuto degli insetti.

Osservandoli molto ingranditi e in movimento, non si può non appassionarsi alle complesse strategie dei ragni per catturare le prede o alle tecniche di corteggiamento delle mantidi (e soprattutto dei loro intrepidi consorti).

Secondo step: comprendere

Il secondo passo potrebbe essere quello di trasformarsi in entomologi e, muniti di lenti di ingrandimento, organizzare uno studio scientifico di insetti pacifici, per esempio le formiche (magari non quelle rosse!).

Osservare un formicaio è un’esperienza interessante: l’intreccio di cunicoli, le stanze che fungono da magazzini e quelle dove riposano le uova, le uscite di sicurezza, la divisione dei compiti.

La capacità di collaborazione delle formiche affascina i bambini: fate la prova regalando loro una grossa briciola.

Il mondo degli insetti è un continuo spunto per domande, piccole narrazioni, osservazioni scientifiche. Consiglio ai genitori di documentarsi prima, ma di non sommergere i bambini di informazioni. Lasciate che siano i bambini a porsi le domande e possibilmente a cercare le risposte.

Anche la comunità delle api è interessante da osservare e dà modo di introdurre un tema importante anche per sconfiggere la paura: l’insostituibilità degli insetti impollinatori per la vita.

Step tre: raccontare paura insetti bambini

Inventare piccole storie collettive o giochi di ruolo ispirati alle comunità delle formiche o delle api insegna a guardare dal punto di vista dell’insetto. C’è da scommettere che l’insetto percepisce noi come giganti pericolosi!

Possiamo spiegare il concetto del rispetto per tutte le forme di vita, insetti compresi. Gli insetti esistono da centinaia di milioni di anni prima di noi e probabilmente esisteranno ancora quando noi saremo scomparsi da altre centinaia di milioni d’anni.

Per vincere il timore è importante anche spiegare come prevenire le punture: per esempio agitarsi è controproducente, meglio stare fermi e allontanarsi con cautela.

Per quanto riguarda le api, non bisogna avvicinarsi agli alveari senza protezioni (soprattutto di fronte) e possibilmente vestirsi di chiaro.

È utile far sì che il bambino si renda conto che al momento il dolore è intenso, ma passa rapidamente. Aiuta (lo sapevate?) la cipolla cruda (ricca di ammoniaca) tagliata a metà e strofinata sulla puntura.

Step quattro: l’esempio

Come sempre, però, la cosa più importante è l’esempio. Se i genitori e gli altri adulti si mostrano tranquilli, rispettosi e curiosi nei confronti degli insetti la paura non si trasmette.

Stimolare l’interesse verso il ragnetto che corre sul muro o per le formiche sul terrazzo è meglio che correre a schiacciarle. Genitori che quando vedono un’ape o una vespa che annega nell’acqua non urlano, ma la tirano fuori dall’acqua, riusciranno prima o poi a contagiare i ragazzi.

Sandra Cangemi è educatrice della cooperativa sociale Praticare il futuro
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