Salviamo le api

da | 22 Mar, 2023 | Green, Lifestyle

Come possiamo aiutare, con piccoli gesti quotidiani, api e insetti impollinatori? Vi raccontiamo il progetto europeo di Slow Food “Salviamo api e agricoltori”

La primavera sta per arrivare a soppiantare questo anomalo inverno: l’auspicio è che la crisi climatica non stravolga anche questa stagione della rinascita, della natura che riprende vita, con i suoi fiori e frutti, il canto degli uccelli e i colori delle farfalle. E il volare di api e insetti. Possono a volte darci un po’ fastidio, ma oltre il 75% delle principali colture agrarie (e il 90% delle piante selvatiche da fiore) beneficia della loro azione, dell’impollinazione di decine di migliaia di specie animali.

Se non ci fosse l’attività degli insetti impollinatori molti dei nostri cibi sparirebbero: mele, arance, fragole, albicocche, ciliegie,  fagioli, zucche, erbe quali basilico o camomilla, pomodori, peperoni, agrumi… Se si facessero pagare, anche solo per il cibo che grazie al loro lavoro è a nostra disposizione, ogni anno dovremmo sborsare, si stima, oltre 200 miliardi di dollari. Senza la loro attività sparirebbero fiori e piante essenziali per il funzionamento degli ecosistemi e la conservazione delle specie e degli habitat che rappresentano la base della nostra esistenza e dell’economia.

La nostra vita sarebbe meno colorata e ricca, la nostra dieta più limitata e povera e l’ambiente ancora più indebolito. Fondamentali e purtroppo in pericolo: il prezioso servizio che gli impollinatori fanno gratuitamente è fortemente a rischio (in alcune zone della Cina gli agricoltori sono costretti a impollinare a mano) perché è a rischio la loro stessa esistenza. Numerose specie stanno per estinguersi e molte si sono già estinte. Un fenomeno che colpisce tutto il mondo. Nella sola Europa si calcola che il 10% delle api e delle farfalle coinvolte nel processo di impollinazione sia in pericolo, mentre altre specie registrano un calo ancora più consistente. 

Salviamo le api

La causa di tutto questo è il comportamento dell’uomo e non tanto quando ci liberiamo di un insetto che ci ronza in casa: è il risultato del perdurare di azioni nefaste come eccessivo uso di pesticidi e altri prodotti chimici pericolosi, inquinamento, distruzione o degrado degli habitat naturali dovuti a cambiamenti nell’uso dei suoli per agricoltura intensiva e urbanizzazione e alla crisi climatica.

Slow Food insieme ad altri rappresentanti dell’Iniziativa dei cittadini europei (Ice) Salviamo api e agricoltori, ha presentato al Parlamento Europeo, sostenute da un milione e centomila firme, precise richieste: eliminare gradualmente i pesticidi sintetici entro il 2035, ripristinare gli ecosistemi naturali, favorire l’agricoltura su piccola scala, diversificata e sostenibile.

“Se l’ape scomparisse dalla faccia della terra, all’uomo non resterebbero che quattro anni di vita”. Questa frase, attribuita a Einstein, fa una sintesi lapidaria di una possibile situazione. Si parla maggiormente delle api perché sono un simbolo di questo declino ed è l’insetto che meglio conosciamo o crediamo di conoscere perché lo alleviamo. Ma le specie allevate sono una piccola parte: solo in Europa ci sono oltre 200 specie selvatiche. 

Bee the future

L’ape non ci dà solo miele, propoli, polline, veleno (ottimo per i reumatismi), idromele, cera e altro ancora, ma è fondamentale per la nostra sopravvivenza. Quindi aiutiamole con piccole azioni quotidiane, che non saranno importanti come la cancellazione dei pesticidi chimici, ma aiutano.

Tra queste: acquistiamo i prodotti delle api della nostra zona e bio, in tal modo abbiamo una sicurezza sul prodotto e aiutiamo il nostro territorio; compriamo prodotti biologici e di stagione per sostenere un’agricoltura che non usa chimica dannosa; piantiamo (anche in città) piante e fiori amici delle api (obiettivo di Bee the Future, iniziativa di Slow Food con Eataly, Arcoiris e l’Università di Palermo), o semplicemente mettiamo delle ciotole con acqua pulita e pietre che affiorano per dare da bere alle api.

Facciamo sì che lo spirito di Emily Dickinson, che vede nell’ape la gioia dell’arrivo della primavera, che risveglia la brama di vita e di bellezza, non sparisca: 

Nel nome dell’Ape –
E della Farfalla –
E della Brezza – Amen!

www.slowfood.it

Di Valter Musso

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