Guardiamo troppi schermi e troppo da vicino, e i nostri occhi faticano. Tra tutti i più a rischio sono gli adolescenti
Un occhio animale, non adattabile al digitale. È quello umano, sempre più sottoposto a stress per l’uso continuo e alternato di smartphone, tablet e pc. I più a rischio? Gli adolescenti, incollati agli schermi gran parte del tempo.
È quanto emerge dalla ricerca condotta da Captain Cook Research per conto di Hoya, multinazionale leader nel settore delle lenti da vista che ha appena lanciato sul mercato nuovi prodotti pensati per ridurre i disturbi da affaticamento visivo.
I dati dello studio parlano di 8-10 ore (con picchi fino a 15) trascorse guardando schermi a distanza ravvicinata. Un’esposizione accentuata dalla pratica sempre più diffusa di utilizzare contemporaneamente più dispositivi, che richiede continue messe a fuoco, cambi di intensità della luce e rapidi adattamenti visivi all’origine del cosiddetto “stress accomodativo” dell’occhio.
Troppo vicino
L’utilizzo dei dispostivi digitali impone all’occhio una messa a fuoco per la distanza ravvicinata (mediamente tra i 20 e i 40 centimetri) e la concentrazione su immagini e testi in movimento e di ridotte dimensioni. Questo sforzo visivo attiva continuamente il sistema accomodativo dei nostri occhi, con un’incessante richiesta di rimbalzo della messa a fuoco. La ricerca commissionata da Hoya ha evidenziato come, nell’arco di un’ora, una persona adulta impegnata nell’utilizzo di dispositivi digitali cambi il punto di messa a fuoco 333 volte (con un picco di 745 volte per alcuni soggetti).
La singola messa a fuoco non dura più di 6 minuti sullo stesso monitor, con l’unica eccezione di quando si guarda la tv. I sintomi che derivano da questo stress visivo sono l’irritazione degli occhi, la secchezza oculare, una visione offuscata e intermittente, mal di testa e dolori posturali. “L’uomo è nato per vedere da lontano – spiega Lucio Buratto, direttore scientifico del Centro Ambrosiano Oftalmico –. I problemi si manifestano perché la domanda visiva supera la capacità visiva propria dell’uomo. Lo screen time sta portando (e porterà sempre più) a un aumento spropositato della miopia, soprattutto nelle giovani generazioni”.
La regola del 20-20-20
Abitudini di vita e obblighi di lavoro prevedono un uso intensivo dei dispositivi digitali dal quale è difficile prescindere. Si possono fare due cose per evitare l’eccesso: prevenire i disturbi importanti facendo controlli che permettano una diagnosi precoce e poi insistere sull’uso moderato, soprattutto tra i più giovani.
Una regola che consigliano gli esperti per prevenire l’affaticamento visivo digitale? La “20-20-20”, ovvero 20 secondi di pausa ogni 20 minuti guardando a 20 piedi di distanza, vale a dire circa 6 metri.
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