Morbido contro duro, rigido contro elastico. Le forme, i materiali e gli ambienti dove si nasce e dove si trascorrono le prime ore di vita del bambino hanno importanza.
Asettici ma freddi
In ospedale l’esigenza di ambienti asettici richiede materiali sicuri, come l’acciaio, l’alluminio, il linoleum o le piastrelle, che però sono freddi e mal si coniugano con il senso di accoglienza che speriamo di trovare e donare ai nostri piccoli al momento della nascita.
Aria di casa
“Ogni volta che entro al lavoro – racconta Pina, ostetrica che ha partorito in casa – sento odore di ospedale. Non che sia un odore sgradevole, ma ho sempre saputo che non avrei voluto sentirlo durante il mio travaglio. Ho scelto di partorire in casa anche perché sapevo di poter riconoscere i nostri profumi e le voci conosciute. Quando mia figlia è nata, il vicino di origini marocchine pregava in arabo, come tutte le mattine”. L’udito e l’olfatto sono sensi “caldi”. Grida, rumori acuti o metallici bloccano il diaframma. In alcuni punti nascita è consentito portare musica: sembra una piccola cosa, ma è importante. Bene anche gli ambienti insonorizzati: ci si protegge e ci si sente libere di far rumore senza timori.
Il colore e la luce
La psicologia sa che il colore influenza la mente. Non esiste un colore consigliato per il parto, ma conviene che sia caldo e vivace per sollecitare movimento, vitalità e forza. Un colore caldo rende delicato un ambiente freddo, una tinta pastello riscalda anche il marmo. La luce ha molta importanza. Una finestra crea il legame con l’intorno, la vita e il movimento ed evita di creare un senso di oppressione. Luci forti sono utili agli operatori, ma inibiscono la futura mamma; la penombra facilita l’ascolto del corpo e la concentrazione sul “qui e ora”.